Alimentare, calzature e pelletterie sono i settori più in difficoltà

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Le aziende provano a crescere ma l’export non regala performance incoraggianti. Guerra e pandemia incidono. Battisti, Presidente Ebam: “La ripresa continua ma rallenta la sua corsa e così sarà per il resto del 2022”

Si allarga la forbice tra le imprese artigiane con risultati incoraggianti e quelle in difficoltà, la dimensione crescente è un fattore di competitività significativo ma le prospettive restano incerte a causa di fattori esterni al sistema delle imprese artigiane.

Ecco la sintesi dell’analisi congiunturale semestrale a cura di Ebam, Ente Bilaterale Artigianato Marche sull’artigianato con dipendenti delle Marche che riguarda le dinamiche del primo semestre 2022 e le previsioni per la seconda metà dell’anno condizionato da guerra e pandemia.

La ripresa avviata nel 2021 rallenta nella prima metà del 2022 e se i casi di aumento dell’attività salgono al 26,7% le imprese artigiane in difficoltà toccano quota 21,6% confermando il rallentamento della ripresa. La congiuntura è decisamente favorevole per il tessile abbigliamento in crescita per il 37,1%, le lavorazioni metalliche al 30,6%, le altre manifatture in aumento per il 43,3%. Il saldo tra casi di aumento e casi di peggioramento è lievemente positivo anche per le imprese del legno mobile al 32,6% e delle macchine e attrezzature al 22,2%. La situazione congiunturale resta complicata per le produzioni alimentari in diminuzione per il 31,7% e per le calzature e pelletterie che registrano solo un alleggerimento delle difficoltà.

“I dati ci dicono che il saldo resta positivo ma non al ritmo dei semestri precedenti – dice Riccardo Battisti, Presidente dell’Ente Bilaterale Artigianato Marche – con la ripresa che continua ma rallenta la sua corsa e gli effetti dell’incertezza crescente si vedono nelle previsioni per la seconda metà dell’anno nella quale le dinamiche attese sono ancora positive confermando il rallentamento della ripresa”.

Ristorazione e trasporti sono tra i settori maggiormente in difficoltà per l’aumento delle materie prime. Sotto l’aspetto finanziario cala la quota delle imprese artigiane costrette a concedere ai loro clienti dilazioni crescenti (era il 18,2% nel 2021; è ora pari al 15,1%) mentre le condizioni di accesso al credito bancario si confermano complicate.

“La congiuntura migliora con l’aumentare della dimensione delle imprese e, oltre la soglia dei dieci addetti, trova un equilibrio favorevole tra casi di aumento e casi di diminuzione dell’attività – insiste Cinzia Marincioni, Direttrice di Ebam – ma non con l’aumentare del grado di apertura del mercato. Quote crescenti di imprese con attività in calo si registrano proprio tra le attività con apertura al mercato nazionale e internazionale”. Gli investimenti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) registrano un importantissimo incremento nella loro quota di composizione passando dal 18,3% delle imprese che avevano investito nel II sem.2021 al 30,3% del I 2022. La crescita del digitale tra le imprese artigiane assume connotazioni evidenti tra quelle più dinamiche.

La dinamica delle ore lavorate registra come per il semestre precedente una quota di casi di aumento per tutti i settori manifatturieri e assenza di casi di aumento solo per due settori dei servizi: trasporti e servizi alla persona.

La diffusione del lavoro straordinario cresce ancora (dal 16,3% del II 2021 al 17,3% del I 2022) e continua a crescere in molti settori così come le intenzioni di investimento nel settore delle calzature e pelletterie, dove le imprese che prevedono investimenti sono il 23% circa, e del legno-mobile (30,2%), oltre che delle macchine e attrezzature (28,2%)- fa notare il Vicepresidente Giuseppe Santarelli

Le previsioni per la chiusura per l’anno restano votate alla cautela con saldi attesi positivi per 6 settori su 12: tessile, legno, lavorazioni metalliche, servizi alla persona, altre manifatture e altri servizi.

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