Una nuova opportunità formativa per le Marche: questa mattina, nella sede regionale, è stata presentata la nuova filiera tecnologico professionale 4+2 promossa dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Ad illustrare la portata innovativa del percorso sperimentale sono stati gli assessori regionali all’Istruzione Chiara Biondi e al Lavoro e Formazione professionale Stefano Aguzzi, insieme al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per le Marche Donatella D’Amico.
Il Ministero, nel dicembre scorso, ha pubblicato un avviso rivolto agli Istituti tecnici e professionali per la presentazione di candidature alla sperimentazione nazionale della filiera formativa integrata nell’ambito tecnologico professionale. La proposta prevede un percorso di 4 anni di istruzione tecnica e professionale, più un percorso biennale di istruzione tecnologica superiore ITS (4+2).
Dalle Marche sono pervenute richieste di adesione alla nuova filiera da parte della scuola paritaria ‘Loviss’ di San Benedetto del Tronto e dell’Istituto di Istruzione Superiore Secondaria ‘Carlo Urbani’ di Porto Sant’Elpidio.
“Una bella opportunità rivolta alle famiglie degli studenti, che concluderanno il primo ciclo di istruzione, che valorizza e arricchisce gli indirizzi di studio dell’Istruzione tecnica e professionale – il parere unanime dei relatori – rendendoli più efficaci per sviluppare le competenze chiave necessarie per la vita e per l’ingresso nel mondo del lavoro”.
L’obiettivo della sperimentazione è proporre agli studenti un’offerta formativa in ambito tecnologico-professionale, integrata in rete e capace di garantire un’ampia scelta di percorsi d’istruzione, di istruzione e formazione professionale e di specializzazione terziaria prevedendo il coinvolgimento e la sinergia di scuole secondarie di secondo grado e ITS Academy. Ma anche valorizzare i talenti degli studenti al fine di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, migliorare l’orientamento, sviluppare competenze fondamentali per lo sviluppo dei territori e la competitività delle imprese, favorire il trasferimento tecnologico.
Si tratta di percorsi che permettono una maggior connessione con il mondo del lavoro e le professionalità emergenti. E attrattivi, perché basati su esperienze pratiche e laboratoriali, aperti alle opportunità di studio e di lavoro anche all’estero e collegati in maniera ancora più diretta alle realtà produttive dei territori.
“Una risposta efficace per superare uno dei limiti dei sistemi educativi come il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, dove la distanza tra le competenze tecnico-professionali richieste dal mercato del lavoro e quelle che le nostre scuole riescono a formare è purtroppo significativa” ha rilevato Aguzzi.
“Una riforma importante il cui obiettivo è far sì che domanda e offerta di lavoro si incontrino contribuendo a formare giovani pronti e preparati. Una sinergia positiva, quella tra istruzione formazione e mondo del lavoro, a beneficio dei nostri ragazzi per realizzare il loro progetto di vita” ha aggiunto Biondi.
“Una sperimentazione – ha dichiarato D’Amico – fortemente voluta dal ministro Giuseppe Valditara come risposta innovativa per la valorizzazione della formazione tecnico-professionale. Finalmente si parla concretamente di sistema che vede la scuola aperta al mondo del lavoro e pronta a rispondere alle richieste di nuove professionalità tecniche e professionali”.
Il percorso sperimentale permette agli studenti di conseguire, con sei anni complessivi di studio, un titolo di alta specializzazione tecnica che consente l’accesso a posizioni lavorative qualificate e coerenti col percorso di studi frequentato.
Stesse le opportunità di scelta riconosciute agli altri studenti a conclusione dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado quinquennali: il diploma di scuola superiore quadriennale consente con un anno di anticipo di entrare nel mondo del lavoro e anche di iscriversi all’Università e alle istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica, nel rispetto delle proprie vocazioni.
La sperimentazione non comporta alcuna compressione dei programmi, ma introduce nuove e più efficaci metodologie didattiche anche orientate a rafforzare le competenze di base in italiano, matematica, inglese. Inoltre, il poter contare su un organico docente invariato rispetto ai percorsi quinquennali consente agli insegnanti, in team, la possibilità di personalizzare i processi di insegnamento-apprendimento, recuperare eventuali lacune, potenziare le abilità di tutti. Il legame con le filiere produttive è rafforzato dal potenziamento dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) e dell’apprendistato formativo; esperti del mondo produttivo potranno affiancare e integrare gli insegnamenti delle materie tecniche, portando nelle scuole le innovazioni tecnologiche che richiedono competenze aggiornate.
Grande importanza, infine, viene dedicata allo studio delle lingue straniere e dei linguaggi specialistici propri di ogni settore tecnico che apre le istituzioni scolastiche all’internazionalizzazione dei percorsi, offrendo opportunità di scambi, gemellaggi e ricerche con enti stranieri.