Un Mare di Svizzera2, Genova e Savona dimostrano in Svizzera che sanno costruire in tempi certi

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Un indice di realizzazione delle opere messe a bilancio pari all’89,94% su investimenti in conto capitale che sfiorano quest’anno i 250 milioni di euro. È con questo dato e con l’imminente apertura del nuovo terminal di Savona-Vado in grado di movimentare 800.000 teu al 49% controllato da capitali cinesi, che l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale, ovvero i porti di Genova e Savona, ha presentato il suo nuovo “biglietto da visita” a un mercato svizzero che potrebbe tornare a guardare con attenzione alla prospettiva logistica mediterranea, come alternativa al monopolio logistico che gli scali del Nord Europa esercitano sull’interscambio elvetico.

A farsi latore di questo messaggio di affidabilità anche sui tempi di realizzazione delle opere
di terra, della nuova viabilità genovese (compromessa dal crollo del Ponte Morandi) e dei
dragaggi, è stato oggi a Lugano il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Paolo Emilio
Signorini.

Gli ha fatto eco Gilberto Danesi, Ceo del terminal PSA di Prà Voltri, punta di diamante del
porto di Genova, nel mercato container. Danesi ha confermato a sorpresa che anche un
collegamento diretto ferroviario fra il porto di Genova e la Svizzera può non essere un’utopia. Ogni settimana tre treni container muovono dal terminal di Prà Voltri e in 12 ore
raggiungono il “porto” perché tale è, di Basilea.

Il convegno di Lugano “Un Mare di Svizzera 2” si è tuttavia trasformato anche in una vera e
propria operazione verità. Come sottolineato dal Consigliere Nazionale, membro della
Commissione svizzera dei Trasporti, Fabio Regazzi, dopo aver investito più di 20 miliardi di
euro in Alptransit, ora deve occuparsi anche di altri collegamenti che riguardano altre aree
della Confederazione. Il che non significa campane a morto sul collegamento Lugano-
Chiasso e quindi sul completamento dell’asse nord sud, ma di certo un ridimensionamento
delle speranze di ottenerlo in tempi brevi. Per altro l’Italia deve confrontarsi a sua volta con i tempi lunghi della realizzazione del Tortona-Milano (indispensabile per rendere efficace il
Terzo Valico) e del quadruplicamento delle linee della Brianza.

È in quest’ottica che si sintetizza lo sforzo di ASTAG, l’Associazione dell’autotrasporto
svizzero presieduta nella sezione ticinese da Adriano Sala affiancato dal vice presidente
Paolo Vismara. Per molti anni a venire proprio all’autotrasporto sarà affidato dal mercato e
dai fatti un ruolo centrale per assicurare la crescita dell’interscambio svizzero e quindi il
funzionamento del corridoio merci più importante d’Europa.

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