Truffa del tartufo rumeno: una certificazione che dimostri la tracciabilità

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\”Contro le truffe del tartufo serve una certificazione che dimostri la tracciabilità\”. E\’ quanto chiedono i direttori di Cia e Confagricoltura, Gianfranco Santi e Denis Bernabucci, e il presidente di Copagri dopo il fermo, vicino ad Acqualagna, di un camioncino di tartufi provenienti dalla Romania e destinati a un commerciante di Isernia. I rappresentanti delle tre associazioni agricole spiegano che \”solo dimostrando la tracciabilità con una etichetta di garanzia si può evitare il rischio di truffe e garantire al consumatore che davvero il tartufo che si consuma è delle nostre zone . Bisogna tutelare un prodotto straordinario come il tartufo, che rappresenta ormai non solo una parte importante dell'economia dell'entroterra, ma anche un volano eccezionale di promozione turistica e di immagine. Senza contare che il tartufo, specie quello coltivato, è un a forma di reddito sempre più importante per i nostri agricoltori, alle prese con una crisi senza precedenti e alla ricerca di nuove forme di coltivazione. Con notizie come quelle apprese dalla stampa, si rischia di gettare in fumo tutto lo sforzo profuso dai nostri agricoltori e dalle nostre associazioni di categoria che nell'entroterra hanno puntato forte sullo sviluppo della tartuficoltura. Bisogna anche non fare di tutta un'erba un fascio: siamo la provincia del tartuto con tanti produttori e cavatori seri che dobbiamo difendere proprio con una etichetta".

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