Immigrazione: il Comune di Ancona sottoscrive la posizione dell’ Anci e le proposte avanzate al Governo

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L’ Amministrazione comunale di Ancona sottoscrive le richieste avanzate al Governo dall’ANCI in occasione della riunione della Commissione Immigrazione ieri a Roma, in linea con gli altri Comuni che hanno partecipato all’incontro da ogni parte d’Italia. Sul tavolo proposte che vanno dall’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, all’ampliamento e potenziamento della rete SAI, fino alla gestione delle situazioni delle città di frontiera e dei migranti ‘fuori quota’.

Condividiamo – sottolineano il Sindaco Daniele Silvetti e l’assessore alle Politiche sociali Manuela Caucci- la forte preoccupazione da parte di tutti i Comuni per la situazione attuale. Chiediamo tutti più strumenti e misure per gestire questi flussi imponenti e- come ha evidenziato l’ ANCI nazionale – ribadiamo ancora una volta la necessità di puntare sull’accoglienza diffusa, sulla rete SAI riconoscendo incentivi ai Comuni che accolgono a partire dal rafforzamento degli strumenti di sicurezza urbana”. Riguardo ai minori stranieri non accompagnati la posizione dei Comuni e dell’Anci resta la stessa di sempre: tutti gli amministratori si sono espressi a favore di una più chiara e rinnovata divisione dei compiti e delle responsabilità. Lo Stato centrale si occupa della prima accoglienza, e i Comuni continuano a svolgere la loro parte, nel massimo spirito di collaborazione, nella seconda accoglienza prevedendo però un incremento dei posti nel SAI per i minori. I centri di prima accoglienza, gestiti dal ministero dell’Interno, dovranno essere il primo approdo dei minori soli per poi essere accolti nelle strutture di seconda accoglienza della rete SAI, che devono divenire stabili e continuativi. “Dopo anni di flussi migratori- concordano Sindaco e assessore, allineandosi alla posizione espressa ieri da ANCI- possiamo dire che il fenomeno è presente tutto l’anno e necessita di avere regole certe. Per quanto riguarda i richiedenti asilo, emerge la necessità di riattivare la clausola di salvaguardia. I Comuni che aderiscono alla rete SAI non possono essere aggravati da altre forme di accoglienza sul territorio”.

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