Festival Off chiude l’anno presentando due libri, tra Urbino e Pesaro

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Il Festival del Giornalismo culturale torna con gli ultimi due eventi Off del 2021, presentando un libro a Urbino e uno a Pesaro. Entrambe saranno a partecipazione gratuita e ingresso libero, fino a esaurimento posti, ma con obbligo di Green pass e mascherina. Venerdì 10 dicembre, alle 17, Carlo Cambi e Petra Carsetti dialogheranno del proprio ultimo lavoro, Galatime. È sempre tempo di buone maniere (ed. Maretti, 2021), nella Sala degli Incisori del Collegio Raffaello, a Urbino, con Katjuscia Francesconi e Lella Mazzoli, direttore del Festival.

L’idea per Galatime, Cambi e Carsetti l’hanno avuta durante il lockdown, quando si sono resi conto che <la socializzazione sarebbe stata diversa rispetto a prima, quando fosse ripresa. In un’epoca abbastanza pervasa dalla volgarità e con incontri spesso fugaci, era necessario rialzarne la qualità grazie al galateo. In questo libro abbiamo indagato perché e dove le buone maniere siano nate, portando esempi anche dall’antichità. Ogni capitolo ha un’introduzione di Carlo, mentre Petra ha curato la parte riguardante le norme, che serve a capire come tante cose che diamo scontate o che pensiamo abbiano un’origine futile, in realtà, abbiano un significato enorme>.

Il galateo, però, non riguarda solo l’incontro fisico: quando si applica al convivio in rete diventa “netiquette”. <Essa mostra come le buone maniere siano anche un presidio di sicurezza. Se sul web sai comportarti, che nome usare, come rispondere ai messaggi, etc., ti puoi anche rendere meglio conto se chi stia parlando con te sia un disturbatore o abbia realmente bisogno di un confronto. Infine, studiamo la diversità del galateo tra l’Italia e altri Paesi: qua le buone maniere sono nate rivolgendosi alla nascente borghesia del Rinascimento, mentre in Inghilterra, Russia e Francia parlavano alle stringenti corti. Probabilmente è anche per questo che hanno resistito così a lungo, in quanto, da noi, hanno creato un’armonizzazione della società, non una frattura di casta. Ed ecco perché praticare il galateo anche oggi ha un significato: non è una cosa da snob, ma uno strumento, un linguaggio metaverbale che mette nei binari corretti una relazione, permettendole di diventare molto più profittevole>.

Gli eventi proseguiranno il giorno dopo, sabato 11, a Pesaro. Il presidente del Festival, Piero Dorfles, illustrerà il proprio libro Il lavoro del lettore. Perché leggere ti cambia la vita (ed. Bompiani, 2021), alle 17 nella Biblioteca San Giovanni, dialogando con Lella Mazzoli, Simonetta Romagna e Marcella Tinazzi.

Difficilmente, prima d’ora, si era sentito parlare della lettura come un vero lavoro. Dorfles spiega così la scelta di questo abbinamento: <Spesso si pensa che la lettura abbia solo a che fare col divertimento, la distrazione e il tempo libero. Vero, molte volte lo facciamo nel tempo libero, ma illudersi che sia alla portata di tutti e che non ci sia bisogno delle stesse competenze che servono quando si svolge un lavoro è un errore. Leggere è importante perché trasforma chi è alfabetizzato in qualcuno capace di dominare la carta stampata, anche in grandi dimensioni. Il lavoratore della lettura che ha questa competenza non deve limitarsi a leggere cose vicine a lui, ma può navigare nel prodotto letterario che, da 3000 anni, copre la civiltà occidentale. Non sapendoci navigare è ignaro, se invece lo sa fare ha degli strumenti formidabili che altri non hanno. Ciò comporta che, non solo può leggere tutti i testi, ma può anche apprendere quali siano i passaggi che hanno portato alla vita di oggi e a non ripercorrere la vita di ieri>.

Nel proprio volume, Dorfles tratta diversi grandi classici, strutturando l’opera <come un percorso, nel mio caso molto personale, ma che credo possa essere interessante anche per altri, del modo e del perché alcuni modelli di letteratura diano strumenti fondamentali per andare al di là del semplice piacere, permettendoci di impossessarci di un modo di essere, di una conoscenza della storia dell’uomo che altrimenti è impossibile avere. Sono due le cose importanti: una è l’attitudine a dominare non solo la letteratura, ma anche i problemi della vita; l’altra è la ricchezza personale che acquisisce chi ha letto. Ciò si esprime anche nella capacità di raccontare agli altri e dare agli altri gli strumenti che la lettura ci ha dato. Perciò, chi legge non arricchisce solo se stesso, ma anche chi sta intorno a lui>.

Il Festival del giornalismo culturale è organizzato dall’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino e dall’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, con il contributo della Regione Marche e di Sviluppo Marche Srl (Svim), in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche e con il patrocinio del Parlamento europeo, della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Senato della Repubblica e della Regione Marche. Media partner sono Rai Cultura, Rai News 24, Rai Radio 3, TGR, Ansa, Consiglio nazionale delle ricerche e liveMED. Si ringraziano gli sponsor TVS e Cassa di risparmio di Pesaro.

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