Sisma Centro Italia,  “Ricostruire non è più una chimera ma una certezza”

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Creare subito un tavolo di lavoro congiunto tra Anci, la struttura commissariale ed il Dipartimento ‘Casa Italia’ presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per individuare infrastrutture strategiche e investimenti necessari per le aree del sisma 2016, e sfruttare al meglio tutte le risorse legate al Pnrr. Prorogare, almeno fino al 31 dicembre 2024, la durata dello stato di emergenza e della gestione commissariale, così da consentire la programmazione dei complessi, e ancora numerosi interventi da realizzare sui territori. Queste le principali richieste su cui l’Anci chiede un impegno del governo per dare continuità alla ricostruzione pubblica e privata nei Comuni colpiti dal sisma 2016. Le ha presentate al convegno, organizzato a Camerino, dalle Anci regionali di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria con la struttura nazionale, per stilare un bilancio a cinque anni dal sisma nel Centro Italia.

“Da quella terribile esperienza i Comuni possono e devono rinascere più forti di prima – commenta in una nota il presidente dell’Anci nazionale Antonio Decaro -. Dopo anni di incertezze e di lungaggini burocratiche finalmente quelle macerie hanno smesso di fare paura. Oggi, grazie al lavoro del Commissario straordinario, dei sindaci, della Protezione civile, che ringrazio fortemente, ricostruire non è più una chimera ma sempre più una certezza. Nell’ultimo anno sono state tante le decisioni prese e gli atti firmati che si sono trasformati nella possibilità per i sindaci di avviare cantieri, liberare siti distrutti e restituire a migliaia di cittadini dignità e fiducia. Ora dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione provando a individuare nuove risorse necessarie a sostenere la ricostruzione e a rafforzare i presidi di sicurezza sui territori”.

“Oggi abbiamo grande fiducia che la ricostruzione sia possibile, sia quella privata che quella pubblica, perché abbiamo gli strumenti normativi e le risorse finanziarie necessarie grazie allo straordinario lavoro da un anno e mezzo a questa parte del Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini con Anci, i sindaci e le Regioni”, evidenzia Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona, presidente di Anci Marche e coordinatrice della Anci regionali coinvolte nel sisma. “La filiera istituzionale adesso funziona e, paradossalmente, ora il problema è il reperimento di imprese che possano lavorare alla ricostruzione perché con gli incentivi Ecobonus il comparto dell’edilizia è oberato di lavoro”.

“Dopo la notevole accelerazione dell’ultimo anno, siamo di fronte a difficoltà del mercato dell’edilizia impreviste e non dipendenti dai poteri della governance della ricostruzione. E dopo aver censito per gran parte i danni privati e pubblici, disponiamo di un quadro ormai pressoché completo dell’enorme lavoro da fare per completare la ricostruzione”, sottolinea Giovanni Legnini, commissario straordinario del governo alla ricostruzione. “La ricognizione avviata sui danni rende evidenti le reali dimensioni della catastrofe: ci sono almeno altri 50 mila edifici da riparare, e migliaia di opere pubbliche e chiese ancora da finanziare, per un costo di quasi 25 miliardi di euro”, aggiunge Legnini auspicando un rinnovato impegno da parte di tutti. “È una condizione essenziale per garantire qualità e tempi ragionevoli della ricostruzione, ora che i territori dispongono di una nuova possibilità di rilancio, anche con il pacchetto sisma del Pnrr e le sue risorse specifiche per lo sviluppo delle aree colpite dai terremoti”.

“Dopo cinque anni dal devastante terremoto che ha colpito il Centro Italia, oggi parliamo di futuro e prospettive”, rimarca il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. “Lo facciamo insieme ad Anci perché la filiera del Servizio Nazionale della Protezione Civile inizia dai territori attraverso il lavoro quotidiano che i sindaci sono chiamati a svolgere intercettando le esigenze dei cittadini. Grazie al loro osservatorio privilegiato, i sindaci hanno una conoscenza straordinaria dei territori e si fanno portatori di quelle istanze nel complesso e indispensabile processo di ricostruzione”.

Gli fa eco Paolo Masetti, sindaco di Montelupo Fiorentino e delegato Anci alla Protezione Civile. “Il percorso è avviato, ora ci sono tutti i presupposti per procedere in modo spedito con la ricostruzione, ma serve prima di tutto estendere almeno al prossimo triennio lo stato di emergenza. Oltre alle risorse, sono necessari tutti gli strumenti amministrativi e operativi, iniziando dalla stabilizzazione delle 500 persone in servizio presso gli Uffici dei Comuni e della Ricostruzione. Dovremo poi far tesoro del lavoro di organizzazione legislativa, definendo una volta per tutte il Testo Unico delle norme di emergenza e di ricostruzione”.

Dalle Marche si sono sollevate altre voci importanti. Per Francesco Acquaroli, Presidente Giunta Regione Marche: “”La ricostruzione deve essere obiettivo e punto di forza della filiera istituzionale ma occorre saper affrontare le questioni e le problematiche ancora irrisolte. Problematiche che attendono punti nevralgici, come la necessaria proroga del superbonus 110% per l’area del cratere sismico, la gestione delle macerie, il caro prezzi delle materie prime che rendono la ricostruzione poco praticabile nei casi reali. E allora, dopo un primo impulso dato con l’ordinanza 100 e le altre che hanno permesso un riassetto burocratico, oggi c’è da dare l’ultima spinta per portare la ricostruzione nel cratere, per farla divenire traino e speranza per tutti i cittadini”.

Ha fatto gli onori di casa Sandro Sborgia, Sindaco di Camerino: “Ringraziamo il presidente De Caro e Anci nazionale per aver scelto la Città di Camerino quale luogo ove si terrà l’incontro, il prossimo 26 ottobre, in ricordo dei 5 anni trascorsi dal sisma che ha ferito i territori delle quattro Regioni del centro Italia, È un momento importante e denso di significato che l’evento si tenga in una delle città più duramente colpite. Camerino, come gli altri comuni, ha avviato il processo di ricostruzione con tutte le energie e le forze a disposizione pur consapevole dell’enormita’ e delle difficoltà dall’impresa. Il lavoro da fare è appena iniziato ma siamo tutti ostinati a raggiungere l’obiettivo di restituire alle nostre collettività la bellezza dei nostri luoghi insieme a quella socialità che prima il sisma e poi il Covid hanno fortemente segnato. Quella di martedì sarà dunque un’occasione non solo di bilancio, ma anche di riflessione sullo stato attuale delle cose, su quanto si è fatto, ma soprattutto sul futuro che ci attende”

“Il sisma dell’ottobre 2016 – ha sottolineato il Rettore Unicam Claudio Pettinari – ha inferto una profonda ferita anche all’Università di Camerino. Non ci siamo però scoraggiati, anzi, abbiamo fin da subito intrapreso un percorso che trasformasse in opportunità quanto c’era da affrontare, finalizzandolo a valorizzare maggiormente l’università e il territorio tutto. Dopo cinque anni, grazie all’instancabile lavoro di tutto il personale dell’Ateneo, alla fiducia dei nostri studenti, al sostegno dello Stato e di finanziatori privati, possiamo dire di aver recuperato alcuni edifici, posti letto per i nostri studenti, laboratori e spazi per la ricerca. Naturalmente c’è ancora molto da fare, in particolar modo per il contesto urbano e siamo sempre pronti a mettere a disposizione le nostre competenze. Vogliamo dare un futuro ai nostri giovani ed è per questo che operiamo quotidianamente”.

Gian Luigi Spiganti Maurizi, Sindaco di Visso: “I primi 4 anni dopo il terremoto non hanno prodotto nessun effetto positivo per la ricostruzione. Il percorso si può dire avviato dalla nomina a Commissario alla Ricostruzione di Giovanni Legnini che ha dato una consistente accelerazione. I problemi, tuttavia, sono molti e sono acuiti dall’aumento del costo delle materie prime per l’edilizia che stanno frenando anche gli appalti in corso e costretto alcune imprese edili addirittura a fermarli. Contiamo che l’Anci e lo stesso Commissario con il contributo anche della Regione Marche interloquiscano con il Governo e trovino una soluzione altrimenti gli accolli delle spese per molti dei privati sarebbero insostenibili e la ricostruzione di un comune come il nostro che è completamente distrutto non avvenga mai”.

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