Anche quest’anno, “Mercintreno si è confermato un evento importante e molto partecipato. I relatori hanno dato contributi su temi nuovi o su cui non si riflette abbastanza”, a livello istituzionale e non solo. In primis “c’è il tema dei finanziamenti alle infrastrutture, a livello nazionale ed europeo, mentre si tralascia in un qualche modo la questione gestionale. Ultimamente, abbiamo visto che le interruzioni sulle linee”, anche causa interventi Pnrr, “hanno messo in crisi il settore del trasporto ferroviario delle merci”.
Così Annita Serio, project manager di Mercintreno, oggi allo stesso evento promosso dall’Associazione Fermerci a PadovaFiere, nell’ambito del salone internazionale della logistica sostenibile, Green Logistic Expo. Sono i treni merci, ricorda Serio, “che viaggiano di notte, e proprio di notte si fanno i lavori. Come ovviare a questa emergenza? Nessuno ne parla”, a parte appunto gli esperti oggi in occasione dell’evento a PadovaFiere. Sul fronte incentivi al sistema, condivide poi la manager Mercintreno, viene chiesto dagli operatori “un intervento straordinario”, almeno fino al 2027, verso la prospettiva più ampia di aumentare la quota ferroviaria nei trasporti delle merci, tuttora ferma al 12%.
MERCINTRENO: TRAFFICO MERCI SOLO 12%, PER MIGLIORARE SERVE SOSTEGNO
Per l’Italia, in particolare, “emerge un dato che ci preoccupa: ad oggi, il traffico ferroviario delle merci rappresenta solo il 12% del traffico complessivo. E in futuro questo dato difficilmente migliorerà, perché abbiamo linee non elettrificate e perché stanno incidendo i lavori in corso per l’attuazione del Pnrr”. La prospettiva di aumentare i flussi ferroviari, dunque, appare “molto complicata e difficile da raggiungere”.
Avvisa così Annita Serio, project manager di Mercintreno.
“Quest’anno- allarga il raggio sull’evento Serio- abbiamo sviluppato il forum nazionale Mercintreno, l’unico di riferimento per il settore, nell’ambito del tema più ampio dell’intermodalità. Ai lavori in Fiera a Padova, infatti, parliamo di politiche europee per favorire il trasferimento modale dalla gomma al ferro. Le soluzioni per il comparto si trovano nelle linee generali definite dall’Unione europea, ma anche dell’Italia”. Il punto, enfatizza la manager, è che “il trasporto ferroviario delle merci rappresenta un sistema non in grado di camminare da solo, è come un bambino che deve ancora imparare”.
Quindi, occorre accelerare sull’intermodalità e su una migliore connessione del trasporto ferroviario con porti e interporti, richiama Serio, “rilanciando il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo”. In questo quadro, sono auspicabili “aiuti e contributi, non solo dello Stato ma anche delle Regioni”, conferma la project manager Mercintreno nel campo degli incentivi.
LACCHINI (ASSOROTABILI): IN UE “SERVE UN QUADRO STABILE DI REGOLE PER QUALCHE ANNO”
“L’Europa sta andando nella direzione giusta e ha emanato direttive corrette, sull’evoluzione tecnologica” dei mezzi ferroviari del trasporto merci. A partire dall’European Rail Traffic Management System (Ertms), il sistema che permette ai treni dei diversi paesi di circolare senza soluzione di continuità su tutte le linee europee che ne sono dotate. Il problema è che il sistema “è stato sviluppato in modo non organico, negli anni, tra i diversi paesi europei, con ognuno in ordine sparso” e l’Italia più avanti di altri. C’è scollamento oggi, in particolare, tra la disponibilità di risorse e investimenti,e quindi servono norme più ferme.
È lo slancio di Alberto Lacchini, direttore generale Railpool Italia e presidente di Assorotabili, oggi al dibattito di apertura di Mercintreno, evento promosso dall’Associazione Fermerci a PadovaFiere nell’ambito del salone internazionale della logistica sostenibile, Green Logistic Expo. Incoraggia quindi Lacchini: “Abbiamo bisogno di un punto fermo, di avere una serie di normative chiara e stabile, per un certo numero di anni. Noi che investiamo in locomotive non possiamo permetterci di rincorrere norme che cambiano ogni due anni”.
DE FILIPPIS (MERCITALIA): FASE DIFFICILE MA DA UE TANTI SPUNTI
“Quella attuale è una fase importante ma difficile” per la logistica e il trasporto ferroviario delle merci. Quindi, “dobbiamo lavorare sulla sostenibilità, raggiungendo gli obiettivi che l’Europa ci dà in ambito ambientale e anche sociale, a livello nazionale, perché la logistica muove l’economia di un paese. Il fattore abilitante è la digitalizzazione, per una cultura di ‘new generation’ verso le tecnologie. L’Europa su questo ci offre tanti spunti per intervenire in maniera efficace”. Lo evidenzia Sabrina De Filippis, amministratore delegato e direttore generale di Mercitalia Logistics, nonché vicepresidente vicario di Fermerci.
FERCARGO: SETTORE PERDE DA 6 ANNI DI FILA, SERVE SOSTEGNO
Per il sesto anno consecutivo, “il settore del trasporto merci ferroviario si trova in perdita. Siamo sul -4% all’anno. Ci sono imprese che stanno chiudendo mentre altre vengono acquisite. Molti clienti cercano di fatto il camion, oggi, invece del ferro. E il 2024 minaccia di essere persino peggiore. Mentre le infrastrutture vengono rilanciate, c’è bisogno quindi di un intervento immediato, che sostenga le imprese” del settore. Avvisa così Mauro Pessano, presidente Fercargo, che invita quindi a livello istituzionale a dare più stabilità nel medio-lungo termine, “per rendere sostenibile e competitivo” tutto il settore, “senza dipendere da soluzioni di emergenza come quella di oggi”. Bisogna migliorare “dal punto di vista delle regole e della competitività- insiste quindi il presidente Fercargo- così come di infrastrutture e tecnologia.
FERMERCI: SETTORE -3,2%, CHIEDIAMO FONDO COMPLEMENTARE DA 42 MLN
In generale, il settore del trasporto merci su treno, con -90 milioni di euro di fatturato quest’anno, “è in crisi. Abbiamo perso nell’ultimo anno il 3,2% di attività, pari a 1,7 milioni di tonnellate di merci. E si prevedono problemi anche per il 2025 e il 2026, per via delle interruzioni sulle linee legate allo sviluppo dei lavori Pnrr. Chiediamo quindi per il settore un fondo complementare, attorno a quota 42 milioni di euro, per andare avanti fino al 2026, di cui una parte di ferro bonus, di 20 milioni, una parte riferita alla norma Merci, di altri 20 milioni, e anche 2 milioni per la formazione. Siamo tuttora l’unico settore senza una formazione stabile”.
Lo evidenzia il presidente dell’Associazione Fermerci, Clemente Carta, oggi al dibattito di apertura di Mercintreno. Uno dei problemi è quello delle interruzioni legate ai lavori Pnrr, continua il presidente Fermerci: “L’anno scorso abbiamo avuto 3.000 giornate di interruzione di binari. E nel 2025 e 2026 sarà ancora peggio. La situazione è veramente di crisi, quindi, e perdiamo competitività rispetto agli altri comparti del settore dei trasporti”, oltre a frenare lo shift modale gomma-ferro.
DG INTERPORTO PADOVA: PUNTUALITÀ MEZZI CRUCIALE, OGGI 50% TARDA
In questo momento di difficoltà per il trasporto ferroviario delle merci, non solo in Italia, “occorre sfruttare al massimo e al meglio le infrastrutture esistenti. Dobbiamo quindi gestire in un unico quadro le chiusure di attività nei fine settimana, in particolare di domenica, e la puntualità nell’arrivo e nella partenza dei treni” merci, contenendo “colli di bottiglia e orpelli burocratici”. Del resto, “nessuna organizzazione può permettersi oltre il 50% di ritardi”.
È l’invito di Roberto Tosetto, direttore generale dell’Interporto di Padova.
Una migliore gestione, continua lo stesso dg, consentirebbe quindi di “contenere i costi, che verrebbero ripartiti su più attività di movimentazione, dando un impulso a tutto il settore. Tutto questo in attesa delle nuove opere, che sicuramente daranno ulteriore linfa. Senza la giusta organizzazione, infatti, nuove eventuali infrastrutture avrebbero problemi di costi di gestione e, alla fine, si continuerebbero a chiedere contributi” e incentivi, comunque strategici per il comparto, rimarca Tosetto.
PUGLIA: NOSTRO FERROBONUS IL PRINCIPALE IN ITALIA, AVANTI
“La Regione Puglia ha un grande interesse allo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci. Tanto che abbiamo introdotto un contributo finanziario consistente, che chiamiamo ‘ferrobonus regionale’ e che integra i bonus statali, pari ad un euro a chilometro. Vogliamo incentivare gli operatori industriali nazionali e locali a trasportare di più sul ferro”.
Lo evidenzia Giuseppe Catalano, capo di gabinetto della Regione Puglia. Rivendica quindi Catalano: “La Puglia ha fatto bene la sua parte anche dal punto di vista delle infrastrutture, migliorando i collegamenti tra porti, in prospettiva anche di Manfredonia e Molfetta. Ma serve anche un intervento inderogabile sulla linea ferroviaria nazionale. Da parte nostra, miglioriamo quella adriatica”. In ogni caso, “questa misura del nostro bonus è la più importante d’Italia, come entità, ed era già stata inserita nel piano della logistica e dei trasporti” regionale approvato qualche anno fa, conclude Catalano.