Violenza contro le donne, c’è bisogno di cultura oltre che di cura e riabilitazione

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La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fissata dalle Nazioni Unite ogni 25 novembre, riaccende i riflettori su una piaga che flagella l’Italia, da nord a sud, senza distinzione: le donne continuano a essere vittime degli uomini.

Le statistiche in questo senso non sono rincuoranti: mentre si assiste a una diminuzione generalizzata di violenze sessuali, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori rispetto al 2018, sale di contro il numero dei femminicidi.

«La violenza sulle donne, di qualsiasi natura essa sia, non è accettabile – spiega Aldo Vincenzo Delfino, presidente di AAF – Associazione Aiuto Famiglia -. La nostra realtà svolge attività di supporto, anche su scala nazionale, verso quelle persone che intendano migliorare il rapporto o difenderlo da crisi o peggio ancora da rotture. Nelle situazioni con cui veniamo in contatto è emerso un aspetto da non sottovalutare: le donne che cercano il nostro aiuto per risollevare le sorti della relazione con il partner, sono sempre di più vittime di violenze psicologiche. Giunte a quel punto, però, non devono più tormentarsi per recuperare la storia ma cercare di occuparsi di se stesse, del loro bene e dei figli, laddove ci siano. L’aspetto positivo è che le donne che si interfacciano con AAF – Associazione Aiuto Famiglia stanno cominciando a non accampare scuse o inventare storie poco credibili, come accadeva in passato. Oggi se c’è violenza nella storia, lo dicono. Certamente non tutte sono pronte a farlo, sia chiaro, ma l’ammissione del problema può essere considerato l’inizio per la sua risoluzione. Almeno in linea teorica».

Perché nella pratica ci sono gli uomini che, assolutamente non impensieriti dalle conseguenze penali e dalla recente introduzione del “Codice Rosso”, si trasformano in carnefici…

«Dobbiamo impegnarci tutti, a ogni livello, per evitare la violenza sulle donne – continua Aldo Vicenzo Delfino -. Non smettiamo allora di parlare delle misure penali per chi si macchia di questi atroci delitti e degli strumenti che le donne possono adottare per tutelarsi, non limitiamoci ad ammonire chi compie atti violenti o persecutori nei confronti del gentil sesso, ma organizziamo azioni per avviare uomini violenti verso programmi di educazione all’affettività e riabilitazione perché non compiano più atti che offendano la dignità e attentino all’incolumità della donna.

Dal canto nostro, noi volontari di AAF – Associazione Aiuto Famiglia ci stiamo attivando per creare gruppi di confronto per promuovere nelle nuove generazioni l’educazione alla non-violenza e il rispetto delle relazioni e gruppi di auto mutuo aiuto per persone maltrattanti. C’è bisogno di cultura oltre che di cura e riabilitazione».

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