Gli oceani rappresentano la più importante riserva di risorse naturali del pianeta. Forniscono il 40% delle proteine necessarie alla nutrizione umana, producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo, sostengono in modo determinate la sopravvivenza di un miliardo di persone e contengono risorse energetiche e minerarie tali da poter sostenere la crescita demografica globale. La crescita blu (blue growth) è la strategia a lungo termine sviluppata dall’Unione europea per sfruttare il potenziale dei mari e avviare una crescita economicamente ed ecologicamente sostenibile. Per farlo occorre mantenere la salute degli ecosistemi mari e oceani. Gli ecosistemi marini sono sotto una pressione crescente da parte dell’Uomo, sia in termini di utilizzo diretto delle risorse (ad esempio pesca, estrazione mineraria, idrocarburi) sia di impatti indiretti, quali i cambiamenti globali. Varie attività umane colpiscono gli ecosistemi marini sia costieri, sia profondi. La funzionalità del pianeta blu è quindi a rischio e con essa la possibilità di godere dei beni e dei servizi ecosistemici offerti dal mare. Le opzioni che abbiamo di fronte sono essenzialmente tre: la prima consiste nel continuare senza fare nulla (“business as usual”) negando l’evidenza dei cambiamenti in corso; la seconda nel proteggere gli oceani e ridurre le pressioni per consentire un recupero (resilienza) naturale; la terza è quella di intervenire attivamente con il restauro ambientale. Il tutto in un quadro di mitigazione dell’impatto dei cambiamenti globali. La scienza ha dimostrato che la biodiversità è il miglior alleato dell’Uomo per mitigare gli impatti dei cambiamenti in corso e offrire maggiori opportunità di benessere. Tuttavia in molti casi i danni operati dall’Uomo non sono recuperabili in modo naturale. Si rendono necessarie nuove soluzioni su scala industriale (e.g., ingegneria ecologica e investimenti in risorse di capitale naturale) per ripristinare gli habitat degradati dell’ecosistema marino. Ci stiamo affacciando a una nuova era di opportunità di crescita, di lavoro e di formazione basate sullo sviluppo di un’economia del mare eco-sostenibile. In questa relazione illustrerò come formazione, ricerca e sviluppo industriale possono cooperare per un nuovo approccio all’utilizzo delle risorse naturali, avendo il mare come “banco di prova”.