Interporto Marche: risultati storici

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Con l’adozione dell’“accordo di partenariato” tra la Commissione Europea e l\’Italia, avvenuto lo scorso 29 ottobre, si chiude l’ultimo atto di un percorso che negli ultimi dodici mesi ha visto la Regione Marche e l’Interporto delle Marche raggiungere risultati che definirei storici. A dicembre 2013, il Regolamento (UE) N. 1315/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2013 sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti ha individuato l’Interporto delle Marche come RRT – Rail Road Terminal della "core network", ovvero come nodo nel quale è previsto lo scambio modale tra “gomma” e ferro”, con vocazione allo sviluppo dell’intermodalità. Il provvedimento consente il collegamento delle Marche con il Corridoio Helsinki-La Valletta tramite la linea ferroviaria Bologna-Ancona. I Rail Road Terminal della rete “core” in Italia sono 15 di cui 12 situati in interporti, e dei quali i più prossimi a Jesi sono: Bologna a nord, Pomezia a ovest, Bari a sud.

A marzo 2014 sono stati approvati dalla Commissione Europea i programmi di lavoro 2014-2020 Multi-Annuale ed Annuale TEN-T relativi al CEF (Connecting Europe Facility), che prevedono risorse per complessivi 11 miliardi di euro così ripartiti:
• 6 miliardi per la rimozione delle strozzature e la realizzazione dei collegamenti mancanti;
• 250 milioni per garantire i sistemi di trasporto efficienti e sostenibili a lungo termine;
• 750 milioni per ottimizzare l’integrazione e l’interconnessione dei modi di trasporto e accrescere l’interoperabilità, la protezione e la sicurezza di trasporto;
• 4 miliardi per l’allocazione al Fondo di Coesione (per il quale l’Italia non è eleggibile).

A settembre 2014, nell’ambito del CEF (Connecting Europe Facility) sono stati pubblicati i primi bandi con scadenza febbraio 2015, che prevedono il co-finanziamento per la realizzazione di opere infrastrutturali pari al 20% del costo di realizzazione, che può giungere al 30% in caso di eliminazioni di strozzature sulla rete. Il 50% in caso di studi di fattibilità.

Il 24 ottobre 2014 il Consiglio Europeo ha adottato la Strategia Europea per la Macroregione Adriatico Ionica (EUSAIR), la terza dopo le macroregioni del Baltico e del Danubio, dando così avvio alla prima esperienza di Macroregione con il coinvolgimento dell’Italia e che vede la Regione Marche protagonista di un nuova fase di sviluppo. In questo caso, il pilastro 2 della Strategia “CONNETTERE LA REGIONE” punta al miglioramento dell’accesso dell’Europa sud-orientale al resto del mondo ed allo sviluppo dei sistemi di trasporto intermodali, che necessitano di essere potenziati al fine di favorire il posizionamento dell’hub regionale nel quadro internazionale.

Nei giorni scorsi, infine, l’adozione dell’accordo di partenariato, ha di fatto avviato investimenti per 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della politica di coesione nel periodo 2014-2020.
L'accordo contiene anche il documento sugli strumenti di raccordo tra politica di coesione 2014-2020 e la Strategia per la Macroregione Adriatico Ionica (EUSAIR). Nello specifico l'Allegato III – Tavola Azioni EUSAIR in cui, in capo ad uno degli 11 Obiettivi Tematici ovvero l’Obiettivo Tematico 7 – Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete”, viene evidenziata la necessità di “potenziare infrastrutture e attrezzature portuali e interportuali di interesse nazionale e regionale, ivi incluso il loro adeguamento ai migliori standard ambientali, energetici e operativi, e il potenziamento dell’integrazione dei porti con le aree retro portuali”.

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