Wärtsilä azienda cattiva, ma Trieste deve rimanere il polo in cui produrre i grandi motori del futuro

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“Non basta dire quanto l’azienda è cattiva per lavarsi la coscienza. Piuttosto, serve mettere in piedi da subito la produzione dei grandi motori del futuro, salvaguardando l’occupazione diretta e dell’indotto, ma anche garantendo una produzione industriale strategica e funzionale alla conversione ecologica, in connessione con il mondo della ricerca”.

Lo afferma, in una nota congiunta con Riccardo Laterza, capogruppo comunale di Adesso Trieste, Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, che promette di essere “a fianco delle iniziative di mobilitazione che consiglio di fabbrica e sindacati dello stabilimento Wärtsilä di Trieste decideranno nei prossimi giorni a causa della mancata sottoscrizione della proroga del contratto di solidarietà da parte della multinazionale, in quanto vedono sempre più vicina la fine degli ammortizzatori sociali e il licenziamento dei 300 dipendenti che lavorano nei reparti produttivi. Ad essi si aggiunge l’enorme incertezza dei 600 lavoratori dell’indotto, la cui occupazione è messa a forte rischio dalla definitiva chiusura degli impianti di produzione”.

“Da tempo sosteniamo – dichiarano ancora i due esponenti di Patto e AT – che ogni giorno senza intervento pubblico per salvare la produzione è un giorno perso, i cui costi sono pagati dai lavoratori. Il fatto che finora si sia atteso invano che un’azienda palesemente inadempiente cambiasse atteggiamento, affidandole addirittura la ricerca poi fallita di soggetti che le sarebbero dovuti subentrare, costituisce una grave ed evidente responsabilità in capo alle istituzioni coinvolte nella trattativa”.

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