Ai giovani va garantito un ambiente dove poter mettere a frutto la loro diversità di approccio rispetto alle precedenti generazioni. Ecco perché servono politiche che guardino alla media-lunga gittata e non con manovre “vincolate” come quella appena proposta dal governo. E’ la tesi supportata dal segretario generale di Cna Otello Gregorini, che ieri ha chiuso a Brescia l’evento dei giovani imprenditori “Cna next”, in rappresentanza di una confederazione con oltre 620.000 imprenditori iscritti a livello nazionale. “In un contesto in cui la legge di bilancio è così vincolata, dovresti indicare elle strade con delle scelte coraggiose perché tu possa nei quattro anni che restano incidere su alcuni elementi strutturali”, dice Gregorini, che aggiunge di non trovare questi riscontri nella manovra: “Tranne interventi sul cuneo della durata di un anno non ci sono altre cose, quindi- rileva- confidiamo di trovare qualcosa in termini di investimenti”.
Cruciale, aggiunge Gregorini, anche creare le condizioni per avvicinare i giovani al mondo dell’artigianato. “Abbiamo una carenza di circa 200mila persone e noi abbiamo il compito di recuperare tutti i giovani che sono all’estero, bisogna invertire questo tipo di tendenza”.
Il passaggio successivo è quello di sollecitare il mondo politico economico e istituzionale, perché mai come oggi c’è impellenza di una rivoluzione strutturale, dove le banche, ad esempio, sottolinea la coordinatrice nazionale dei giovani imprenditori di CNA Laura Cipollone, potrebbero e dovrebbero “introdurre un nuovo approccio nei confronti dei giovani progetti imprenditoriali“. Spesso infatti “vengono chieste garanzie reali, ma mai si valuta il grado di sostenibilità e di innovazione” di un progetto. Sul fronte legislativo, sottolinea il presidente dei giovani imprenditori Cna Simone Gualandi, serve “un metodo creato su una disciplina, su un protocollo, o su qualcosa che possa stimolare quello che è il comparto dei giovani imprenditori, questo perché abbiamo bisogno di avere strumenti certi, un panorama normativo di investimenti che creino un ambiente fertile su cui costruire le imprese di oggi, e non nel domani”.
Questa di una nuova legge ad hoc per Gualandi, che ricorda i 12 miliardi di euro di crediti oggetto di cessione ancora bloccati nel Cassetto Fiscale che rischiano, se non disincagliati, di far chiudere tante aziende, è “una necessità indipendente dalle dinamiche politiche che stanno dietro al governo, e noi dobbiamo riconoscere il fatto che abbiamo degli strumenti a disposizione e dei giovani imprenditori disposti a scommettere nel nostro paese, nel momento in cui molti scelgono altre strade”.