Catullo nella bufera: «Montichiari va chiuso»

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È bufera sempre più fitta quella che da alcuni mesi avvolge l\’aeroporto Catullo. Tra le inchieste annunciate dalla magistratura scaligera e le polemiche politiche scatenate a vari livelli, l\’aria che gravita sullo scalo villafranchese è decisamente pesante.
Per cercare di mettere a fuoco il valore dell'aeroporto per la città e le strategie future, in Biblioteca civica (Sala Farinati, via Cappello)  la società aeroportuale ha organizzato nei giorni scorsi un convegno dal titolo: «Aeroporti al centro del territorio. Quali opportunità di crescita e di sviluppo insieme». Sono intervenuti il presidente di Catullo Spa, Paolo Arena, Michael Kraus presidente Air Dolomiti, Stefano Baronci segretario generale Assaeroporti, Sandro Boscaini (Masi Spa), Pierluigi Di Palma (Demetra), moderati da Giuseppe De Filippi, caporedattore Economia TG5. Invitati anche parlamentari e rappresentanti delle categorie. FIDUCIA A TERMINE. Intanto il Partito democratico torna all'attacco chiedendo azioni utili a «ridare credibilità all'aeroporto veronese». Il segretario provinciale Vincenzo D'Arienzo non va per il sottile e dice: «Su quanto emerso sia sulle assunzioni per lottizzazione sia sullo stato dei conti dello scalo a carico della passata gestione, chiediamo al presidente Arena che continui l'apprezzata azione di trasparenza in atto. Riteniamo però che sia anche giunto il momento di agire concretamente e in fretta per risolvere il problema perché la fiducia è a termine». E sottolinea: «Anche di fronte all'enorme danno di immagine per il Catullo, dopo le prime mosse, qualcosa si è fermato. In particolare, non pare che i soci veronesi abbiano ben compreso la gravità della situazione. L'Aeroporto ha bisogno di strategie e prospettive che l'inadeguatezza di Lega e Pdl, che erano lì solo per spartirsi i posti, non possono garantire». CAMBIARE IL CDA. Per D'Arienzo infatti, è «impensabile che chi è stato parte del problema ora sia parte della soluzione» e chiede nell'immediato la sostituzione dei quattro consiglieri di amministrazione ancora in carica rispetto al cda precedente». Si tratta infatti di Giancarlo Conta, nominato dal Comune di Verona, Pierluigi Angeli, nominato dalla Provincia di Trento e tuttora vicepresidente, Maurizio Marino (espressione di Banco Popolare e Fondazione Cariverona) e Giorgio Bontempi (della Camera di commercio di Brescia). Inoltre il Pd chiede «il sostegno alle possibili azioni di responsabilità nei confronti di chi ci ha portato fino a questo punto e la costituzione di parte civile nel processo che potrebbe seguire alle indagini sulle assunzioni per lottizzazione e in ogni altro procedimento penale che potrebbe essere avviato». E infine, l'organizzazione di «un tavolo urgentissimo con i soci per salvare il Catullo».
MONTICHIARI. Critiche dure anche sulla gestione dello scalo di Montichiari.
D'Arienzo rileva infatti l'aeroporto bresciano «è in perdita costante tanto che un tempo annullava gli utili del Catullo e adesso determina fattivamente le perdite della capogruppo». E rilancia quindi che in «assenza di certezze operative sullo scalo di Montichiari, voluto in un periodo in cui i traffici passeggeri e merci non avevano le caratteristiche attuali e osservato il comportamento dei soci bresciani, il D'Annunzio va chiuso».
Una risposta al presidente Arena che aveva detto che non è prevista la chiusura dello scalo.
DEBITI. Michele Bertucco, candidato sindaco per il centrosinistra, solleva inoltre la preoccupazione per la richiesta che il Banco Popolare ha inoltrato alla Catullo spa per il rientro entro fine marzo dell'affidamento di 41 milioni di euro: «Ci si risolleva solo con idee ben precise, strategie specifiche e non scaricando semplicemente il problema sulla gestione precedente». E conclude: «Dopo tante promesse, a volte miracolistiche, è forte il sospetto che gli interventi per creare nuovi spazi e, pertanto, favorire la crescita dei ricavi commerciali, siano impossibili per la mancanza degli spazi medesimi. Ciò, determinerebbe un limite oggettivo allo sfruttamento dell'indotto passeggeri tale da impedire l'unica chance di crescita economica. Con questo si conferma che serve un piano industriale nuovo, dopo anni di analisi, consulenze e assunzioni scandalose»

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