Pirati, rischi per i porti del mediterraneo

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\”Dalle attività dei pirati – afferma il prof. Stefano Zunarelli, avvocato marittimista con studio legale a Bologna, Trieste e Rimini – possono derivare danni sia per la nave che per le merci presenti a bordo della stessa. Per i danni del primo tipo, che rimarrebbero a carico dell’impresa armatoriale, e\’ usuale che i relativi rischi economici siano coperti assicurativamente attraverso apposite clausole contenute nelle polizze rinvenibili sul mercato internazionale.
Il problema si pone in termini assai diversi per i proprietari delle merci presenti a bordo della nave. In questo caso, la Convenzione di Bruxelles del 1924, che regola la responsabilità nel trasporto marittimo di cose, prevede l’esonero del vettore marittimo da ogni responsabilità laddove sia provato che la perdita o il danno della merce sia derivato da un ‘Act of public enemies’… Il proprietario delle merci non riceverà, quindi, alcun risarcimento dall’armatore della nave.
Per evitare di subire le conseguenze economiche dei danni derivati da un attacco di pirati il proprietario dovrà, pertanto, assicurare le merci specificamente contro questi rischi. Si tratta di una copertura che non è compresa tra quelle che le compagnie assicuratrici sono solite offrire e quindi spesso molte imprese importatrici/esportatrici ne sono sprovviste. Per le merci destinate a transitare per le aree marine dove i pirati sono attualmente operativi è bene, invece, munirsi di tale estensione”.
Che tipo di “suggerimento” può essere colto dalle leggi marittime per far sì che il fenomeno dilagante, almeno in questa prima metà del 2009, sia combattuto con efficacia?
“L’articolo 100 della Convenzione di Montego Bay del 1982 prevede un vero e proprio obbligo degli Stati aderenti di cooperare ai fini della repressione della pirateria, riconoscendo a tutti gli Stati la possibilità di intervenire negli spazi marini non soggetti alla sovranità dello Stato costiero e di sequestrare le navi pirata, ma riservando (opportunamente) la possibilità di procedervi alle sole navi militari. La normativa internazionale vigente, tuttavia, nulla prevede circa la cooperazione finalizzata alla prevenzione del fenomeno. Un intervento normativo in tale senso, accompagnato da più intense iniziative di coordinamento tra gli Stati più interessati a debellare il fenomeno, sarebbe senz’altro auspicabile”.
Quali sono i rischi maggiori per i traffici marittimi del Mediterraneo?
“Laddove, come ritengo peraltro improbabile, il fenomeno della pirateria dovesse consolidarsi, potrebbe verificarsi un aumento dei premi assicurativi e quindi una caduta dell’interesse degli armatori ad utilizzare le rotte che, nei traffici da e per il Far East, prevedono in transito per i mari infestati dai pirati e quindi, attualmente, primo fra tutti lo spazio marino tra il golfo di Aden e le coste somale. Si finirebbe, probabilmente, col privilegiare le rotte che prevedono la circumnavigazione dell’Africa.
Ciò significherebbe un evidente pregiudizio delle possibilità di sviluppo dei porti Mediterranei, tra cui quelli italiani, a beneficio dei porti atlantici e del Nord Europa”.

Pirates, risks for the ports of the Mediterranean sea
“ From the pirate’s activities- asserts the Prof. Stefano Zunarelli lawyer maritime with legal study to Bologna, Trieste and Rimini- could have damages both for the ship and for the merchandise carried on board. For the damages of first type that would remain at charge of the ship company is usual that the relatives economic risks are covered insurance through appropriate contained clauses in the discovered policies on the international market. The problem is placed in various terms for the owners of the goods that are on board. In this case, the Convention of Brussels of 1924, that regulates the responsibility in the marine transport of goods, previews the exoneration of the marine vector from every responsibility whereby is tried that the loss or the damage of the goods derived from `an Act of public enemies'… the owner of the goods will not receive, therefore, some compensation from the ship-owner. Article 100 of the Montego Bay Convention of 1982 previews a real obligation of the adherent States to cooperate in order to repress the piracy, recognizing to all the States the possibility to take part in the marine spaces not subject to the sovereignty of the coastal State and to confiscate the ships pirate, but reserving (opportunely) the possibility of action only for the military ships. The international law in force doesn’t prescribes nothing about the cooperation with the aim to prevent the phenomenon.
For this reason, would be favourable, a new law with more intense and coordinative initiatives between the States in order to be able to erase the phenomenon.

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