Sono le città d’arte la locomotiva della ripresa del turismo del Veneto. Secondo le elaborazioni del Ciset (Centro internazionale Studi sull’economia Turistica) su dati della direzione statistica della Regione del Veneto, gli arrivi di turisti nelle città d’arte del Veneto sono cresciuti del 9,8 per cento tra gennaio e ottobre del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento è stato ancor più consistente, sopra il 10 per cento, per l’ospitalità di lusso degli hotel a 4 o 5 stelle. I dati dei flussi turistici verso il Veneto confermano il trend positivo registrato da inizio d’anno con una crescita del 4,2 per cento per gli arrivi. La permanenza media passa dai 4,5 giorni registrati nel 2009 ai 4,3 nel 2010, motivo per cui la crescita delle presenze si arresta a un +0, 5 per cento.
“In generale – spiega l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi – i dati indicano un chiaro processo di polarizzazione della domanda turistica con un andamento positivo nelle destinazioni come le città d’arte o il lago, generalmente frequentate da turisti con una maggiore disponibilità economica, mentre risultano penalizzate le località come quelle del litorale veneto dove si recano generalmente turisti con minor potere d’acquisto che sono stati penalizzati dalla situazione economica generale”.
In particolare, le stime del Ciset rilevano buone performance sul comprensorio del Garda: + 2,9 per cento sia di arrivi sia di presenze, dovuto a un incremento dei turisti stranieri. La componente straniera risulta in crescita sia nel comparto alberghiero sia nell’extralberghiero, mentre è in flessione quella italiana. Le strutture ricettive del litorale veneto, nonostante i buoni risultati di luglio, chiudono la stagione con il segno meno: considerando la stagione estiva da maggio a ottobre il bilancio del mare veneto è di -1,8 per cento per gli arrivi e di -1,6 per cento per i pernottamenti. In flessione sia gli italiani che gli stranieri.
Le terme infine restituiscono un quadro di leggera crescita in termini di arrivi (+1,2 per cento da gennaio a ottobre, -0,1 per cento nella stagione estiva) a fronte di una flessione della permanenza media che si traduce in una contrazione delle presenze dell’1,5 per cento per i primi nove mesi dell’anno e del 2,4 per cento nella stagione estiva. “Purtroppo – sottolinea l’assessore Finozzi – i dati numerici nel caso delle Terme sono indicazioni che non rispecchiano l'andamento economico delle imprese e il loro fatturato, che risente della ridotta capacità di spesa del turista e il contenimento dei prezzi per sostenere le presenze turistiche”.
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