L’Oasi Faunistica La Badia approda in Parlamento, interrogazione al Ministro Costa

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Carrabs: “Invito tutti i cittadini a firmare la petizione su change.org e ringrazio l’On. Rossella Muroni per aver portato la nostra battaglia alla ribalta nazionale”

“A poche ore dalla diffusione della notizia e della petizione on line su change.org (http://chng.it/S2QKzfGN) “Salviamo l’Oasi Faunistica La Badia di Urbino, NO alla riapertura della caccia!” la questione è divenuta subito un tema di dibattito politico nazionale”. Queste le parole di Gianluca Carrabs responsabile nazionale dei Verdi in relazione all’interrogazione fatta dall’On. Rossella Muroni al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa proprio sull’ipotesi di riapertura della caccia nell’oasi faunistica marchigiana locata nella provincia di Pesaro e Urbino tra i comuni di Urbino e Montecalvo in Foglia. “Mi sono fatto subito portavoce della petizione nelle opportune sedi istituzionali nazionali – ha continuato Carrabs – ed ho trovato nell’On. Muroni una solida sponda in quanto donna da sempre attenta a queste tematiche, non a caso, Presidente di Legambiente sino al 2017. L’atto parlamentare è partito immediatamente a testimonianza che la questione è molto sentita e non è da circoscrivere ad un quadro politico locale. Come ho già avuto modo di sostenere, infatti, ritengo la riapertura della caccia in un’area messa sotto tutela ambientale proprio dalla Regione Marche nel 1979 sotto richiesta del WWF un grandissimo passo indietro rispetto alle posizioni di protezione ambientale prese nel passato che avevano fatto delle Marche una delle regioni più green e attente all’ambiente del Paese. Una scelta tanto giusta allora quanto sbagliata oggi poiché l’ambientalismo è inserito al vertice delle strategie di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea e una decisione come quella paventata ci porrebbe in un’assurda e anacronistica controtendenza. Il mio appello va ora a tutti gli italiani e chiedo il loro aiuto nel sostenere, con una firma, la petizione on line, perché se è vero che esiste una lobby dei cacciatori, ne esiste anche una di cittadini comuni”.

 

Di seguito il testo dell’interrogazione presentata dall’On. Rossella Muroni:

MURONI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

l’Oasi faunistica “La Badia” si estende nelle Marche, tra i comuni di Urbino e Montecalvo in Foglia, con tutti i suoi rigogliosi 650 ettari di boschi e colline. È un’importante area protetta della provincia di Pesaro Urbino dal 1979, quando fu costituita dalla regione Marche sotto richiesta del Wwf: protegge al suo interno tantissime varietà di vegetazioni e di specie animali;

è presente un antico bosco di querce secolari, solcato ai confini dal fiume Foglia, che è diventato la casa di albanelle, specie protetta di rapace, falchi, poiane e meta di passaggio per gli uccelli migratori. Inoltre, nell’Oasi, e più precisamente nelle terre della tenuta Santi Giacomo e Filippo, vi sono oltre a tre differenti “Land Art”, ammirabili da diverse angolazioni una pianura alluvionale. In parole povere, “La Badia” è un’area di straordinaria bellezza paesaggistica e ricca di biodiversità; «Il mio è un appello alla coscienza ecologica ambientale del Presidente della regione Marche per ribadire un deciso “NO” alla riapertura della caccia all’interno dell’Oasi Faunistica “La Badia” di Urbino». Sono queste le parole del responsabile nazionale dei Verdi a commento dell’ipotesi della riapertura dell’area protetta alla caccia dell’oasi;

è importante ricordare che negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso l’area è stata teatro di importanti studi scientifici sui volatili e, inoltre, è stata luogo di didattica da parte delle scuole per le generazioni dei più giovani. Non a caso, all’interno dell’oasi, si trova il Cras (Centro di recupero animali selvatici della regione Marche);

“La Badia” comprende anche varie aree Zps e Sic della rete Natura 2000, di notevole interesse comunitario, nella quale sussistono elementi naturali di indubbio valore, come le anse del fiume Foglia, con la loro vegetazione, i lembi di querceto, la varietà del suolo (da zone di calanco a prati umidi), le numerose macchie arbustive ed arboree e la ricca avifauna stanziale e migratoria;

riaprire alla caccia nell’Oasi “La Badia”, oltretutto alle braccate al cinghiale, rappresenterebbe quindi, oltre che un massacro della pregevole fauna presente, anche un danno incalcolabile alle numerose attività agrituristiche e alle tante aziende agricole presenti, che danno lavoro e sostentamento a moltissime famiglie;

è del tutto evidente che la riapertura dell’area alla caccia sarebbe un grandissimo passo indietro rispetto alle posizioni su tutela e conservazione ambientale prese nel passato che avevano fatto delle Marche una delle regioni più “green” e attente all’ambiente del Paese. Una scelta tanto giusta allora quanto sbagliata oggi, poiché la tutela dell’ambiente, del paesaggio e della biodiversità è inserita al vertice della strategia di sviluppo sostenibile dell’Unione europea e una decisione come quella paventata porrebbe l’Italia in un’assurda e anacronistica controtendenza –:

se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non intenda promuovere, per quanto di competenza, una riflessione tecnica, in collaborazione con la regione Marche e gli altri enti istituzionali coinvolti, al fine di garantire la tutela di un prezioso e delicato ecosistema terrestre, estremamente ricco in termini di biodiversità, qual è l’Oasi “la Badia”.

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