Assessore Malaspina: sul biogas false notizie

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L’esigenza di cambiare il Pear per rispondere al fabbisogno energetico regionale, la vicenda relativa e l’intervento della Corte Costituzionale sull’autorizzazione di alcuni impianti, le false notizie sulla pericolosità del biogas. Su questi tre punti si è focalizzato l’intervento dell’assessore all’Energia e alle fonti rinnovabili Maura Malaspina questa mattina in consiglio regionale. Una delle sfide che la Regione aveva lanciato con il Piano Energetico Ambientale (PEAR) era quella di ridurre il forte deficit energetico attraverso il risparmio energetico, la cogenerazione distribuita e le energie rinnovabili, rigettando altre opzioni, quali nucleare e impianti turbogas. Al 2012 il deficit energetico regionale era pari a 3.899 GWh (-48,9%) rispetto ad un fabbisogno di 7.991 GWh.
“Un gap – ha detto l’assessore – che la Regione Marche vuole affrontare con un aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale nella massima salvaguardia della salute dei cittadini e della sicurezza ambientale attraverso l’utilizzo di tecnologie e processi di innovazione coerenti con il modello policentrico. In questo contesto le energie rinnovabili rivestono un ruolo prioritario ed in particolare le biomasse, con l’evoluzione della sensibilità della comunità regionale, si sono sempr epiù indirizzate verso impianti di piccola dimensione per favorire le filiere bioenergetiche locali e la generazione distribuita. Purtroppo, un inadeguato contesto normativo di riferimento sulle autorizzazioni, caratterizzato da disposizioni comunitarie non correttamente recepite ab origine dalla normativa nazionale sulla necessità di Via al di là della soglia dimensionale, ha prodotto i suoi effetti negativi sulla normativa regionale che ha pagato, con l’annullamento parziale da parte della Suprema Corte , il vizio contratto tramite il contagio con la legislazione nazionale”. Malaspina dopo aver ripercorso e approfondito la vicenda ha aggiunto: ”Ora, non appare giuridicamente e istituzionalmente giusto e corretto lasciare sola la Regione Marche a risolvere un problema alla cui causa hanno contribuito soprattutto le disposizioni nazionali oggetto a loro volta di procedura di infrazione da parte della Comunità europea. Ciò è tanto più evidente se si pensa che altre Regioni italiane, che avevano adottato norme analoghe per contenuto alla LR n. 3/12, non hanno subito, come invece accaduto per le Marche, la impugnativa da parte del Governo nazionale: in questi territori regionali rimangono in vigore quelle stesse leggi che nelle Marche sono state dichiarate illegittime, generando una disparità di trattamento senza precedenti. Si tratta di regioni in cui un solo impianto a biomasse ha la stessa potenza di tutti gli impianti delle Marche. Per tali motivi la amministrazione regionale si è impegnata in prima linea coinvolgendo anche le istituzioni nazionali. All’indomani della sentenza della Suprema Corte la amministrazione si è dunque subito attivata a livello amministrativo, legislativo e istituzionale per risolvere le delicatissime questioni scaturite dall’annullamento parziale, predisponendo un percorso che garantisse, sempre nel rispetto della legge, i soggetti coinvolti e nel contempo tutelasse la amministrazione dalle ingenti richieste di risarcimento danni”.
La Malaspina ha dunque sottolineato che “sulla questione Biogas la Regione ha dimostrato una gestione virtuosa e non può essere considerata il soggetto responsabile della situazione che si è venuta a creare”.
Non solo: l’assessore Malaspina in conclusione ha voluto chiarire “che la preoccupazione nei territori, relativa alla questione biogas, è stata alimentata anche da falsi miti messi in circolazione ad hoc da alcuni comitati, probabilmente al fine di creare apprensione tra la popolazione così da aumentare il loro seguito. La più odiosa bufala utilizzata, anche dai comitati marchigiani, è quella relativa alla morte di 19 persone in Germania per colpa dei batteri contenuti nel digestato del biogas, notizia fatta circolare ad arte tramite i social media e internet, nonostante da ben 3 anni l’EFSA (European Food safety Authority) autorità preposta al controllo alimentare dell’UE l’abbia categoricamente smentita, associando i decessi ad uno stock di semi di fieno importati dall’Egitto”.

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