Henri Cartier-Bresson Fotografo, domani l’apertura

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Place de l'Europe, Stazione Saint Lazare, Parigi, Francia 1932 Copyright: © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Apre al pubblico l’8 marzo presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, Henri Cartier-Bresson Fotografo, 140 scatti in una grande mostra promossa dal Comune di Ancona ed  organizzata da Civita Mostre in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi.

La conferenza stampa

E’ il secondo appuntamento con i grandi maestri della Fotografia alla Mole, dopo quello dedicato a Steve McCurry, chiuso con grande successo alla fine di giugno dell’anno scorso. Dopo aver ammirato il più famoso fotografo contemporaneo, fino al 17 giugno 2018 sarà possibile immergersi nel mondo del più grande maestro del Novecento, per scoprire il carico di ricchezza di ogni sua immagine, testimonianza di un uomo consapevole, dal lucido pensiero, verso la realtà storica e sociologica.   

Place de l’Europe, Stazione Saint Lazare, Parigi, Francia 1932 Copyright: © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Quando scatta l’immagine guida che è stata scelta per questa rassegna retrospettiva, Henri Cartier-Bresson ha solo 24 anni. Ha comprato la sua prima Leica da appena due anni, ma è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. “Sono solo un tipo nervoso, e amo la pittura.” … “Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava.

Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora, nella risposta immediata del soggetto.

Per Cartier-Bresson la tecnica rappresenta solo un mezzo che non deve prevaricare e sconvolgere l’esperienza iniziale, reale momento in cui si decide il significato e la qualità di un’opera.

Viale del Prado, Marsiglia, Francia 1932 Copyright: © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

“Per me, la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell’intuito e della spontaneità, il padrone del momento che, in termini visivi, domanda e decide nello stesso tempo. Per “dare un senso” al mondo, bisogna sentirsi coinvolti in ciò che si inquadra nel mirino. Tale atteggiamento richiede concentrazione, disciplina mentale, sensibilità e un senso della geometria. Solo tramite un utilizzo minimale dei mezzi si può arrivare alla semplicità di espressione”.

Henri Cartier-Bresson non torna mai ad inquadrare le sue fotografie, non opera alcuna scelta, le accetta o le scarta. Nient’altro. Ha quindi pienamente ragione nell’affermare di non capire nulla di fotografia, in un mondo, invece, che ha elevato quest’arte a strumento dell’illusione per eccellenza.

Alicante, provincia di Valencia, Spagna 1933 Copyright: © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Lo scatto è per lui il passaggio dall’immaginario al reale. Un passaggio “nervoso”, nel senso di lucido, rapido, caratterizzato dalla padronanza con la quale si lavora, senza farsi travolgere e stravolgere.

 

“Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge. In quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale”.

I suoi scatti colgono la contemporaneità delle cose e della vita. Le sue fotografie testimoniano la nitidezza e la precisione della sua percezione e l’ordine delle forme.

Egli compone geometricamente solo però nel breve istante tra la sorpresa e lo scatto. La composizione deriva da una percezione subitanea e afferrata al volo, priva di qualsiasi analisi. La composizione di Henri Cartier-Bresson è il riflesso che gli consente di cogliere appieno quel che viene offerto dalle cose esistenti, che non sempre e non da tutti vengono accolte, se non da un occhio disponibile come il suo.

Prostitute. Calle Cuauhtemoctzin, Città del Messico, Messico 1934 Copyright: © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

 

Fotografare, è riconoscere un fatto nello stesso attimo ed in una frazione di secondo e organizzare con rigore le forme percepite visivamente che esprimono questo fatto e lo significano. È mettere sulla stessa linea di mira la mente, lo sguardo e il cuore”.

 

Per parlare di Henri Cartier-Bresson – afferma Denis Curti, curatore della mostra ad Ancona –  è bene tenere in vista la sua biografia. La sua esperienza in campo fotografico si fonde totalmente con la sua vita privata.

Salerno, Italia 1933 Copyright: © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Due episodi la dicono lunga sul personaggio: nel 1946 viene a sapere che il MOMA di New York intende dedicargli una mostra “postuma”, credendolo morto in guerra e quando si mette in contatto con i curatori, per chiarire la situazione, con immensa ironia dedica oltre un anno alla preparazione dell’esposizione, inaugurata nel 1947. Sempre nello stesso anno fonda, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa agenzia Magnum Photos. Insomma, Cartier – Bresson è un fotografo destinato a restare immortale, capace di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna e di influenzare intere generazioni di fotografi a venire.

A proposito della creazione di Magnum Photos, ancora oggi fondamentale punto di riferimento per il fotogiornalismo, Ferdinando Scianna, per molti anni unico membro italiano ha scritto: Magnum continua a sopravvivere secondo l’utopia egualitaria dei suoi fondatori. In modo misterioso è riuscita finora a fare convivere le più violente contraddizioni. Questa è la cosa che più mi appassiona. Per quanto mi riguarda, sicilianissimo individualista, ho difficoltà a sentirmi parte di qualunque tipo di gruppo, ma so che se devo riferirmi a una appartenenza culturale è in quella tradizione che mi riconosco.

La mostra Henri Cartier Bresson Fotografo è una selezione curata in origine dall’amico ed editore Robert Delpire, scomparso l’anno scorso, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson, istituzione creata nel 2003 assieme alla moglie Martine Franck ed alla figlia Mélanie e che ha come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti. L’allestimento della mostra è curato da Denis Curti e Andrea Holzherr per conto di Magnum Photos.

Obiettivo della rassegna è far conoscere e capire il modus operandi di Henri Cartier-Bresson, la sua ricerca del contatto con gli altri, nei luoghi e nelle situazioni più diverse, alla ricerca della sorpresa che rompe le nostre abitudini, la meraviglia che libererà le nostre menti, grazie alla fotocamera che ci aiuta ad essere pronti a coglierne e ad immortalarne il contenuto.

BIOGRAFIA

 

Gli inizi

 

1908             Nasce il 22 agosto a Chanteloup, Seine-et-Marne. Frequenta il Lycée Condorcet di Parigi.

 

1926               Studia pittura nello studio di André Lhote. XXXXX Realizza i primi scatti

 

1930               Trascorre quasi un anno in Costa d’Avorio.

 

1931               Nella rivista d’arte Arts et Métiers Graphiques vede una fotografia di Martin Munkacsi e decide di diventare fotografo.

 

Primi esperimenti fotografici

 

1932               Acquista la sua prima Leica e viaggia in Europa con gli amici Leonor Fini e Pieyre de Mandiargues.

Prime pubblicazioni su Voilà e Photographies.

 

1933                          Prima mostra presso la Julien Levy Gallery, New York. Le sue foto verranno poi messe in mostra all’Ateneo Club a Madrid.

 

1934               Si reca in Messico al seguito di una spedizione etnografica. La missione non ha successo, ma Cartier-Bresson decide di fermarsi sul posto.

 

Il cinema

 

1935               In mostra con Manuel Alvarez Bravo al Palacio de Bellas Artes, Mexico, e un mese dopo alla Julien Levy Gallery, con Walker Evans e Manuel Alvarez-Bravo.

Trascorre del tempo negli USA e scopre il cinema, con Paul Strand e il Nykino Group.

 

1936               Lavora come assistente alla regia di Jean Renoir a La scampagnata e La vita è nostra.

 

1937               Dirige due documentari; Victoire de la vie, documentario sugli ospedali nella Spagna repubblicana, e With the Abraham Lincoln Brigade, sulla vita dei soldati americani durante la guerra civile spagnola. Realizza anche un reportage fotografico sull’incoronazione di Giorgio VI pubblicato sul giornale Ce Soir.

 

 

1938               Dirige, su richiesta del Secours Populaire, un documentario sulla Guerra civile spagnola, L’Espagne vivra.

 

1939               Collabora con Jacques Becker e André Zvoboda come assistente alla regia di Jean Renoir nel film La Règle du jeu.

 

Gli anni della guerra

 

1940                          Presta servizio con l’unità “Film and Photography” della Terza Armata.

Il 23 giugno viene catturato dai tedeschi.

 

1943               Dopo tre tentativi, fugge nel febbraio 1943. Si unisce al MNPGD (Mouvement National des Prisonniers de Guerre et Déportés), un’organizzazione per aiutare i prigionieri e gli evasi.

 

1944               Per le Edizioni Braun, realizza una serie di ritratti di scrittori e artisti (Henri Matisse, Pablo Picasso, Georges Braque, Pierre Bonnard, Paul Claudel, Georges Rouault…).

 

1945               Dirige il film “Le Retour” (The Return), un documentario sul rimpatrio dei prigionieri di guerra e dei detenuti civili.

 

 

Fotografo professionista

 

1946-47         Trascorre più di un anno negli USA. Su richiesta di Harper’s Bazaar, viaggia per diversi mesi con John Malcolm Brinnin fotografando artisti e scrittori.

 

1947               Esposizione Photographs by Henri Cartier-Bresson presso il museo d’Arte Moderna di New York.

Con Robert Capa, David Seymour, William Vandivert e George Rodger, fonda l’agenzia Magnum Photos

 

1948–50        Viaggia in Estremo Oriente per tre anni: segue in India la morte di Gandhi, in Cina gli ultimi sei mesi del Kuomintang e i primi sei mesi della Repubblica Popolare, e in Indonesia per l’indipendenza. Le sue foto vengono pubblicate in tutto il mondo.

 

 

1952                          Il suo primo libro, Images à la sauvette, viene pubblicato da Tériade, con copertina di Matisse.

Prima esposizione in Inghilterra, Photographs by Henri Cartier-Bresson presso l’Institute of Contemporary Arts.

 

1953               Vacanze attraverso l’Europa.

 

1954               Pubblica i libri Les Danses à Bali e D’une Chine à l’autre, che segneranno l’inizio della lunga collaborazione con l’editore Robert Delpire.

È il primo fotografo ammesso in Unione Sovietica dall’inizio della Guerra Fredda.

 

1955               Prima esposizione in Francia presso il Pavillon de Marsan al Louvre. Tériade pubblica Les Européens (copertina illustrata da Miró).

 

1958               Ritorna in Cina per tre mesi in occasione del decimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese

 

1961               Realizza una serie di ritratti per la rivista Queen

 

1963               Ritorna per la seconda volta in Messico. La rivista Life lo invia a Cuba.

 

 

1965               Passa diversi mesi in Giappone.

 

1966               Ritorna in India.

 

1967               Su commissione di IBM, lavora al progetto L’Uomo e la Macchina, che diventerà una mostra e un libro.

 

1968-69         Su incarico del Reader’s Digest, viaggia in Francia per oltre un anno e pubblica il libro Vive la France, che accompagnerà la mostra “En France” realizzata al Grand Palais nel 1970.

 

1970-71         Dirige due documentari negli USA per la CBS News; Southern Exposures e Impressions de Californie.

 

1972-73         Ritorna in Russia.

 

Ritorno alla pittura

 

1974               Termina la collaborazione attiva con la Magnum Photos, che però mantiene la distribuzione dei suoi lavori. Si concentra sul disegno.

 

1975               Prima mostra di disegni alla Carlton Gallery, New York.

 

1987               Mostra fotografica The Early Work, al museo d’Arte Moderna di New York.

 

1988               Il Centre National de la Photographie celebra i suoi 80 anni. Istituzione del premio Henri Cartier-Bresson.

 

2000               Con la moglie, Martine Franck, e la figlia Mélanie, progetta la creazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson, che si prefigge di raccogliere le sue opere e creare uno spazio espositivo aperto ad altri artisti.

 

2002               La Fondazione viene riconosciuta dallo stato francese come ente di pubblica utilità.

 

2003               La Fondazione Henri Cartier-Bresson viene inaugurata a Parigi.

Retrospettiva De qui s’agit-il?  alla Bibliothèque nationale de France.

 

2004               Cartier-Bresson muore serenamente a Montjustin, Provenza, il 3 agosto

 

 

 

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