Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Vincenzo Onorato a Confitarma.
“Rispondo a Manuel Grimaldi, in quanto vero dominus di Confitarma che parla e scrive per bocca del portavoce Mario Mattioli, insignito della pomposa carica di presidente.
Il comunicato odierno della Confitarma è colmo di menzogne e inesattezze.
Si legge: “In particolare, Confitarma sottolinea che non esiste alcun rischio di perdita di lavoro per i marittimi italiani qualora non venga rinnovata l’attuale convenzione Tirrenia-CIN in quanto, in base alla legge vigente, gli equipaggi delle navi che operano in servizi di cabotaggio devono essere obbligatoriamente comunitari”.
Se così fosse, la Confitarma dovrebbe spiegare come mai sulla Civitavecchia-Porto Torres Grimaldi impiegava circa 100 marittimi extracomunitari che ha provveduto gradualmente a sbarcare solo dopo la pubblica denuncia da parte mia.
Non sono con questa mia a difendere la Convenzione Stato-Tirrenia, Convenzione fra l’altro che io ho ereditato con l’acquisto della Compagnia e che ritengo storicamente superata.
Per chiarezza, i 72 milioni di euro che lo Stato garantisce sono per i trasporti non solo per la Sardegna, ma anche per la Sicilia e per le isole Tremiti, quindi ciò che dichiara la Confitarma – e cioè che sono erogati esclusivamente per la Sardegna – si chiama dalle mie parti “menzogna”.
E’ singolare che Confitarma non citi mai i 150-200 milioni di euro che, a vario titolo, Stato e Regione Sicilia erogano per le linee minori in Sicilia agli ex soci del signor Grimaldi o dei 60 milioni senza gara appena stanziati sempre per i collegamenti per le isole minori.
Una nuova gara per i trasporti marittimi deve veder beneficiate tutte le compagnie e potrebbe ispirarsi al modello francese per la Corsica con dei paletti fissi che escludano compagnie stagionali e chi imbarca marittimi extracomunitari lasciando a casa gli italiani.
La battaglia che Grimaldi sta conducendo, nascondendosi dietro alla Confitarma, è una lotta per la sopravvivenza. Per un gruppo come il suo, che ha miliardi di euro di debiti e che opera dumping sociale sulle rotte internazionali impiegando marittimi extracomunitari per onorare i suoi impegni finanziari già ha riprodotto questo modello in Italia sulle rotte di cabotaggio.
Nella nota della Confitarma si legge inoltre “Ancora una volta il tema della disoccupazione dei marittimi viene strumentalizzato. Infatti, Torre del Greco conta più di 85000 abitanti: parlare di 50000 marittimi disoccupati di fatto sminuisce le problematiche dei circa 3000 marittimi locali che in parte effettivamente navigano ed in parte realmente sono in cerca di occupazione”.
Lo strumento della disinformazione è uno degli elementi chiave di Confitarma: non ho mai parlato di 50000 marittimi senza lavoro a Torre del Greco, ma in tutta Italia.
Sarei potuto essere più preciso se Confitarma non si fosse rifiutata di dare al Mit il numero di extracomunitari imbarcati sulle navi italiane.
Ricordo a chi mi legge che una nave battente bandiera italiana è un pezzo del nostro Paese ovunque essa si trovi; fornire informazioni sugli extracomunitari presenti a bordo coinvolge anche un problema di sicurezza nazionale.
Al contrario di Confitarma, AssArmatori ha fornito al Mit tutte le informazioni possibili in merito.
Ciò che mi sta a cuore è il futuro di tanti marittimi che sono a casa senza lavoro e di quelli che vorrebbero trovare un imbarco, ma non lo trovano perché vengono loro preferiti extracomunitari sfruttati quali schiavi del Terzo Millennio ed essi stessi prime vittime di questo sistema.
Una globalizzazione della miseria che affama il Mezzogiorno e non solo – ma anche Genova e Trieste, scuola e fucina di marittimi da centinaia di anni – che è utile soltanto alla lobby degli armatori che Confitarma protegge, di cui Grimaldi è il caposcuola, che sfrutta una legge – la 30/98 – che garantisce la quasi totale esenzione fiscale degli utili prodotti e lascia gli italiani a terra, in assenza di appropriati controlli che oggi lo Stato non effettua.
Il mio cuore è per il futuro della gente disoccupata a casa, dei tanti giovani che vorrebbero, ma non intraprenderanno mai, una carriera sul mare e, non da ultimo, per i miei ragazzi della Scuola di Mascalzone Latino di Napoli dei quartieri difficili che noi avviciniamo al mare e a cui dovrò, e non da solo, assicurare un lavoro.
La bandiera italiana oggi è la bandiera panamense del Terzo Millennio; è bene che il nuovo governo dia un segno di discontinuità con le amministrazioni passate e provveda a effettuare quei legittimi controlli che mettano con le spalle al muro questi armatori-speculatori che sono la vergogna della grande tradizione della marineria italiana.
Invito i marittimi italiani e tutti coloro che vogliono trovare nel mare una dignitosa collocazione e fonte di sussistenza a intraprendere tutte le azioni legittime per porre fine a questa vergogna che infanga la nostra gloriosa bandiera”.