La comunicazione non è solo dire parole: è creare una reale comprensione. Forse l’obiettivo è alto, ma è anche il contenuto di questa prima sessione annuale di sorveglianza della politica regionale unitaria”. Con queste parole, il vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle Politiche comunitarie, Paolo Petrini, ha aperto la propria comunicazione al teatro delle Muse di Ancona su di un tema fondamentale: l’obiettivo di fare degli strumenti finanziari europei, nazionali e regionali un unicum per lo sviluppo sostenibile e competitivo del territorio marchigiano.
Il Documento unitario di programmazione regionale, adottato nel luglio 2008, è giunto alla sua prima verifica ufficiale. “Quello di oggi – ha detto Petrini – è il primo appuntamento di un percorso previsto per dare unitarietà e coerenza ai vari interventi regionali, attraverso il confronto e la condivisione di priorità con il partenariato locale, per passare dalla visione locale alla sintesi generale. Un momento di analisi importante per verificare l’utilizzo fatto delle risorse europee nella Regione Marche e aprire una riflessione sul futuro che ci attende. Attualmente la Regione Marche detiene il primato in Italia per capacità di spesa dei fondi europei in agricolturae di impegno di risorse a favore di amministrazioni locali, infrastrutture e Pmi, secondi solo alle Province autonome di Trento e Bolzano. Un dato significativo, questo, soprattutto in un periodo di crisi dove è importante far affluire velocemente risorse agli operatori che investono e dare loro un aiuto concreto.
Contestualmente stiamo portando a termine le code del precedente periodo di programmazione 2000\\2006, nel quale abbiamo speso tutte le risorse pubbliche (europee, nazionali, regionali) messe a disposizione. Le risorse per attività produttive, rurale, sociale, pesca e aree sottoutilizzate, movimenteranno nelle Marche 1.280 milioni di euro nel periodo 2007 – 2013. La strategia perseguita dalla Regione è integrata, in modo che ciascun fondo e ciascun intervento siano coerentemente utilizzati secondo le priorità stabilite contro la crisi e per la difesa dell’occupazione”.
Alla presenza dei partner istituzionali, economici, sociali, dell’assessore alle Attività produttive e Lavoro, Fabio Badiali, di Massimo Binci, presidente della sesta commissione dell’Assemblea legislativa delle Marche, di Carlo Pesaresi, assessore della Provincia di Ancona, di Mario Andrenacci, presidente Anci Marche, di rappresentanti dell’artigianato, dei sindacati e dei Ministeri, che hanno portato il proprio contributo al dibattito insieme a esponenti delle Università e rappresentanti della Commissione europea, i lavori si sono occupati anche degli scenari europei dopo il 2013.
Dal 2010, infatti, si aprirà il confronto sulla politica europea di coesione del prossimo periodo di programmazione.
E’ noto da tempo che con l’allargamento a est dell’Unione, sono altri i Paesi che necessitano maggiormente di usufruire dei fondi europei che finanziano i vari programmi. E’ bene quindi cominciare ad entrare in questo ordine di idee: se nel periodo in corso (2007 – 2013) nelle Marche si investono circa 1.300 milioni di euro tra risorse pubbliche, che cosa succederà dopo il 2013? Si tratta di un futuro non troppo lontano e quindi di un confronto necessario, soprattutto alla luce dell’evoluzione possibile delle crisi economica in atto. In pratica, quello che viene chiesto da più parti alla politica e alle istituzioni, ovvero di guardare al futuro con lungimiranza per essere in grado di affrontare le sfide e cogliere le opportunità, nelle Marche è già stato avviato. In questa ottica, con la consapevolezza di un futuro che comunque pur se ancora non tracciato, potrebbe riservare qualche sorpresa, nelle Marche si sta ragionando in maniera unitaria, cercando di non frammentare gli interventi, ma di finanziare con strumenti diversi una serie di azioni che possano portare a risultati concreti nei vari comparti regionali. Immaginare lo scenario possibile è indice di concretezza, soprattutto in un momento in cui le possibilità di sviluppo sono molte, ma anche le eventualità che siano altre le zone dove questo sviluppo porterà grandi spostamenti delle aree di influenza e degli interessi più forti. Sono gli scenari presentati da Alessandro Politi, esperto di studi strategici, che ha intrecciato le previsioni sul futuro della politica di coesione europea, che finalizza le risorse dei vari fondi utilizzati tuttora, con possibili evoluzioni macroeconomiche di medio-lungo periodo.
Ha messo in guardia dai potenziali cambiamenti climatici che, consentendo nuove rotte polari ai traffici marittimi, potrebbero sottrarre all’area mediterranea e quindi anche ai porti dell’Adriatico una quota assai alta dei traffici attuali.
E’ stato ricordato inoltre il notevole processo di invecchiamento della nostra popolazione e una dotazione tecnologica e infrastrutturale non all’avanguardia che, se non modificata, potrebbe creare difficoltà nell’agganciare l’evoluzione competitiva delle regioni europee centro-settentrionali. A questo si aggiunge l’interrogativo sulle risorse europee del dopo 2013: se la politica di coesione si modifica sostanzialmente occorrerà ripensare a fondo le politiche di sviluppo e di reperimento delle risorse finanziarie. Accanto a Politi, i docenti marchigiani Gregori e Lanzalaco, pur riconoscendo le problematicità, hanno evidenziato la particolare flessibilità del sistema marchigiano, che va ora irrobustito contrastando la frammentazione localista e dettagliando le esigenze specifiche delle Pmi, allo scopo di assicurare risposte mirate ed efficaci.
The regional unit politics and the hypothetical scenes
The unit document of the regional programming, adopted in July 2008, is reached its first official verification. “Today – Petrini said – is the first appointment of a walk previewed in order to give to unity and coherence to the several regional participations, through the comparison and the sharing of priority with the local partnership, in order to check the use made by European resources and to open a reflection on the next. Currently the Marches Region has the supremacy in Italy for the use of European funds in agriculture and the enterprises, second place by comparison with Trentino. The resources for productive, rural, peach, social activities, and overused areas, will enliven in Marches 1,280 million euro in period 2007 – 2013”. But it is necessary to watch to after 2013, in fact, from 2010 the comparison will be opened on European politics of cohesion of the next scheduling plan. It’s known for a long time that with the east increase of the Union, there are other Countries that mainly need to enter again in the benefit the Europeans funds that finance the several programs. Dr. Alessandro Politi, expert of international Policies, has hypothesizes during the meeting to the Theatre of the Muse of Ancona, the future of cohesion politics, giving a geopolitical vision of the Marches of a future not too much far away: the possibility of the Arctic ice that is withdrawn at the point to render navigable two great passages to north of the planet. This means 30% of opportunity in less for Italy in terms of marine traffics in a region that, within 2030, will have a heavy aging, with a high industrial decay. At Brussels seems to be more and more credited the option “main themes funds”. What we can do? The Marches must expand along the north axis in order to couple themselves technologically and to take advantage of the movement of the traffics in the Mediterranean that is extended to China, India, Countries of the Gulf and Africa; and they must follow an trans – Adriatic south – east axis in order to pick the opportunities of Balkan integration and to have an Eurasian vision of their place in the world.