Sarà mai risanata la frattura a sinistra tra comunismo e socialismo riformista?

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Riccardo Nencini

“Sabato e domenica sarò ad Hammamet, per la terza volta. Leggo che ci saranno anche rappresentanti della Lega, il partito, con Fratelli d’Italia, più lontano da quel socialismo umanitario che Craxi rappresento’. Un omaggio allo statista, immagino. Ci sarà Forza Italia, e non è una novità. Il problema è il panorama a sinistra. Ci saranno i socialisti, naturalmente, e ci sarà Italia Viva. Tutto qui, per quanto ne sappia. Sempreche’ che il Pd non ci ripensi. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, ma soprattutto lontano dal seppellire un duello culturale e politico che ha diviso per un secolo la sinistra italiana”. Così in un post su Facecook il senatore del Psi, Ricacrdo Nencini, riferendosi alle celebrazioni in occasione del ventesimo anniversario dalla scomparsa dell’ex leader socialista, Bettino Craxi, che si terranno il 18 e 19 gennaio ad Hammamet.   “Dietro l’assenza, infatti, c’è ben di più della figura a loro dire controversa di Craxi. Ci sono state due visioni del mondo che ancora oggi faticano a ricomporsi. Negli anni 80 il PSI viene espunto con una frase di Berlinguer dalla sinistra e Craxi considerato un pericolo. Loro erano avvinghiati al mito di Lenin, noi candidavamo Jiri Pelikan, esule cecoslovacco, alle Europee. Il resto è storia recente.
Due mondi in conflitto, due sinistre senza pace, – racconta Nencini nel Post – mentre i popoli sancivano la sconfitta del comunismo e la vittoria del socialismo riformista. Nonostante tutto, in Italia la frattura non si è mai risanata. La politica è un fatto pubblico. È parola, gesti, atti, responsabilità. Mi domando perché certa sinistra italiana non abbia il coraggio di battere una strada di verità. Salvo tornare alle origini per capire davvero e dover aspettare decenni per riconoscere chi aveva ragione. Terracini mezzo secolo dopo: aveva ragione Turati. Veltroni mesi fa: aveva ragione Matteotti. E su Nenni, su Craxi? Magari si trattasse soltanto di nostalgia o di consegnare ai libri di storia una lettura non partigiana, e sarebbe comunque cosa buona e giusta. Si tratta dell’Italia di domani. A cominciare dalla cancellazione della prescrizione, dalla zoppicante politica estera, fino alla revisione del reddito di cittadinanza. Se non ora, quando?”

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