Mercato auto in affanno nel 2022: immatricolazioni a fine 2022 a quota 1 milione e 300mila

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La tavola rotonda, moderata da Pierluigi Bonora e Dario Pennica, Direttore di Sicilia Motori, ha visto il primo intervento di Plinio Vanini, Presidente di Autotorino: “Viviamo un momento epocale di cambiamenti che tocca tutte le imprese del settore. Per fare i cambiamenti serve attendere i tempi necessari, grande capacità di cambiamento, ma anche un mercato del lavoro più flessibile. Abbiamo negli scorsi anni investito in diversi territori del Nord Italia e non ci dispiacerebbe anche un’esperienza su mercati esteri nei prossimi anni per confrontarci con altre culture”.

Sergio Tumino, Amministratore Unico di ST Sergio Tumino di Ragusa, si è poi focalizzato sul tema degli investimenti al Sud: “Il parco circolante siciliano, che vede ampie quote di veicoli ante Euro 4, rende più difficile investire in alcune aree del Paese. Basti pensare la nostra Regione, che ha un reddito medio pari alla metà di quello dei cittadini lombardi, è ben lontana dai target di elettrificazione, con pochissime colonnine di ricarica sul territorio e scarsi acquisti di vetture ibride plug-in ed elettriche. Sarebbe ora di pensare a misure specifiche di sostegno ad alcune aree geografiche del Paese più in difficoltà”.

In parziale accordo con Tumino, Francesco Maldarizzi , Presidente della Maldarizzi Automotive S.p.A,che ha sostenuto: “Più che di sostegni nel Sud Italia c’è bisogno di fare squadra. Il problema del Sud è il grande frazionamento, il tessuto costituito da piccole imprese con gestione spesso artigianale e non professionale. In Italia la parte di marginalità proveniente dal post vendita è bassa. Alle difficoltà del mercato si aggiunge l’aumento dei tassi di interesse che rende più oneroso l’acquisto dell’auto con finanziamenti che nei prossimi mesi potrebbe farsi sentire in modo significativo”.

Spostando il focus sul Nord del Paese è intervenuto Mario Verna, General Manager di Queen Car Torino: “L’area del Piemonte ha una situazione migliore rispetto al mezzogiorno, ma “l’abbandono” di Stellantis ha comunque rallentato le vendite per mancanza di interventi e produzione. Per la prima volta il settore dell’auto si sta confrontando con una tempesta perfetta con fattori di tipo esogeno ed endogeno che rendono più difficile fare pianificazione nel medio periodo. Per superare questa fase dovremo pensare a sistemi di business innovativi”

Sul mercato europeo si è concentrato Piero Carlomagno, Presidente di ADEFCA Associazione Dealers Europei FCA: “In Europa le reti ex FCA stanno vivendo un fenomeno singolare. I rivenditori sono quasi tutti multimarchio e gli operatori dedicati sono stati decimati per la scarsa dimensione. Oggi esiste un deciso problema di trasporto di vetture tra i diversi Paesi. In Europa sui piazzali ci sono 400mila unità di vetture FCA, bisogna liberarli, altrimenti anche la produzione dovrà fermarsi. Il costruttore ha chiesto ai concessionari un aiuto a svuotarli, in quanto la velocità di produzione è superiore a quella dei trasporti”.

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