Nuove norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile, intervento di Carloni

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Si è svolta giovedì mattina, presso la sala della presidenza dell\’Assemblea legislativa delle Marche “Renato Bastianelli” in Piazza Cavour, ad Ancona, una conferenza stampa indetta dal consigliere regionale del Popolo della Libertà Mirco Carloni sulla proposta di legge 111/11 di iniziativa della Giunta regionale e concernente “Nuove norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile” da egli ritenuta un danno economico enorme per l\’economia e l\’occupazione delle Marche. Afferma Carloni: “In un momento così critico per l’intero sistema economico, finanziario e imprenditoriale, in netta controtendenza rispetto agli sforzi profusi da governo centrale ed enti locali per il rilancio, la giunta della Regione Marche presenta una proposta di legge che tende a bloccare integralmente varianti urbanistiche e adozioni di nuovi piani regolatori generali”. Il punto fondamentale che si intende sottolineare è che la proposta di legge regionale sembra non tenere conto affatto dell'entrata in vigore del “decreto sviluppo”, che interviene su molti argomenti, quali riqualificazione, diritti edificatori, semplificazione per l'approvazione dei piani attuativi, permessi di costruire in deroga su cui sarebbe necessario che la Regione prendesse posizione ed esplicitasse in modo preciso e definito i propri intendimenti. L'aberrazione più forte di questa proposta di legge sta all'art.11 con il quale si sancisce l'assoluta “prevaricazione” del pubblico sul privato, di cui si limita fortemente l'iniziativa.

Esso vieta infatti qualsiasi adozione di nuovi piani regolatori generali o varianti a quelli già esistenti, non solo relativamente alle aree a caratterizzazione abitativa, bensi anche a quelle che riguardano le attività produttive, per le quali sia stato attivato lo strumento dello sportello unico. L'imposizione dissennata di tale norma, infine, contrasta con l'autonomia pianificatoria dei comuni, per la quale potrebbero essere ravvisate cause di incostituzionalità. In conclusione ci si appella al buon senso della Giunta regionale chiedendo il ritiro della suddetta normativa o si chiede al Consiglio regionale di modificarla quando sarà posta all'ordine del giorno dell'Aula.

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