Frenata del sistema-Veneto: la produzione perde il 5,1%

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UNIONCAMERE. Indagine sui primi nove mesi 2011. Previsioni negative. In evidenza: macchine, alimentari e trasporti Dati «schizofrenici» per la produzione industriale del Veneto, che nel terzo trimestre 2011 ha registrato una crescita del 2% sullo stesso periodo 2010, ma ha perso addirittura il 5,1% sul secondo trimestre di quest'anno. Lo rileva l'indagine VenetoCongiuntura dell'Unioncamere, segnalando che il grado di utilizzo degli impianti nel terzo trimestre 2011 è stato del 72,9%, contro il 74,9% del periodo aprile-giugno. Lo sprint messo a segno dalle aziende venete nella prima parte dell'anno è stato ritracciato nel secondo trimestre.
RIMANE L'EXPORT. L'indagine è stata effettuata su un campione di 2.760 imprese, con almeno due addetti. «Alcuni indicatori sono rimasti positivi», afferma il presidente di Unioncamere del Veneto, Alessandro Bianchi, «anche se la dinamica favorevole dipende soprattutto dall'export, sia per quanto riguarda il fatturato che gli ordinativi. Le previsioni degli intevistati per i prossimi tre mesi restano negative, anche se meno accentuate rispetto al trimestre precedente». Tornando alla produzione industriale, i dati migliori sono espressi dalle grandi imprese (più di 250 addetti), con un aumento del 5,7% nel terzo trimestre; meno forte la ripresa delle medie (50-259 addetti), +1,5%, e 0,9% per le piccole (10-49 addetti).
SETTORI IN SALITA. Fra i settori, le crescite tendenziali più marcate si sono evidenziate nell'industria delle macchine ed apparecchi meccanici (+6,3%), seguita dai mezzi di trasporto (+5,9%). Sopra la media regionale anche il comparto dell'alimentare, bevande e tabacco (+3,5%), della gomma e plastica (+2,7) e delle macchine elettriche ed elettroniche (+2,3%). Meno accentuati gli incrementi per metalli e prodotti in metallo (+1,5%), carta e stampa (+0,4%) e altre industrie manifatturiere (+0,3%). Negative invece le performance del tessile, abbigliamento e calzature (-0,2%), del legno e mobile (-1,2%) e del marmo, vetro, ceramica e altri minerali non metalliferi (-3,8%). «Le nostre imprese continuano ad investire», prosegue Bianchi, «ma sono finanziariamente fragili. Con aggregati in crescita e l'accesso al credito contenuto, il rischio è quello di una crisi di liquidità». Si attesta la crescita del fatturato che ha segnato un aumento del 4,3%. Meglio le grandi imprese (+8%), mentre le piccole imprese sono in calo dello 0,9%. Spiccano i settori delle macchine ed apparecchi meccanici (+8,7%) dei metalli e prodotti in metallo (+6,7%), dei mezzi di trasporto (+6,2%), delle macchine elettriche ed elettroniche (+5,1%) e dell'alimentare, bevande e tabacco (+4,8%). Negative le variazioni del legno e mobile (-1,7%) e del marmo, vetro, ceramica e altri minerali non metalliferi (-4,1%). La dinamica positiva del fatturato è ascrivibile soprattutto all'export che ha registrato un +6,5% (+12,9% le grandi imprese) grazie al settore delle macchine ed apparecchi meccanici (+12,5%) e di metalli e prodotti in metallo (+8,7%).
FRENANO GLI ORDINI. Si ferma la crescita degli ordinativi che hanno registrato un +0,9% su base annua (+2,8% grandi imprese, stabili le microimprese). Gli aumenti più significativi si sono registrati nei comparti dei mezzi di trasporto (+3,4%), dei metalli e prodotti in metallo (+3%) e delle macchine ed apparecchi meccanici (+2,9%). Più accentuata la performance degli ordinativi dal mercato estero (+2,3%).
Anche nel terzo trimestre l'occupazione registra un calo del -1,3% su base annua (-0,5% nel trimestre precedente).

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