Franco Corelli La voce, l’artista, il mito

1034

Dal 25 agosto al 1° novembre 2021
Museo Tattile Statale Omero, Ancona

Inaugura mercoledì 25 agosto alle ore 17:00, presso il Museo Omero di Ancona, “Franco Corelli. La voce, l’artista, il mito”, la mostra per ricordare la straordinaria carriera del tenore anconetano e riascoltare la sua indimenticabile voce nel centenario dalla nascita.

“Nel momento in cui l’Amministrazione Comunale decide la celebrazione del Centenario, il Museo Omero è felice di poter dare il suo contributo con una mostra a lui dedicata in un luogo, la Mole Vanvitelliana, sito proprio di fronte alla casa dove lui ha abitato, appena al di là di una via parallela, e nelle acque del porto dove ha praticato il suo sport prediletto.
Abbiamo pensato di riprendere e far rivivere una bella iniziativa che nel 2006, dopo la morte dell’Artista, si era proposta al Ridotto delle Muse. Una mostra multimediale che documenta la strepitosa carriera del nostro cantante, con immagini, interviste e l’ascolto del suo canto. Si tratta di una mostra in cui c’è molto da vedere e anche molto da ascoltare, garantendo così l’accessibilità per i non vedenti, che rappresenta l’impegno del Museo Omero.
La mostra “Corelli: la voce, l’artista, il mito” ripropone e rinnova quella del 2006, ma si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi contributi mostrando la vitalità del tema e la sua attualità. Grandi Teatri (La Scala, il Teatro dell’Opera, il MET) sono interessati all’evento e aggiungeranno propri materiali in corso d’opera.” Aldo Grassini

“Di voci del suo calibro si è persa purtroppo la memoria: quella di lui nelle vesti di prim’attore nell’opera resta e resterà indelebile: per la vibrante bellezza delle note sposata alla prestanza, al ‘fisico del ruolo’ dei personaggi, nell’arco di una carriera iniziata nel 1951 (con Carmen, debutto ‘profetico’) e proseguita fino all’ultima recita in Bohème nel 1976 a Torre del Lago, nell’ambito del tradizionale Festival pucciniano.” Fabio Brisighelli

La mostra, realizzata con il personale impegno di Roberto Ricci, Fabio Pugnaloni, Elisabetta Seu, Francersco Lozzi, Giulia Marini e Antonio Lucarini, è promossa e organizzata dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona in collaborazione con l’Associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” Ancona, Comune di Ancona – La Mole Ancona, Associazione Le Cento Città”, Opera Società Cooperativa, Associazione “Per il Museo Tattile Statale Omero” ODV-ONLUS, Servizio Civile Marche – Garanzia Giovani.

Visitabile dal 25 agosto al 1° novembre 2021, con ingresso gratuito, prenotazione e green pass obbligatori: tel. e whatsapp: 335 56 96 985, e-mail: didattica@museoomero.it
Orario: agosto: da martedì a domenica 17:00 – 20:00; domenica anche 10:00 – 13:00.
settembre – novembre: da martedì a domenica 16:00 – 19:00 domenica e festivi anche 10:00 – 13:00.

ANCONA E IL SUO TENORE

di Aldo Grassini

L’8 aprile 1921 nasceva in Ancona Franco Corelli. La sua Città celebra ora il centenario di questo suo figlio che ne ha illustrato in tutto il mondo il nome e quello del suo Paese, ammirato ed osannato da milioni di ammiratori, nonostante che il suo carattere schivo ed ansioso non ne abbia fatto un dominatore della scena mediatica.

Franco Corelli (al secolo Dario) aveva una voce unica, riconoscibile al primo ascolto; una voce dal timbro bronzeo, quasi baritonale, ma estesa fino ai sovracuti: un fenomeno irripetibile; una voce potente, corposa in tutte le note dell’estensione, calda e vibrante, piena di espressione; una voce affascinante che, accompagnata al fascino del physique du rôle, fa di Corelli il tenore del XX secolo.

Ma il tenore Franco Corelli non nasce così: le sue straordinarie doti vocali non erano prive, originariamente, di una certa asprezza, di una certa difficoltà di tenere il tono, di una qualche ruvidezza come frutto di una potenza straripante. E tuttavia Corelli è l’esempio del miracolo che può compiere uno studio “matto e disperatissimo”, per dirla con l’altro genio del nostro territorio, di un perfezionismo quasi maniacale che ha consentito al Nostro di correggere i difetti pur presenti in una straordinaria dote naturale per restituirci una voce che non si dimentica per la bellezza del suono, per l’espressività e per la perfezione tecnica.

Corelli è stato il tenore eroico per antonomasia, ma capace di esprimere una pluralità di ruoli molto diversi per lo stile e la scuola che la discografia pur ricca ci rende solo in parte.

In occasione del centenario della nascita la città di Ancona non poteva non cogliere l’occasione per riparare almeno in parte ad una certa trascuratezza nel rendergli il giusto onore prima e dopo la sua morte. Il rapporto tra Corelli e la sua città non è stato sempre facile. Corelli non ha mai cantato in Ancona e molti Anconetani non gliel’hanno mai perdonato, anche se ciò è dovuto in gran parte a problemi oggettivi, oltre che al suo carattere ed al carattere degli Anconetani.

Ma Corelli, prima di spiccare il volo verso l’empireo, per tanti anni, da ragazzo, cantava per le strade e nei portoni insieme al suo inseparabile amico Carlo Scaravelli, come entrambi ci hanno più volte raccontato. L’anconetano Corelli era il giovane che faceva il canottaggio con il SEF Stamura e che ha lavorato come geometra al Comune di Ancona. Qui viveva la sua famiglia, una vecchia famiglia anconetana fatta di melomani e di molti coristi del Teatro delle Muse.

Nel momento in cui l’Amministrazione Comunale decide la celebrazione del Centenario, il Museo Omero è felice di poter dare il suo contributo con una mostra a lui dedicata in un luogo, la Mole Vanvitelliana, sito proprio di fronte alla casa dove lui ha abitato, appena al di là di una via parallela, e nelle acque del porto dove ha praticato il suo sport prediletto.

Abbiamo pensato di riprendere e far rivivere una bella iniziativa che nel 2006, dopo la morte dell’Artista, si era proposta al Ridotto delle Muse. Una mostra multimediale che documenta la strepitosa carriera del nostro cantante, con immagini, interviste e l’ascolto del suo canto. Si tratta di una mostra in cui c’è molto da vedere e anche molto da ascoltare, garantendo così l’accessibilità per i non vedenti, che rappresenta l’impegno del Museo Omero.

La mostra “Corelli: la voce, l’artista, il mito” ripropone e rinnova quella del 2006, ma si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi contributi mostrando la vitalità del tema e la sua attualità. Grandi Teatri (La Scala, il Teatro dell’Opera, il Met) sono interessati all’evento e aggiungeranno propri materiali in corso d’opera.

FRANCO CORELLI

Franco Corelli nasce ad Ancona l’8 aprile 1921 in una famiglia amante della lirica: il nonno Augusto Corelli è tenore di buon livello e due zii paterni tenori coristi; il padre e la madre appassionati di canto, che praticano a livello amatoriale. Dapprima incerto sulla scelta di tentare una carriera professionale nella lirica, consegue il diploma di geometra, e nell’immediato dopoguerra è impiegato per alcuni anni presso l’ufficio tecnico del comune di Ancona. In questi anni comincia a frequentare le riunioni che si tengono nelle sale del ‘casino dorico’, circolo culturale del Teatro delle Muse e nasce in lui la passione per la musica lirica e l’idea di dedicarsi al canto. “Ho cominciato a cantare per gioco” afferma lo stesso Corelli, “con un mio amico ascoltavo dischi e cantavo per ore e ore, e fu così che mi innamorai del canto”.

Nel 1946 inizia a frequentare la Corale Bellini della sua città, cantando da baritono. In seguito Carlo Scaravelli, l’amico con cui collaborava come autodidatta, lo introduce presso il M° Arturo Melocchi del Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, i cui insegnamenti gli permettono di estendere il suo registro a quello di tenore. Afferma Corelli a questo proposito: “Dopo alcuni mesi riacquistai la mia libertà nel canto e le mie note alte”. Ne segue la decisione di intraprendere seriamente la carriera di cantante d’opera. Grazie a una voce di rara ampiezza ed estensione nel 1950 è ammesso a un corso di perfezionamento presso il il Teatro Comunale di Firenze, e l’anno successivo vince il concorso del Centro Lirico Sperimentale di Spoleto, debuttando il 26 agosto 1951 nella “Carmen di Bizet” nel ruolo di Don Josè.

Nel 1954 l’esordio alla Scala di Milano ne “La Vestale” di Gaspare Spontini, in coppia con Maria Callas.

Nel grande teatro milanese interpretò anche “La fanciulla del West” e “Turandot” di Giacomo Puccini, “Fedora e Andrea Chénier” di Umberto Giordano, “Giulio Cesare ed Eracle” di Georg Friedrich Haendel, “Aida”, “Ernani”, “Il trovatore” e “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi, “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, “Il pirata” di Vincenzo Bellini, “Carmen” di Georges Bizet, “Poliuto” di Gaetano Donizetti e “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni: nel 1962 inoltre, riporta alla luce “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer, in una storica edizione diretta da Gianandrea Gavazzeni. Al Teatro Metropolitan di New York debutta il 27 gennaio 1961 nel ruolo di Manrico ne “Il trovatore”, al fianco di un’altra debuttante d’eccezione: Leontyne Price. Il debutto decreta l’inizio della sua grande carriera americana. Al Metropolitan rimane per sedici stagioni consecutive, dal 1961 al 1975, cantandovi tutte le opere del grande repertorio verdiano (oltre a “Il trovatore”, “Don Carlos”, “Aida”, “La forza del destino”, “Ernani”), pucciniano (”Turandot”, “Tosca”, “La fanciulla del West”, “La bohème”) e verista (”Andrea Chénier”, “Cavalleria rusticana”, “Pagliacci”), alle quali aggiunge “La Gioconda” e due importanti opere del repertorio francese: “Roméo et Juliette” di Charles Gounod e “Werther” di Jules Massenet).

La sua ultima recita è una “Bohème” di Puccini a Torre del Lago, il 13 agosto 1976 a soli 55 anni.

L’addio al canto avviene nel novembre del 1981 a Stoccolma in occasione di un concerto in onore di Birgit Nilsson. In effetti l’ultima vera esibizione di Corelli è avvenuta già nel luglio precedente a Holmdel, nel New Jersey, in un concerto che fu un po’ la summa della sua straordinaria carriera.

Corelli canta con molti fra i più grandi direttori d’orchestra del suo tempo: Tullio Serafin, Fernando Previtali, Gabriele Santini, Gianandrea Gavazzeni, ecc. Herbert Von Karajan lo vuole nel 1962 a Salisburgo per interpretare nel ruolo di Manrico. Tenore dotato di un innegabile fascino e presenza scenica, viene più volte invitato a partecipare a lungometraggi su opere (fra cui, negli anni Sessanta e Settanta, anche ad alcune grandi realizzazioni della RAI filmate sia in studio che in diretta a teatro). Nel 1982 viene realizzato un film sulla sua carriera utilizzando le sue innumerevoli incisioni discografiche. Muore a Milano nel 2003 in conseguenza di un ictus. È sepolto nel cimitero monumentale di Milano.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here