Porti, “Clean berth” il progetto per migliorare la sostenibilità ambientale degli scali

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Nonostante l’emergenza, la Regione prosegue la
propria attività anche nel settore della portualità, perché è
indispensabile mettere a disposizione del mondo economico e delle
attività produttive un sistema di approdi moderno, sostenibile a
livello ambientale e di efficientamento energetico, a vantaggio
anche dell’intera comunità”.

Lo sostiene l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano
Pizzimenti, annunciando l’avvio del progetto “Clean berth”
(Approdo pulito) – Cooperazione istituzionale transfrontaliera
per la sostenibilità ambientale ed efficienza energetica dei
porti. L’iniziativa è finanziata dal Programma Interreg
Italia-Slovenia con un budget di 880 mila euro.

Di tale somma, 181.647 euro sono destinati alla Direzione
centrale Infrastrutture e territorio della Regione, per
l’attuazione del progetto che avrà una durata di 24 mesi e che
sarà guidato dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico
Orientale. Tra i partner figurano, oltre che la Regione Friuli
Venezia Giulia, anche l’Autorità di sistema portuale del mare
Adriatico Settentrionale, l’Università del Litorale della
Slovenia e Luka Koper, di Capodistria.

“L’obiettivo del progetto – spiega Pizzimenti – è quello di
migliorare la performance ambientale di tutti i porti dell’area
compresa nel programma, ossia Trieste, Monfalcone, Porto Nogaro
(dov’è prevista la sostituzione dell’impianto di illuminazione
con un sistema a led), Venezia, Chioggia e Capodistria”.

“Sulla base dell’analisi della situazione attuale e utilizzando
come base di partenza le migliori pratiche europee e
internazionali del settore – prosegue l’assessore – i partner del
progetto elaboreranno piani d’azione per il rafforzamento della
sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica dei porti
di propria competenza”.

“A tali strumenti di programmazione – specifica Pizzimenti nel
concludere – faranno seguito concrete azioni pilota, tra le quali
la realizzazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici,
l’installazione di sensori multi spettro su droni e radar per
individuare la presenza di idrocarburi e inquinanti del mare, la
sostituzione degli impianti di illuminazione portuale con sistemi
a led, e l’acquisto di centraline per il monitoraggio
dell’inquinamento acustico”.

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