“Servizio a Prova di Quartiere”

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dal 30 Marzo al 30 Aprile 2012 Parte il progetto “Servizio a Prova di Quartiere” dedicato progressivamente a tutti i quartieri di Ancona per analizzare i livelli di raccolta differenziata e decoro urbano anche in chiave di ottimizzazione del servizio e riduzione dei costi. La pulizia di Ancona non è solo l’obiettivo quotidiano di Anconambiente, ma è anche il grande desiderio di tutti i cittadini: ecco perché servono, insieme, l’impegno di Anconambiente ed il senso di appartenenza di chi vive la città. Nei quartieri che hanno iniziato la raccolta “porta a porta” nel 2008 potremo valutare, dopo oltre tre anni, se e come sono cambiate le abitudini dei cittadini e con quali risultati concreti nella qualità della raccolta differenziata.

I quartieri oggetto d’analisi sono stati scelti, inoltre, perché sintetizzano al meglio una molteplicità di elementi: sistemi di raccolta differenti (porta a porta, Igenio e isole di prossimità), presenza incisiva di comunità straniere ed elevata concentrazione di residenti. Per un mese nei quartieri sarà monitorato non soltanto il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti ma anche il ilivello di decoro urbano. Un occhio particolare sarà poi dedicato agli abbandoni indiscriminati di rifiuti ingombranti grazie al supporto degli Ispettori Ambientali che, quando necessario, interverranno con apposite sanzioni.

Dichiarazione di Giorgio Marchetti

“A tre anni dall’avvio del “porta a porta“ – ha sottolineato il presidente di Anconambiente Giorgio Marchetti – Anconambiente intende compiere un lavoro di ricognizione del servizio per poter cogliere altri importanti obiettivi tra i quali, in primo luogo, una maggior efficienza per poter raggiungere il 65% della raccolta differenziata nel 2012, un maggior decoro urbano e minori costi del servizio. Gli importanti risultati e le performance sugli obiettivi di raccolta raggiunti dopo l’avvio della raccolta domiciliare ad Ancona sono sicuramente il frutto di un grande sforzo, costato molti sacrifici (piccoli e grandi, da parte di tutti) e reso possibile con un significativo impiego di risorse economiche pubbliche. La scommessa era quella di riuscire a partecipare ad una grande trasformazione ambientale ed economica legata ai rifiuti: trasformazione che l’Unione Europea sta compiendo ormai da anni e che si basa su principi noti, primo dei quali quello della “sostenibilità ambientale”, oggi cardine di tutte le direttive che disciplinano il settore. L’ indirizzo non era e non è eludibile, gli sforzi da compiere quindi erano e sono necessari anche perché le legislazioni nazionali, adeguandosi ai principi europei, non possono che applicare i principi premiali e penalizzanti per incardinare il sistema dei rifiuti verso quel concetto di “piramide” – dove, nel modello che esprime il grado massimo di sostenibilità, alla base della figura si pone il riuso e al vertice lo smaltimento (esattamente l’opposto del tipo di “piramide” da cui si partiva e che esprimeva un basso grado di sostenibilità).Ancona, in anticipo rispetto ad altre realtà del territorio regionale e tra le prime città italiane di pari dimensioni, ha iniziato questo percorso nel 2008 e con tutte le incognite del caso, abbandonando un sistema di raccolta già ben rodato ma che non poteva certo reggere agli obiettivi menzionati di raccolta differenziata. Oggi, dopo aver centrato le performance richieste dalla normativa nazionale del 50% e del 60%, possiamo fare una ricognizione del servizio per poi muoverci verso il raggiungimento di nuovi risultati”

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