Sono questi i principali dati e trend che emergono dall’analisi condotta dal Siteb – Associazione Strade Italiane e Bitumi – sul riciclo delle pavimentazioni stradali in Italia e nei principali Paesi Europei (fonte Eapa).
Paesi (ultimi dati EAPA disponibili 2021) |
Fresato d’asfalto ottenuto dalla rimozione delle pavimentazioni stradali (ton.) | fresato recuperato nel conglomerato bituminoso a caldo (%) |
Francia | 9.000.000 | 77 |
Germania | 14.000.000 | 85 |
Spagna | 3.050.000 | 61 |
Regno Unito | 6.215.000 | 50 |
USA | 91.000.000 | 95 |
Italia (2021) Italia (2023) |
15.100.000 17.000.000 |
58 60 |
La stragrande maggioranza delle strade è oggi realizzata in asfalto; non esiste materiale migliore del fresato d’asfalto per i lavori di manutenzione delle pavimentazioni stradali, sia perché i costituenti sono gli stessi del conglomerato originale, sia in quanto è al 100% riciclabile. I dati SITEB evidenziano che mediamente le pavimentazioni stradali realizzate oggi in Italia contengono almeno il 30% di fresato, era il 20% nel 2014 e il 25% nel 2018. Il dato sul riciclo complessivo però sale ulteriormente se si tiene conto anche del fresato impiegato in altre applicazioni quali sottofondi, riempimenti e conglomerati a freddo. È un trend in crescita, destinato nel prossimo futuro a lievitare in quanto tutti gli operatori sono oggi impegnati nel trovare soluzioni tecniche che consentano un maggior recupero del fresato in fase produttiva, senza intaccare la qualità del prodotto finale.
SITEB ha calcolato che l’impiego del 30% del fresato nel totale di 35 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso prodotto nel 2023, ha evitato l’utilizzo di 10 milioni di tonnellate di inerti e 420.000 tonnellate di bitume vergine, per un valore economico complessivo di 440 milioni di euro in un solo anno.
Ipotizzando per i prossimi anni un incremento dell’impiego del fresato dal 30% al 50% del conglomerato bituminoso prodotto in Italia, il risparmio di materiali potrebbe raggiungere quota 17,5 milioni di tonnellate per gli inerti e 700mila tonnellate per il bitume, per un controvalore economico di 735 milioni di euro per il solo conglomerato. Un potenziale enorme per il nostro Paese, storicamente privo di materie prime.