Reggiolo baricentro per tavole rotonde su temi economici

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Fabio Storchi e Claudio Bacchi

Finregg diventa sede di scambi di opinioni fra imprenditori, politici e intellettuali

Il problema del reperimento delle materie prime nasce in epoca di pandemia e si scatena subito dopo con le guerre che hanno determinato prezzi folli sui mercati, a partire dai semiconduttori, fino ai metalli, per arrivare all’energia.

A discuterne, sottolineando la competitività del Paese, sulla scorta degli investimenti da farsi in ambiti geografici e per settori strategici, per il futuro, e per lo sviluppo delle intelligenze artificiali e delle sue applicazioni, in una tavola rotonda, presso Finregg, a Reggiolo: Fabio Storchi, presidente del Gruppo emiliano romagnolo dei Cavalieri del Lavoro , Claudio Bacchi, a capo della Bacchi Spa di Boretto (Re), nota per la realizzazione di inerti; ed in collegamento, l’esperto Alessandro Sabella; Stefano Mazzolini, vice presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

Ha fornito un suo intervento anche Debora Serracchiani.

 

Reggiolo: come punto strategico per i dibattiti sui temi di attualità. La cittadina reggiana si candida ad essere baricentro per le tavole rotonde, alla presenza di imprenditori, politici, intellettuali, presso la sede di Finregg, la holding della famiglia Storchi.

La cittadina si trova sull’asse dell’Autostrada del Brennero, ai confini con la provincia Mantovana, ma per tessuto sociale ed economico, rappresenta per eccellenza il tessuto produttivo emiliano, con il suo miliardo e mezzo di Pil, generato dalle aziende ivi insediate.

 

Storchi conferma che lo stesso Mario Draghi, in queste ore, sta parlando di questo tema: ‘Infatti, Draghi afferma che la Ue dovrebbe fare riferimento a tre pilastri comuni di policy: garantire economie di scala, investimenti e forniture di materiali critici. Ed è in quest’ultimo punto che emerge una proposta concreta dalle sue parole. Draghi propone di lanciare, in prima battuta, una piattaforma di approvvigionamento dedicata alle materie prime critiche, appositamente creata per gli acquisti congiunti europei. Si tratta del Joint Purchasing Mechanism, uno strumento discusso nel draft originale del CRMA all’articolo 24. Secondo la proposta della Commissione nel Regolamento, si tratterebbe di un sistema per aggregare la domanda delle imprese interessate al consumo di materie prime strategiche (SRMs) – la lista dei materiali ritenuti vitali non solo per la transizione energetica e le tecnologie green, ma anche per industrie della difesa e transizione digitale, come cobalto, litio, nichel, silicio metallico, terre rare, titanio e tungsteno e molte altre; la lista, rinnovata ogni ogni tre anni, e dalle autorità degli Stati membri responsabili di eventuali “scorte strategiche” per cercare di ottenere dai fornitori un’offerta che soddisfi tale domanda aggregata, sia per gli stadi upstream che midstream della catena di approvvigionamento’.

Sabella: ‘Abbiamo vissuto una tempesta perfetta dopo la pandemia, ora è necessario prestare molta attenzione alle scelte strategiche che ogni Paese, compresa l’Italia, farà. Ricordiamoci che la Russia ha invaso l’Ucraina per il controllo sulle materie prime di cui le note terre rare di cui il Paese è ricco’.

Claudio Bacchi: ‘Giacimenti di terre rare sono presenti in Italia. Con la mia azienda, abbiamo individuato una miniera in Sardegna. Serve lavorare sullo sviluppo delle nostre risorse, insieme ad un potenziamento dei settori della logistica e dei trasporti. Il Po, ormai, non fa più parte di questa partita, anche se la posizione del nostro Paese, al centro dei mari, con i suoi porti, se adeguatamente gestita e sfruttata, ha un enorme potenziale a livello planetario’.

‘La crisi dei microchip è fortemente connessa con la sfida di mantenere nel campo delle democrazie competitività e autonomia in un lungo periodo, e si intreccia con gli sviluppi della guerra Russia-Ucraina, quindi con la nostra sicurezza a breve termine. In questo ambito c’è stato un oggettivo ritardo dell’Europa nel suo complesso e, anche dopo il varo del Chip Act pochi mesi fa, in Italia siamo ancora agli annunci. Intanto la Francia ha stanziato 5,5 miliardi per investimenti nel settore, si consolida la cosiddetta ‘Silicon Saxony’, Usa e Cina puntano direttamente all’autosufficienza tecnologica. Temo che per questo governo anche il sovranismo sia uno slogan, buono appena a far cambiare nome alle automobili’ ha affermato Debora Srracchiani.

Dal canto suo, Stefano Mazzolini, vice presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, afferma che: ‘La nostra regione ha visto da molto vicino la guerra nell’ex Jugoslavia. Situazioni però come queste che stiamo vivendo, non se ne erano mai generate. Siamo al centro di tensioni, e scelte strategiche dettate da egemonia di poteri, anche e soprattutto economici, che vanno oltre. Penso che la condivisione e la discussione del tema non possa che aiutare a dirigere le varie questioni, ognuno, facendo il suo, nel modo migliore possibile. Per migliore intendo anche, competitivo e foriero di risultati duraturi. Servono quindi scelte che guardano avanti, di visione. Auspico inoltre che si possano aprire i negoziati che portino al termine del conflitto, e aduna pace duratura’.

 

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