Il Friuli Venezia Giulia sostiene il turismo nautico

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La Regione continuerà a favorire il sistema del turismo nautico, uno dei settori che dopo il periodo pandemico ha registrato una crescita superiore al 20 per cento per quanto riguarda i posti barca, garantendo occupazione a livello diretto e indiretto. In questo ambito il Friuli Venezia Giulia è infatti prima in Italia, presentando il tasso più alto di densità di posti barca rispetto l’estensione della fascia costiera.

Questo il concetto espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia e dall’assessore regionale al Turismo e alle Attività produttive intervenuti  a Trieste al convegno “Il
turismo nautico nell’economia del mare”, organizzato da Assonautica Trieste in collaborazione con Confcommercio e Camera di Commercio Venezia Giulia.

Nel corso dell’evento, gli esponenti della Giunta regionale hanno ricordato che nella nostra Regione i proprietari delle imbarcazioni sono per la maggior parte italiani, tedeschi, svizzeri, austriaci e in piccola parte provenienti dall’Est Europa e dall’Inghilterra.

Secondo i dati della rete Fvg Marinas, che raggruppa 21 porti turistici del Friuli Venezia Giulia, con circa 7000 posti barca, i diportisti sono in prevalenza italiani (61%), seguiti da austriaci (20%) e tedeschi (14%). Si tratta per la maggior parte di turisti con grande capacità di spesa, che si dimostrano sempre più interessati a scoprire i territori costieri e l’entroterra della nostra Regione.

Per l’assessore regionale al Turismo e alle Attività produttive la nautica è un settore sempre più importante per il turismo, presentando enormi potenzialità di crescita. Dobbiamo proseguire – ha spiegato – a lavorare sulle progettualità, su una programmazione a medio lungo termine in partnership con le associazioni di categoria che consenta all’ambito nautico, ma non solo, di svilupparsi ancora, migliorando in particolare i servizi. È un driver eccezionale che rappresenta una vantaggiosa opportunità per gli investitori anche di statura internazionale ed è rilevante anche in termini di posti di lavoro.

A questo proposito, sono stati richiamati i dati Censis, secondo cui ogni 3,8 imbarcazioni si genera un posto di lavoro. Ciò significa che la rete delle marine genera complessivamente circa 2000 posti di lavoro: 270 alle dipendenze dirette, i restanti per attività correlate e nell’indotto.

Il governatore ha sottolineato infine l’urgenza che lo Stato definisca regole chiare per quanto riguarda i dragaggi. È inaccettabile – ha concluso – che su questi temi enti italiani
diano risposte diverse e contraddittorie. In questo ambito è fondamentale che la normativa consenta a tutti di agire in modo ordinario dentro la legalità.

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