Modernità del disegno

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Inaugura il 28 febbraio la mostra: “Modernità del disegno tra Romagna e Toscana 1880-1914”, 120 opere: da Giovanni Boldini, Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Vittorio Corcos, a Domenico Baccarini, Ercole Drei, Achille Calzi, ai romagnoli come Torchi, Rambelli, Guaccimanni, solo per citarne alcuni. Aperta fino al 28 giugno 2015 negli spazi del Padiglione delle feste di Castrocaro Terme (FC), monumento Art déco per eccellenza, la mostra s’inserisce nell’ambito delle collaterali alla grande esposizione su Boldini a Forlì. È dedicata all’importanza del disegno dalla metà dell’Ottocento in poi la mostra dal titolo: “Modernità del disegno tra Romagna e Toscana 1880-1914”, che inaugura sabato 28 febbraio, alle ore 17,00, negli spazi Déco del Padiglione delle Feste delle Terme di Castrocaro (FC), per rimanere aperta fino al 28 giugno a ingresso gratuito.
L’intero progetto, promosso da Longlife Formula Spa, si svolge sotto l’alto patrocinio dell’IBC Istituto per i Beni Culturali, Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Provincia di Forlì-Cesena e Unione dei Comuni Romagna toscana.

La mostra, curata da Paola Babini e Beatrice Sansavini, responsabile delle attività culturali del Padiglione, prevede un percorso articolato e approfondito che intende, attraverso 120 opere, valorizzare l’arte del disegno e della fiorente attività degli artisti, che nella seconda metà dell’Ottocento dalla Romagna crearono un flusso con e da Firenze, prima meta del giovane Boldini prima di approdare a Parigi.
Inserita nell’ambito degli eventi collaterali alla grande esposizione di Giovanni Boldini a Forlì, parte proprio dal confronto con il celebrato Maestro ferrarese del quale saranno in esposizione disegni provenienti da collezioni pubbliche e private, accanto ad alcuni disegni di Silvestro Lega, il più rappresentativo degli artisti romagnoli dell’Ottocento, proseguendo con Vittorio Corcos, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Domenico Baccarini, grandi pionieri del moderno, messi in relazione con artisti come Licinio Barzanti, Antonio Berti, Achille Calzi, Ercole Drei, Augusto Gardelli, Riccardo Gatti, Domenico Rambelli, Angelo Torchi, Orazio Toschi, Edgardo Saporetti, Gino Barbieri, Anselmo Gianfanti, Domenico Miserocchi, fino a Lorenzo Viani e ai meno conosciuti Fortunato Teodorani e Giuseppe Rambelli. E ancora gli eccellenti pastelli di Vittorio e Alessandro Guaccimanni, e quelli del loro maestro Arturo Moradei fiorentino di nascita e formazione, chiamato dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna nel 1870 ad insegnare pitturaAprono la mostra tre ritratti dipinti ad olio di spiccato taglio boldiniano, fra questi l’elegante “Ritratto della Contessa Gamberini Cavallini” eseguito dall’artista bagnacavallese Giuseppe Rambelli.

Come Parigi rappresenta per i protagonisti dell’Ottocento italiano, tra cui Boldini, un fervido ambiente di dimensione internazionale e centro assoluto dell’arte e della cultura grazie alla leggendaria stagione della “Belle Époque”, così Firenze costituisce una straordinaria officina di giovani artisti, molti dei quali diventano i più noti esponenti dell’arte italiana interpretando gli slanci e le tensioni della modernità.
Nell’allora capitale d’Italia, il vivace clima dei Macchiaioli era motivo di grande fascino e attrazione; furono le scuole di Giovanni Fattori e di Telemaco Signorini, come il contatto con il teorico Diego Martelli, a coinvolgere i nostri giovani pittori indirizzandoli alla Regia Accademia di Firenze e alla Scuola del disegno dove la lenta ma progressiva conversione dal formalismo accademico al naturalismo romantico, liberava nell’espressione della macchia le aspirazioni artistiche dei giovani romagnoli.
Gli allievi erano accompagnati all’aria aperta, educati a osservare e a trarre schizzi presi direttamente dal vero. Il disegno diventava così l’unico mezzo per cogliere immagini di vita corrente. Si trattava di appunti veloci, che si trasformano in taccuini d’artista, “prime” impressioni, che saranno la base delle rielaborazioni successive fino alle composizioni pittoriche definitive. La natura diventa fonte inesauribile di ispirazione, il disegno archetipo della pittura, ma anche espressione autonoma di una grande modernità.

La mostra è allestita nel Padiglione delle Feste delle Terme di Castrocaro (in provincia di Forlì-Cesena) già monumento Art déco per eccellenza, incastonato nello splendido borgo sulla strada che collega la Romagna alla Toscana.
Immersi in questa cornice di meravigliose architetture e decorazioni anni Trenta, si può scegliere un soggiorno dedicato all’arte e al benessere.
Il Grand Hotel delle Terme di Castrocaro offre, infatti, speciali week end con pacchetti dedicati al wellness e alla visita delle mostre dei Musei di San Domenico di Forlì e del Padiglione delle Feste.

Il catalogo, edito dalla Edizioni Essegì, è disponibile in mostra con testi di Sauro Casadei, Daniele Casadio, Alberto Giorgio Cassani, Diego Galizzi, Antonella Imolesi Pozzi, Orlando Piraccini, Sergio Sermasi, Ulisse Tramonti.

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