Debora Serracchiani: Il FVG al centro delle nuove Macroregini d’Europa

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\”Il Friuli Venezia Giulia, per la sua localizzazione baricentrica non può non essere protagonista negli scacchieri geopolitici fondamentali per questa parte d\’Europa, come l\’Iniziativa adriatico-ionica o la Regione alpina, auspicando la possibilità anche di un inserimento anche nella Strategia danubiana\”. Lo ha dichiarato oggi a Trieste la presidente della Regione
Debora Serracchiani aprendo, assieme al sindaco di Trieste
Roberto Cosolini ("Trieste è la più europea delle città
italiane", ha osservato)ed al segretario generale dell'Iniziativa
Centro Europea Giovanni Caracciolo di Vietri, i lavori del
Simposio dell'INCE su Macroregioni e rafforzamento della
cooperazione istituzionale ed economica.

"Sbaglierebbe infatti il Friuli Venezia Giulia, sfruttando questa
sua posizione – ha indicato la Serracchiani al ministro per la
Coesione territoriale Carlo Trigilia ed al viceministro agli
Affari esteri Marta Dassù – a non perseguire questa strada di
fattivo inserimento nelle grandi Macroregioni europee, a non
impegnarsi a costruire una seria politica di relazioni
internazionali, nell'interesse più generale del Paese e del
Nord-Est italiano".

Sono stati e dunque avviati nel tempo "rapporti di sistema" con il
Veneto e la Carinzia, ha ricordato la presidente, con i quali è
stato condiviso il "contenitore giuridico" dell'Euroregione Senza
Confini, "a cui ora vorremmo dare contenuti pregnanti e concreti
in più settori d'intervento, quali le infrastrutture, il turismo,
la possibilità di mettere a rete alcuni strumenti Ue con vere
ricadute sul territorio".

Ma Serracchiani ha voluto anche mettere in luce l'attuale
criticità di queste Macroregioni, "anche perché – ha annotato –
se l'Europa dialoga con le sue realtà regionali non è sempre vero
l'inverso: come Regioni non riusciamo infatti a fare sentire la
nostra voce nel momento in cui a Bruxelles sono in fase di
elaborazione le programmazioni future".

Allorché giunge il momento di parlare di contenuti, di
individuare i canali finanziari prossimi, di rendere concerete
queste Macroregioni "le Regioni non dialogano più con l'Europa e
l'interlocutore diventa il Governo nazionale".

La presidente ha comunque rilevato l'importanza di tali
Macroregioni, "che possono talvolta arrivare dove non arrivano
gli Stati", che sono in grado di far dialogare "nuovi pezzi
d'Europa", anche non comunitaria, coinvolgendo anche ulteriori
istituzioni del territorio e nuovi 'stakeholder', nuovi detentori
di interessi sociali ed economici.

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