Mare Monstrum 2023: un reato ogni 115m di spiaggia

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Secondo l’ultimo “Mare Monstrum”, il report di Legambiente sul mare violato e minacciato in Italia dall’aggressione criminale all’ambiente, nel 2022 sono stati accertati 19.530 reati ambientali lungo le coste italiane, in crescita rispetto al 2021, con il ciclo illegale del cemento che continua a farla da padrone (53% dei reati), seguito dall’inquinamento del mare – dai rifiuti alla maladepurazione – e dalla pesca di frodo. Sono state indirizzate al Governo 8 proposte per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale dei nostri mari e delle nostre coste

Inquinamento, abusivismo edilizio, mala depurazione, cattiva gestione dei rifiuti, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità: sono le facce della pressione illegale sull’ecosistema marino del nostro Paese.

A rilevarlo è lo storico Dossier di Legambiente “Mare Monstrum”,  frutto di un’elaborazione accurata dei dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto e diffuso il 4 settembre 2023 alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il Sindaco pescatore di Pollica brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità.

Tredici anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, il Sindaco pescatore di Pollica da sempre impegnato contro illegalità e speculazioni e che Legambiente ha conosciuto e premiato consegnandoli le cinque vele – ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente nazionale diLegambiente – Il suo sia un esempio a cui guardare, perché per combattere le illegalità è importante che anche le realtà territoriali facciano la loro parte insieme alle istituzioni. Allo stesso tempo è fondamentale accelerare il passo sulle attività di controllo e quegli interventi normativi non più rimandabili: dalle demolizioni affidate ai Prefetti delle case abusive agli investimenti sui depuratori fino alla lotta alla pesca illegale”.

Sono ben 19.530 reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste italiane, con un +3,2% rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi, 44.444, sono cresciuti del 13,1%. Diminuiscono, anche se di poco (-4%), il numero delle persone denunciate e arrestate (19.658) e in maniera più significativa quello dei sequestri (3.590, con una riduzione del -43,3%). Sommando reati e illeciti amministrativi in Italia è stata accertata, grazie ad oltre un milione di controlli (esattamente 1.087.802, +31% rispetto al 2021) svolti dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine, una media di 8,7 infrazioni per ogni km di costa (erano state 7,5 nel 2021), una ogni 115 metri.

A farla da padrone è il ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio) che rappresenta da solo il 52,9% dei reati (10.337), seguito dai diversi fenomeni d’illegalità (dalla mala-depurazione allo smaltimento dei rifiuti) che Legambiente classifica con la voce “mare inquinato” con 4.730 illeciti penali e dalla pesca di frodo, con 3.839 reati. Infine, ammontano a 624 le violazioni del Codice della navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette, un dato in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%), con 286 persone denunciate/ arrestate e 329 sequestri. Le diverse filiere delle illegalità ambientali hanno anche un forte impatto economico: il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative è stato nel 2022 di oltre 486 milioni di euro (in calo del -22,3% rispetto al 2021).

Una fotografia, in sintesi, preoccupante su cui per Legambiente è urgente intervenire. Per questo l’Associazione del Cigno Verde indirizza al Governo 8 proposte per tutelare in maniera più efficace lo straordinario patrimonio ambientale del Belpaese:
1. ripristinare, se necessario anche con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
2. rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
3. rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
4. efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
5. migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale (SNPA) coordinato da ISPRA, approvando i decreti attuativi della legge 132 del 2016;
6. regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
7. promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa;
8. attuare da parte del Governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.

L’importante lavoro, testimoniato dai numeri pubblicati da Mare Monstrum, di Capitanerie di porto e forze dell’ordine deve essere quanto prima accompagnato da un impegno decisamente più significativo da parte di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli comuni alle Regioni, dal Parlamento al Governo – ha aggiunto Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente – Per questo Legambiente, che è costantemente impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, come quelle svolte grazie alla Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna ‘Spiagge e fondali puliti’, avanza oggi otto proposte all’Esecutivo Meloni che mettono in sintesi al centro la lotta all’abusivismo, alla maladepurazione e alle illegalità”.

Il 48,7% dei reati è stato accertato nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati, pari al 17,1% del totale nazionale, seguita da Puglia (2.492 reati), Sicilia (2.184), Lazio (1.741) e Calabria (1.490 reati). La Toscana è in sesta posizione come illeciti penali (1.442) ma è al secondo posto dopo la Campania come illeciti amministrativi (4.392), seguita dalla Sicilia (4.198 illeciti e ben 8.712 sanzioni).

Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per km di costa, la Basilicata si conferma come prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati (32,7 per ogni km) seguita quest’anno dall’Emilia-Romagna, con 29,1 infrazioni (era al 4° posto nel 2021), dal Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto, con 24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro.

La maladepurazione resta una delle principali emergenze croniche da affrontare
Ancora oggi sono 4 le procedure d’infrazione decise dall’IUE e attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. Nelle scorse settimane, dopo mesi di inspiegabili ritardi, è stato nominato il nuovo commissario straordinario per la depurazione. A lui Legambiente chiede continuità col lavoro fatto dal precedente commissario, un Piano nazionale per la depurazione con più risorse economiche e il completamento veloce degli interventi sulla rete.

Nel 2022 sono state oltre 400 le tonnellate complessive di prodotti ittici sequestrate, quasi 1.097 chilogrammi al giorno: la Sicilia primeggia, con oltre 129 tonnellate, mentre le prime 5 regioni (Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto e Toscana) coprono oltre il 76,3% dei sequestri effettuati lo scorso anno. Se leggiamo il dato per km di costa, in testa Veneto e Liguria, rispettivamente con oltre 188 e 120 kg per chilometro di costa, mentre saltano agli occhi regioni con importanti tratti costieri e numeri di prodotti ittici sequestrati molto al di sotto della media nazionale, pari a 54 kg per km.

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