Ance Liguria: “Sul PNRR ammettere subito che così non ce la possiamo fare”

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“Se davvero è emergenza, allora consideriamola tale e finiamola con l’ipocrisia. L’Italia, ad oggi, non è in grado di rispettare i tempi imposti dall’Europa per la presentazione dei progetti, e ancor di più per il completamento dei lavori inseriti nel PNRR. Inoltre l’emergenza energetica e materie prime essenziali per il Paese ha profondamente modificato il quadro di riferimento. È necessaria quindi una revisione globale del PNRR e la concentrazione dello sforzo e delle risorse sui progetti davvero strategici per affrontare le emergenze”.

Da Ance Liguria, per voce del suo Presidente Emanuele Ferraloro, arriva quella denuncia dei fatti che il mondo della politica e anche dell’impresa esitano ad ammettere.

“È indispensabile – afferma Ferraloro – avviare subito un confronto con l’Unione europea per rinegoziare tempi e contenuti del PNRR, epurando da questo piano gli interventi che nulla hanno a che fare con efficientamento tecnologico, resilienza, riconversione energetica, infrastrutture.

Bisogna puntare sulle opere che posso essere completate in tempi relativamente brevi, e che possono servire al sistema Paese”.

Secondo Ance Liguria: “Sarebbe sensato pensare alla valorizzazione di parchi e giardini, alla rigenerazione culturale dei borghi antichi, così come previsto nel PNRR– prosegue Ferraloro – se le ultime emergenze non avessero confermato le debolezze strutturali del nostro Paese e se non ci trovasse sull’orlo di una crisi economica, energetica, logistica e di approvvigionamenti strategici. E il caso Liguria in questa ottica è destinato a diventare emblematico”.

Al problema della selezione dei progetti fattibili e necessari – secondo Ance – se ne somma un altro, non meno grave: la stragrande maggioranza delle amministrazioni pubbliche che devono istruire l’iter dei progetti non dispongono di un numero adeguato di tecnici per farlo. A fronte del divieto imposto ad esempio ai Comuni di assumere a tempo tecnici in grado di completare i progetti, renderli bancabili e quindi cantierabili, fra le misure di emergenza dovrebbe essere prevista una norma che consenta, attraverso convenzioni blindate, la costituzione di relazioni fra soggetti pubblici e professionisti privati proprio con l’obiettivo di mettere a terra i singoli progetti.”

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