Povertà – Lodolini: “I fondi al sociale sono un investimento”

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In 5 anni il numero dei poveri in Italia è triplicato e, dei circa 5 milioni stimati, almeno 1,2 milioni sono minori. A questi se ne aggiungano altrettanti in condizione di povertà relativa. Ecco i numeri drammatici che rendono indispensabile il contrasto alla povertà al centro della mattinata di riflessione organizzata ad Ancona dall\’On. Emanuele Lodolini con il patrocinio di Anci Marche e della Camera dei Deputati, alla quale sono intervenuti anche Emma Capogrossi, Coordinatrice della Commissione Servizi Sociali e Immigrazione di Anci Marche, Sergio Pierantoni, Coordinatore dell\’ufficio Amministrativo della Caritas nazionale, Sergio Santarelli, Dirigente dei Servizi Sociali della Regione Marche. “Per svoltare con gli strumenti di contrasto alla povertà, in sostegno di famiglie ed persone in grave difficoltà economiche – ha detto Emanuele Lodolini introducendo l'incontro – un gran lavoro è stato fatto dal governo Renzi con la legge di stabilità 2016 e la legge di bilancio 2017 che ha destinato 1 miliardo e mezzo di euro da considerarsi un punto di partenza importante sapendo che il fondo sul sociale era stato azzerato”. “I fondi destinati al sociale – ha aggiunto l'On. Edoardo Patriarca, Presidente del Centro Nazionale Volontariato – per troppo tempo sono stati considerati una spesa mentre andrebbero considerati un investimento perché se si aiuta le famiglie ad uscire dalla povertà, queste rientrano nel circuito economico e quindi contribuiscono alla ripresa del paese”. “Inoltre – ha aggiunto – dovremmo re-introdurre nel nostro vocabolario il concetto del prendersi cura, di chi ha bisogno, di chi vive situazioni di disagio, del territorio, degli altri, e la politica, da questo punto di vista, può fare molto ma, con l'approvazione di questa legge per la quale attendiamo i decreti attuativi, si è già dato un segnale significativo”. Il disagio sociale oggi riguarda soprattutto i giovani ed i minori, e meno gli ultra 65enni i cui dati sono pressoché invariati. Il dibattito aperto riguarda anche il reddito d'inclusione il cui sostegno economico è “condizionato all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativo volto all’affrancamento dalla condizione di povertà” – ha detto Emma Capogrossi a nome dell'Anci Marche. Dunque il modello scelto è quello di un sostegno complessivo alla persona finalizzato soprattutto al suo inserimento lavorativo ed all'uscita da una situazione di disagio momentaneo.

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