Ancona e la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

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Donne al Confine, striscia di Gaza: sconfiggere il dolore con la bellezza” è il titolo dell’ incontro organizzato venerdì 25 novembre alle ore 17,30 dall’Amministrazione comunale a SPAZIO PRESENTE- Museo della Città insieme ad Amad, Associazione Multietnica Antirazzista Donne, nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Nell’occasione verrà inaugurata una MOSTRA FOTOGRAFICA di Nidaa Badwan, artista palestinese celebre in tutto il mondo dopo essere stata arrestata nel 2015 dalla polizia di Hamas, nella Striscia di Gaza, per non avere indossato il velo in un luogo pubblico. Nidaa Badwan ha subito violenze indicibili che la portarono a rinchiudersi nella sua stanza per 20 mesi dove ha realizzato una serie di autoscatti fotografici (100 Giorni di Solitudine) balzati immediatamente su tutti i media internazionali, finendo finanche in prima pagina sul New York Times.

L’artista – che ha dato la sua disponibilità a incontrare i giornalisti oltre che il pubblico- inaugurerà la MOSTRA “Sconfiggere il dolore con la bellezza” (un estratto degli scatti di cui si diceva) .che sarà visitabile dal 25 al 29 novembre dalle 17 alle 20.

Nella giornata del 25 novembre, inoltre, si illuminerà il Teatro delle Muse del colore arancione colore simbolo adottato dall’Oms in ricordo della giornata

Gli incontri proseguono sabato 26 novembre con l’appuntamento “Donne, né arte né parte” per raccontare ancora la privazione cui vengono sottoposte le donne dell’arte come mezzo di espressione e di autodeterminazione, come avviene ad esempio in Afghanistan dove alle donne, tra le altre cose, è proibito il ballo e imposto il burqa. A riguardo verrà proiettato il cortometraggio “Bisanzio”, del regista Davide Como, che sarà presente all’appuntamento. Il lavoro venne presentato a settembre 2021, a poche settimane dalla presa dei talebani in Afghanistan, con un’allure quasi profetica. In un futuro distopico racconta dell’arrivo di una nuova legge che vieta alle donne di praticare qualunque forma d’arte. Pena la reclusione. La loro unica speranza è raggiungere la nuova Bisanzio, meta sconosciuta agli uomini dove le donne sono libere di essere loro stesse.

Dopo la proiezione e il dibattito spazio a riflessioni e testimonianze con le donne afghane di Amad che quella condizione l’hanno vissuta per davvero.

Lunedì 28 novembre Siria: la guerra è femmina solo nel nome” che segue il filo rosso della situazione mediorientale dell’intera rassegna. Ospite la giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan che partendo dagli ossimori della guerra “spose bambine” e “bambini soldato” traccerà il quadro della situazione siriana, a più di dieci anni di un conflitto mai sopito con uno sguardo attento proprio sulla dimensione femminile. Le donne in guerra rischiano di diventare vittime due volte, i loro corpi usati come armi accessorie con gli stupri etnici. In guerra le donne continuano a fiorire, a dare la vita, a crescere figli, in mezzo alla distruzione e alla violenza.

Il 29 novembre, ultimo appuntamento, apre lo sguardo alla condizione femminile a 360 gradi, con “Diritti globali: un mondo a misura di donna”, conversazione con Rosangela Pesenti, dell’Unione Donne in Italia sulle conquiste di ieri e di oggi, sui diritti conquistati e da afferrare ora con maggior forza perché lo slogan partito dalle donne iraniane “Donna, vita, libertà” è lo stesso di tutte le donne del mondo.

“Quest’anno – sottolinea Emma Capogrossi, assessore alle Politiche sociali e Pari Opportunità- sentivamo l’urgenza di celebrare la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ponendoci a fianco di quelle donne che stanno subendo innumerevoli violazioni dei loro diritti e che stanno lottando per vederli riconosciuti e rispettati. Quanto sta accadendo in altre parti del mondo, l’uccisione di Hadis Najafi, la ragazza di 20 anni simbolo delle proteste contro il velo, di Nika Shakarami, 17 anni, di Arnika Ghaemmaghami, 17 anni e delle altre che hanno perso la vita durante le proteste in Iran per la morte di un’altra giovane, Mahsa Amini, deceduta lo scorso 16 settembre a Teheran mentre era detenuta dall’apparato iraniano per non avere indossato correttamente il velo islamico, non può non riguardarci. Vogliamo essere vicine a queste donne che lottano per un futuro migliore.”

L’idea, condivisa con il Comune di Ancona, che offre uno sguardo internazionale sulla condizione femminile – osserva Donatella Linguiti, presidente di Amad, Associazione Multitecnica Antirazzista Donne di Ancona- ci permette di riflettere in un 25 novembre più inclusivo, più pieno, più solidale. Le “sorelle” afghane che sono con noi grazie al canale creato dalla nostra associazione ci raccontano di una condizione per cui bisogna lottare insieme, per loro e insieme a loro. Ma anche per noi stesse, perché la radice della violenza di genere, nei regimi o dentro le nostre case, è la stessa. E’ quella del patriarcato e della prevaricazione. Mentre dovremmo lavorare tutti, donne e uomini, per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e le ragazze, come prevede tra l’altro l’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile”.

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