Festival del giornalismo culturale, il resoconto della prima giornata

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“La scienza ci permette di crescere nella conoscenza del mondo che ci circonda, consentendoci di fare chiarezza. É importante, perché sbroglia il campo dagli imbroglioni e dà risposte chiare”. É con queste parole del rettore dell’università di Urbino, Vilberto Stocchi, che si è aperta l’ottava edizione del Festival del giornalismo culturale, codiretto da Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini e presieduto da Piero Dorfles.

Nella mattinata due gli eventi legati a Festival Off, in collaborazione con Svim e Regione Marche: la presentazione del libro dello scienziato Silvio Garattini Il guerriero gentile. La mia vita, le mie battaglie, e un incontro con le scuole del territorio, a cui è seguito un workshop con il pubblicitario Paolo Iabichino.

Nel pomeriggio, circondato dalla maestosità del Salone del Trono di Palazzo Ducale, il Festival ha preso il via con la presentazione della ricerca Come si informano gli italiani, curata dall’osservatorio News Italia dell’università di Urbino Carlo Bo. Poco prima i saluti delle autorità, tra le quali il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, per il quale “in tempo di pandemia i giornalisti devono essere medici che curano la democrazia dal virus delle fake news”, e il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, secondo cui “la cultura è elemento di riconoscimento nelle origini del nostro passato per proiettarci nel futuro e ricordarci l’importanza delle istituzioni”.

La ricerca ha confermato che gli italiani preferiscono informarsi tramite la televisione e che la carta stampata è in declino, ma ha anche sottolineato che due italiani su tre si ritengono soddisfatti dell’informazione scientifica ricevuta in questi mesi di pandemia.

Del report hanno discusso Alessandro Zaccuri, Mario Merlo, Massimiliano Panarari, Roberta Villa e Paolo Iabichino, in un panel mediato da Giorgio Zanchini. Tutti colpiti dall’alto tasso di soddisfazione verso la comunicazione scientifica, che secondo Zaccuri “non era del tutto scientifica, ma soprattutto sanitaria”. A seguire l’evento clou della prima giornata: la lectio di Marco Malvaldi dal titolo Cinquanta sfumature di caos: da Poe a Poincaré. Partendo da un confronto tra lo scrittore e il matematico, Malvaldi ha sottolineato che “a volte la scienza sostituisce la democrazia e questo non va bene” e che “se impariamo a instillare il dubbio laddove c’è solo certezza avremo fatto un passo in avanti clamoroso”.

A conclusione del pomeriggio la presentazione dei libri Penso, dunque sono. Almeno credo di Paolo di Paolo, Piero Dorfles e Lella Mazzoli, edito dalla marchigiana Aras, e di Sembrava solo un’influenza. Scenari e conseguenze di un disastro annunciato, della stessa Mazzoli e di Enrico Menduni.

Oggi spostamento al Monastero di Fonte Avellana per analizzare il rapporto tra scienza e fede, con la lectio magistralis del teologo e filosofo Vito Mancuso.

 

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