Innovazione veloce? Meglio il modello imprenditoriale di quello manageriale

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Collaboratori di valore che si conoscono, regole informali e obiettivi chiari. Questi gli ingredienti ideali per innovare in maniera accelerata secondo un\’analisi della Bocconi basata sullo studio dell\’ingresso di Pirelli come fornitore unico in F1. Obiettivi chiari, delega, libero scambio di informazioni e le persone giuste. Questi sono alcuni degli ingredienti fondamentali per creare un team di successo capace di sviluppare un progetto innovativo in tempi rapidi. Ad illustrarlo uno studio svolti dal Crios Bocconi (Center for Research on Innovation, Organization and Strategy), in collaborazione con la Fondazione Silvio Tronchetti Provera, che ha analizzato i cambiamenti nell’organizzazione e nel modo di operare presso Pirelli al momento dell’ingresso dell’azienda nella Formula 1.
A fine giugno 2010 Pirelli viene infatti scelta come fornitore unico di pneumatici ai 12 team del campionato F1 con soli 5 mesi di tempo per fornire alle squadre gli pneumatici per i test invernali. Lo studio del Crios Bocconi, con la collaborazione del team di Pirelli che ha coordinato il progetto F1, ha analizzato in dettaglio come l’azienda ha progettato, sviluppato e testato in tempi così brevi un nuovo prodotto competitivo.
Tra i primi risultati è emerso che quando esiste la necessità di dover sviluppare progetti e fare ricerca e sviluppo in tempi limitati le pratiche di tipo imprenditoriale sostituiscono quelle di tipo manageriale. Pratiche che vedono, per esempio, schemi organizzativi che si modificano, con la formazione di piccole strutture autonome ma coordinate con il dipartimento R&D, e ilcapitale umano diventare un punto di forza, con gli impiegati che formano team multi-funzione.
“Si verifica una vera e propria rivoluzione degli schemi aziendali e nel contempo le persone e la composizione dei team acquistano un ruolo fondamentale,” spiega Alfonso Gambardella, Crios Bocconi e coordinatore dello studio. “Abbiamo riscontrato inoltre che tale rivoluzione iniziale diventa poi pratica abitudinaria all’interno dell’impresa.”
In dettaglio l’analisi ha evidenziato, tra i vari elementi, l’importanzadella scelta delle persone e che ciò si deve basare sulla conoscenza personale. Tale scelta va fatta infatti non solo su competenze tecniche ma anche sulle caratteristiche personali, scegliendo personemotivate e disposte a rischiare. Bisogna poi dare spazio alle regole informali e alla decentralizzazione, evitando le gerarchie e favorendo la presa di decisioni rapide.
“Lo studio ha stabilito alcuni fattori chiave di successo come la necessità di definire obiettivi chiari e di breve periodo, da controllare continuamente, e l’essere rigoroso nel lavoro, con tappe di valutazione continue per evitare eccessive pressioni di tempo,” illustra Gambardella. “Le informazioni poi devono circolare liberamente per permettere alle persone di collaborare e aiutarsi a vicenda. E poi va sottolineato come le persone fanno il successo di questi tipi di processi. Bisogna prestare attenzione nel scegliere persone che sono in grado di lavorare in team e disposti a imbarcarsi in un'impresa rischiosa.”
Infine, lo studio indica che i processi straordinari che avevano caratterizzato il lavoro del team F1 sono poi stati routinizzati nel normale operare dell’azienda, incidendo significativamente anche sulla cultura organizzativa, che ora considera la trasparenza dell’informazione uno dei propri valori cardine.
“La ricerca in oggetto si inserisce in un vasto programma di studio che vede coinvolta la nostra Fondazione a fianco dell’Università Bocconi nell’analisi dei processi aziendali. Tale ricerca evidenzia come per raggiungere obiettivi molto sfidanti occorra un team specialistico con un grande senso di coinvolgimento,” commenta Lucio Pinto, direttore della Fondazione Silvio Tronchetti Provera.

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