I cambiamenti climatici e le conseguenze su società, aziende e territorio hanno spinto sempre più verso un modello che puntasse al rispetto, invocando responsabilità di ciascuno, per evitare il peggioramento della situazione.
Se per qualcuno l’industria 5.0 appare un discorso futuristico, di poco interesse o puramente teorico, già nel 2021 la Commissione Europea, aveva pubblicato il rapporto Industria 5.0 – verso un’industria europea sostenibile, umano-centrica e resiliente in cui pone come finalità dell’Unione il raggiungimento di “obiettivi sociali al di là dei posti di lavoro e della crescita, per diventare un fornitore di prosperità resiliente, facendo sì che la produzione rispetti i limiti del nostro pianeta e mettendo il benessere dei lavoratori al centro del processo di produzione”.
L’industria 5.0 sfrutta l’utilizzo delle tecnologie senza tralasciare l’unicità dell’azione umana e creando un unico sistema integrato. Quindi, i progetti di innovazione tecnologica e digitale sono visti anche in un’ottica di sostenibilità sociale ed ambientale.
A riprova dell’attualità del paradigma, sono stati previsti 5 miliardi di euro, oltre al PNRR, per introdurre un pacchetto di misure finalizzato a sostenere gli investimenti con un ritorno in termini di sostenibilità ed efficientamento energetico.
Al cambiamento del modello industriale, si affianca la volontà dell’Unione Europea di creare un sistema economico-finanziario sempre più sostenibile e a dicembre 2022 è entrata in vigore la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) con il compito di definire le regole di comunicazione dei dati non finanziari per le imprese, stabilendo come annualità di avvio della rendicontazione il 2024.
Bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità è uno strumento che permette alle organizzazioni di valutare il loro impatto sull’ambiente, sulla società e sull’economia, di sviluppare un modello di governance sostenibile e impostare un modello di comunicazione trasparente verso gli stakeholder, come clienti e fornitori.
Il primo passo per dimostrare il proprio impegno è costruire una fotografia dello stato dell’arte aziendale: dal piano strategico fino al rating ESG e la diagnosi energetica degli stabilimenti produttivi. Solo con un’analisi a tutto tondo si potrà avere una valutazione del grado di sostenibilità dell’azienda.
Il rating ESG è il risultato della valutazione delle strategie aziendali che hanno un impatto sull’ambiente, la sfera sociale e l’organizzazione aziendale.
Adottare un approccio improntato alla sostenibilità e comunicare il proprio impegno è un requisito essenziale nella scelta dei fornitori (in particolare, è utilizzato dalle grandi imprese), per le banche in sede di valutazione della finanziabilità del soggetto e con applicazione di tassi inferiori, oltre a rappresentare un valore aggiunto per clienti e stakeholder.
I vantaggi di redigere il Bilancio di Sostenibilità
Come già anticipato, le banche sono maggiormente predisposte a finanziare le aziende sostenibili poiché sono valutate a minor rischio dagli enti creditizi e i loro progetti di investimento ottengono un tasso agevolato. A questo si aggiungono la maggiore attrattività per gli investitori e le risorse dedicate al finanziamento di progetti sostenibili.
I clienti, che negli anni sono diventati più attenti alle etichette e all’impronta ambientale, sono più inclini a fidarsi delle aziende che adottano una comunicazione trasparente, misurando il loro impegno socio-ambientale con indicatori riconosciuti a livello internazionale.
La sostenibilità ripaga le aziende sia a livello di brand reputation con un posizionamento distintivo nel mercato che per l’accesso ai bandi in quanto riconoscono premialità a vantaggio di chi comunica ufficialmente il proprio impegno.