Il 19’ Rapporto Sanità del CREA certifica la crescente richiesta di salute di una popolazione che invecchia e la mancanza di infermieri

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In Italia mancano gli infermieri, quelli in servizio guadagnano troppo poco in un SSN sempre meno attrattivo. La fotografia scattata nel 19’ Rapporto Sanità 2024 del CREA, Centro Ricerca Economica applicata in Sanità a cura dell’Università Tor Vergata di Roma in tema di tutela sociosanitaria intitolato quest’anno “Il futuro (incerto) del SSN, fra compatibilità macro-economiche e urgenze di riprogrammazione” certifica le molte criticità.

“In Italia mancano oltre 65mila infermieri –  dice Giuseppino Conti, Presidente di Opi Ancona – circa 300 solo nella nostra provincia, carenza destinata ad aggravarsi pesantemente se si considera la popolazione over 75 che incrementa il fabbisogno di questi professionisti soprattutto per la domiciliarità dell’assistenza, i pensionamenti che porteranno fuori del sistema nel giro di dieci anni oltre 100mila professionisti, le “fughe” all’estero per ottenere condizioni economiche e lavorative migliori”. “Qualsiasi studio ormai certifica chiaramente e da anni che gli stipendi degli infermieri in Italia – insiste Conti – hanno differenze retributive, a parità di potere d’acquisto, con gli stipendi annuali in Germania, Svizzera e Regno Unito rispettivamente del 56%, 46,2% e 20% in meno”.

Il 19’ Rapporto Sanità del CREA evidenzia che l’Italia perde ancora terreno nella spesa sanitaria rispetto ai principali partner UE. “Il dato non ci stupisce – commenta – e come Opi Ancona l’abbiamo evidenziato anche nel recente convegno tenutosi ad Ancona promosso dalle Organizzazioni Sindacali nel quale si è discusso di soluzioni al depauperamento del sistema sanitario nazionale”.

“Nel caso degli Infermieri le criticità che rileviamo riguardano non tanto o non solo gli aspetti retributivi – chiarisce Conti – quanto la limitata possibilità di sbocchi di carriera, l’impossibilità di una vera crescita professionale, la difficoltà di reperire il personale, le insostenibili condizioni di lavoro e la perdita di attrattività del SSN che stanno diventando un’emergenza”. Il Conto Annuale del Ministero dell’Economia certifica che nel 2021 la retribuzione media del comparto sanità è stata pari a 42.400 euro, in aumento del 9,0% rispetto alla retribuzione media del 2012, che valeva 38.900 euro. Nel dettaglio però, nello stesso arco temporale, per gli infermieri l’aumento è stato solo del 4,0% (da 32.636 a 33.940 euro). La scarsa attrattività della professione è evidenziata dal Rapporto citando i dati dei partecipanti ai test di ingresso per la laurea in infermieristica: hanno preso parte 22.957 candidati per 20.059 posti.

Secondo il Presidente di Opi Ancona l’evoluzione organizzativa e delle competenze deve necessariamente riguardare tutti i professionisti della salute perché “solo innovando le professioni a partire da quella infermieristica in ambito formativo, in ambito di esercizio professionale con un’adeguata programmazione, in ambito di autonomia, si può garantire la sostenibilità del sistema e l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale” conclude.

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