Ticino, non più un ponte fra nord e sud, ma una grande area metropolitana

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Indicazioni innovative dal convegno “Un mare di Svizzera 3”

Il completamento del progetto Alptransit non solo con l’apertura del Traforo del Ceneri, che abbatterà nei prossimi mesi la distanza fra Lugano e Zurigo, ma anche con un rilancio dei piani di potenziamento delle ferrovie a sud, da Lugano a Chiasso e Milano, nonché con il Terzo Valico, l’asse che connetterà i porti liguri con il centro-nord dell’Europa.

Il Ticino si prepara al post emergenza sanitaria puntando con una credibilità senza precedenti e sulla forza determinata da un nuovo sistema logistico a diventare l’elemento di connessione fra sud e nord del continente europeo e al tempo stesso un polo di attrazione di aziende internazionali.

Questa una delle principali indicazioni scaturite questa mattina dalla terza edizione di “Un mare di Svizzera”, l’evento internazionale che ogni anno, organizzato da ASTAG (l’Associazione svizzera dell’autotrasporto), si svolge a Lugano e che quest’anno, causa misure anti Covid19, ha trasformato la città del Canton Ticino, in un centro di interconnessione virtuale con Genova, Milano e Berna.

Al centro della discussione l’abbassamento verso il Mediterraneo (tornato con gli accordi in Medio Oriente a essere centrale e strategico anche dal punto di vista geo-politico oltre che commerciale) dell’asse di gravitazione dei traffici e degli interessi internazionali, specie europei, ma anche il ruolo determinante che nei prossimi anni, forse nei prossimi mesi, assumerà la rete logistica nella determinazione del successo e dell’attrattività di territori rispetto a un’economia globalizzata che sarà oggetto, post pandemia, di un totale ripensamento critico.

Dal convegno è emersa con forza l’idea di una grande realtà metropolitana che comprende Lugano, Milano e Genova. Un’area che – come sottolineato sia dal Sindaco di Lugano, Marco Borradori sia dal suo omologo genovese, Marco Bucci – si trova davanti un’occasione unica e irripetibile, di mettere a fattore comune cultura, economia, produzione, e opportunità di occupazione.

Un’area che oggi – come sottolineato da Giulio Sapelli, economista presidente di BlueMonitorLab – trova dei radicali cambiamenti in atto con gli accordi di Abramo in Medio Oriente, ma anche con il ruolo crescente del Marocco come Paese di riferimento di un’area africana strategica.

E le opportunità del Ticino, non più come ponte, ma come area centrale di opportunità sono state evidenziate con forza da Remigio Ratti, docente dell’Università della Svizzera Italiana, sostenendo con forza l’idea di una grande piattaforma fra nord e sud.

Le infrastrutture logistiche – è emerso nel corso del convegno – e quindi il completamento del progetto Alptransit sull’asse Lugano-Zurigo (con l’imminente apertura del Ceneri) ma anche il recente accordo Svizzera-Italia per il completamento a sud del progetto Alptransit (a fronte di un blocco tutt’oggi esistente a nord sui collegamenti per la Germania) sono la chiave di lettura per una nuova centralità del Ticino. Lo ha evidenziato Silvio Tarchini, presidente dell’omonimo gruppo che ha parlato del valore aggiunto derivante dai legami con la Lombardia, lo ha confermato Alessandro Valenti di Hupac e Vincenzo Romeo, l’imprenditore italiano che ha individuato in un rapporto facile con la burocrazia uno dei valori aggiunti del Ticino per le grandi imprese internazionali.

“Un mare di Svizzera” – hanno evidenziato sia Fabio Regazzi, presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri, sia Renzo Respini, vice presidente di Pro-Gottardo – ha acceso anche i riflettori sulla necessità di far fruttare i 23 miliardi spesi per Alptransit, completando il collegamento con Italia e Germania.

 

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