Rosso Conero, un futuro solido per una zona unica

572
Alberto Mazzoni

“Il Rosso Conero oggi non è un vino di moda e questo significa che avrà un successo più lento ma più solido. È un prodotto che non deborda e si distingue per le sue grandi doti di invecchiamento, oltre ad avere un grande valore aggiunto: quello che degli enologi marchigiani che lo fanno con il cuore, dando al vino qualcosa in più”. È il commento di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, intervenuto oggi a Camerano (AN) al convegno sul futuro del vino rosso italiano organizzato dall\’Istituto Marchigiano di Tutela Vini in occasione dei 50 anni della Doc del Rosso Conero. Eccellenti anche gli apprezzamenti del responsabile del ‘Progetto vino’ di Collisioni e senior editor di Vinous, Ian D’Agata: “Quella del Rosso Conero è una zona benedetta da Dio, e la cosa interessante da prendere in considerazione è che se da una parte è un territorio unico, bellissimo, dall’altra è composta da aree molto diverse tra loro. Per questo occorre dare valore alla diversità e alle tante sfaccettature che possono rispecchiarsi nel bicchiere”.
Per Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini che ha organizzato la tavola rotonda nell’ambito di Collisioni Marche: “Il Rosso Conero è nato grazie a produttori lungimiranti che sono andati controcorrente: hanno preferito il Montepulciano al Sangiovese e prodotto un rosso in un posto di mare. Ora confidiamo in un ulteriore cambio di marcia per meglio seguire le linee di mercato”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here