Togliere il numero chiuso a Medicina? Non è quello il problema

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La proposta di togliere il numero chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina periodicamente prospettato e rilanciato recentemente anche da alcuni Rettori di atenei italiani non piace ai Medici e Dirigenti Sanitari. “Più che altro non risolve i problemi” – dice Oriano Mercante, Segretario di Anaao Assomed Marche. “La carenza di personale dipende dallo scarso numero di specialisti non di laureati in medicina. Senza fondi adeguati non si possono indire i concorsi per offrire borse di specializzazione che consentono ai laureati in medicina di proseguire il proprio percorso formativo. L’attuale normativa, con il concorso per l’accesso, avrà mille difetti ma se non altro dà una chiarezza e una certezza che la proposta non offre. In pratica si proporrebbe di far accedere liberamente a Medicina e di conseguire un certo numero di crediti entro il primo anno, se non si raggiungono tali crediti si viene automaticamente trasferiti alla facoltà di biologia ove tali crediti verranno conteggiati. Ma perché questo? Non è meglio dare subito una certezza allo studente e consentirgli di fare eventualmente altre scelte diverse da biologia in caso di mancato superamento del test d’accesso? Non vorrei che l’attuale normativa, rigorosa e quasi a prova di “intrusione”, non piacesse a qualcuno che preferirebbe “gestire gli esami” del primo anno che permetteranno di continuare il corso di laurea in Medicina. E poi le strutture per accogliere un alto numero di studenti del primo anno dove sono? La proposta mi sembra un grande papocchio.”
Accanto a questo poi ci sono le condizioni di lavoro che sono sempre più difficili con turni infiniti e quindi alcune specializzazioni come il pronto soccorso e la pediatria, giusto per citare due esempi, hanno scarsissimo appeal nei giovani aspiranti medici”.
Con l’avvio delle procedure per andare in pensione beneficiando del provvedimento “quota 100”, sono 151 i dirigenti medici e 40 i dirigenti sanitari che operano nella sanità pubblica nelle Marche che acquisiscono nel 2019 il diritto di andare in pensione nel breve periodo Il Servizio Sanitario Nazionale perderà in poco tempo gran parte delle professionalità più esperte senza possibilità di sostituirle per mancanza di fondi creando vuoti di organico.
“Stiamo ancora combattendo – insiste Mercante – per la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità fissato al dato 2004 dell’1,4%, e per aprire finalmente una stagione di assunzioni del Sistema Sanitario Nazionale in grado di far fronte nei prossimi 5 anni, al pensionamento del 40% deli medici, veterinari e dirigenti sanitari completando il percorso di stabilizzazione dei precari avviata con la legge Madia”.

 

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