Il mondo digitale e i nuovi mestieri: una breve panoramica

Ci troviamo in quella che sociologi e studiosi hanno definito la quarta rivoluzione industriale, la cosiddetta epoca 4.0. Questo fenomeno sociale, culturale ed economico non rappresenta soltanto un’ottima opportunità per i professionisti del settore, ma potrebbe avere degli ottimi benefici, in maniera indiretta, anche per l’agricoltura e il ripopolamento di luoghi disabitati. Sembra un paradosso, ma grazie agli strumenti digitali, che la maggior parte del mondo ha già a disposizione, sarà sempre più possibile allontanarsi dai centri urbani svolgendo comunque le proprie mansioni in maniera virtuale e avvicinando così sempre più persone alla campagna, alla natura e a borghi antichi.

I freelance: il nuovo che avanza

Digitando freelance, o nomade digitale su Google otterremo centinaia e centinaia di risultati. Ma cos’è un freelance e cosa lo differenzia da un libero professionista, come lo concepiamo noi in Italia. Ebbene un freelance, a differenza di un libero professionista che si muove per lo più all’interno di un territorio fisico circoscritto, è un professionista che eroga i propri servizi non soltanto in maniera autonoma, bensì anche in modalità virtuale e da remoto.

Ciò grazie anche all’aumento di piattaforme come Upwork, oppure Freelancer.com qui il link: https://www.freelancer.co.it/, o ancora Fiverr, che mettono in contatto clienti e professionisti nomadi digitali abili in lavori di traduzione, copywriting, gestione dei social media, trascrizione etc. Proprio molti freelance professionisti del settore digitale hanno scelto di stabilirsi in piccoli borghi, paesini e località di mare isolate, dove riescono a conciliare la professione virtuale con gestione di piccoli o grandi appezzamenti di terreno. Anche per questi motivi tanti luoghi sul territorio italiano che non disponevano di copertura Internet e fibra, si sono adoperati per poter accogliere questi professionisti, rendendosi conto della portata del fenomeno. I freelance sono mediamente giovani, fra i 22 e i 38 anni, con un livello di istruzione medio-alto, hanno idee innovative, sono molto attenti alla sostenibilità ambientale e tendono a creare anche connessioni fisiche sul territorio prettamente di natura collaborativa, il che potrebbe rappresentare un’opportunità enorme per piccole città, borghi e paesini.

Gli esperti in sicurezza informatica e di controllo remoto

Internet è una risorsa per la quale non ci sono più aggettivi. Si trova di tutto, dalle piattaforme per i giochi e le scommesse online come https://www.planetwin365.it/, a scuole di specializzazione, università online e siti in cui è possibile ottenere certificazioni professionali, come vediamo a questo link: https://www.udemy.com/it/. Proprio perché ogni giorno miliardi di persone navigano in rete, l’aspetto della sicurezza è diventato centrale. Chi non ha sentito parlare di sicurezza informatica negli ultimi dieci anni? Impossibile, perché questo argomento, insieme alla gestione e protezione dei dati personali, è uno dei più discussi anche dai capi di stato. Le informazioni vengono considerate alla stregua di risorse economiche e non è un caso che professionisti del settore ricevano fra gli stipendi più alti. Certificazioni come CISCO, ISACA e la certificazione EC Council contro l’attacco dei sistemi informatici sono fra le più ambite in campo informatico. Così come i freelance, anche gli esperti in sicurezza informatica, qualora non siano assunti da un’azienda, possono permettersi di essere lontani dal luogo di lavoro e dedicarsi a diverse attività.  La rivoluzione 4.0 apre nuove frontiere al mondo del lavoro, soprattutto per figure legate all’IT e ai contenuti virtuali. Le iniziative di diversi comuni italiani, in particolare del Sud Italia, di vendere case in piccoli borghi disabitati al prezzo simbolico di un euro, come vediamo in quest’approfondimento: https://quifinanza.it/, va di pari passo con le esigenze di molti professionisti del digitale, che possono permettersi di cambiare la propria routine vivendo lontano dalle città e al contempo contribuire al ripopolamento di centri ormai completamente svuotati dall’immigrazione e dalla mancanza di prospettive lavorative.

Inoltre, da non sottovalutare è l’impatto positivo che possono avere controllo e gestione da remoto di impianti di coltivazione: prevenendo consumi eccessivi, massimizzando le risorse idroelettriche e garantendo un tenore di vita migliore all’imprenditore agricolo. Lavorare ad un progetto di milioni di euro per una grossa multinazionale dal giardino della casa di famiglia non è più una possibilità, è realtà.