Strategie per le Marche del 2020

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“La conoscenza per competere” è il titolo del convegno del 18 novembre scorso della Regione Marche. E’ questa un’altra espressione per indicare la società dell’informazione? E come l’Europa potrà affrontare la prossima programmazione che l’accompagnerà alla fatidica data del 2020, in questa ottica? Lo abbiamo chiesto al vicepresidente della Regione, Paolo Petrini. “Direi che l’obiettivo di diffondere e utilizzare soglie più elevate di conoscenza in tutta Europa e dunque
anche nelle Marche, include il precedente obiettivo europeo sintetizzato nella cosiddetta società dell’informazione. Lo amplifica però e lo estende a strategie ancora più ampie e ambiziose. Vorrei risponderle proprio con le parole del documento della Commissione, “Europa 2020”: lì si riconoscono, in premessa, i pesanti danni e i tanti condizionamenti determinati dalla crisi mondiale esplosa fra il 2008 e il 2009, si sottolinea l’accelerazione della competizione mondiale, che richiede all’UE di decidere oraquale Europa vogliamo realizzare per il 2020 e gestire adeguatamente la transizione.Ora e non domani, perché le sfide in atto potrebbero causare risvolti drammatici nel medio termine, se non si imbocca con decisione la strada di una profonda innovazione di sistema di livello europeo. Coerentemente, gli obiettivi strategici sono tre: a) crescita intelligente, sostenuta da conoscenza e innovazione; b) crescita sostenibile, per un’economia più attenta all’uso moderato delle risorse, che tragga da
una forte caratterizzazione ambientale la propria crescente competitività; c) crescita inclusiva: l’occupazione
deve essere una componente intrinseca di sviluppo e competitività, perché senza un alto tasso di occupazione
non ci può essere quella coesione sociale e territoriale che resta il motivo di fondo della stessa Unione
Europea”. Soft economy, green economy, bio economy… si ha come l’impressione che ogni anno si rincorrano
espressioni nuove. Non sarebbe il caso di tornare a una “human economy” che significhi a 360° rispetto per l’umanità e per ogni aspetto della sua esistenza, dalla crescita sostenibile alla salvaguardia delle risorse e di ciò che ci circonda, fino al raggiungimento di un’efficienza totale? E in questo quadro, le Marche possono costituire, come sempre, il laboratorio di riferimento?“La sua domanda è ricca di suggestioni interessanti. E lo è ancor più in questi giorni in cui si ricorda e si onora il grandissimo insegnamento di Giorgio Fuà. Suo è stato infatti l’invito a riconsiderare le modalità per calcolare l’effettivo “prodotto interno lordo” d’un territorio, d’una nazione. Non solo produzione, occupazione, consumi energetici, bilancio. Ma anche il valore della salute dell’ambiente, dei servizi alla cittadinanza, dell’accessibilità alla studio, in una parola delle condizioni generali di vita. Se teniamo conto di queste indicazioni così preziose e soprattutto così attuali, possiamo convenire sull’opportunità di lasciar perdere l’uso prevalentemente mediatico di concetti strategici che, nella ripetizione eccessiva, possono risultare addirittura
stucchevoli, quanto di difficile comprensione per il grande pubblico. Credo sinceramente che lo sforzo che
dobbiamo affrontare sia proprio quello di calarsi concretamente dentro il significato delle indicazioni strategiche
generali, per declinarle con scelte, atti, investimenti: coerenti sia con la direzione di marcia dell’Europa sia con le caratteristiche socio-economiche, storiche, culturali e ambientali della nostra regione. Cerco di dire che la questione di fondo non è individuare lo slogan più efficace, bensì attuare, nella nostra realtà, quelle scelte necessarie a sostenere l’evoluzione delle Marche nel contesto nazionale, europeo e mondiale, tenendo ben integrati i due poli fondamentali dello sviluppo: competitività e coesione di sistema. Dentro quelle tre coordinate strategiche che Europa 2020 ci indica, sapendo che in casa nostra tocca a noi e a nessun altro decidere come farlo. E farlo davvero, il che comporta per tutti gli attori della società marchigiana, istituzioni, imprese, lavoratori, università, finanza, affrontare delle sfide e delle decisioni forse ancora inedite, per complessità e rilevanza. Il laboratorio di cui lei parla potrà essere questo, se sapremo riscoprire, ovviamente nell’attualità di oggi, le straordinarie capacità
di questa terra che, nel secondo dopoguerra delsecolo scorso, diedero vita a una delle evoluzioni regionali più interessanti d’Italia”. La Programmazione Regionale Unitaria ha messo insieme, in un documento unico, i fondi europei, nazionali e regionali per operare al meglio negli interventi di sviluppo. Come avviene questa “convivenza”?
“La scelta riassunta nel Documento Unitario di Programmazione Regionale, approvato dall’Assemblea Legislativa
regionale nell’estate del 2008 si inserisce nelle scelte nazionali del Quadro Strategico Nazionale. Questo documento di programmazione 2007-2013 intese promuovere per l’Italia l’impegno, del tutto nuovo, di una concertazione programmatica e attuativa per l’insieme delle risorse nazionali ed europee
destinate allo sviluppo. Si trattò di una scelta intelligente. Essa anticipò di fatto l’esortazione di oggi
dell’Unione Europea, che invita con Europa 2020, ancor più con i recenti pronunciamenti del Consiglio Europeo,
a integrare l’uso delle risorse dei diversi Fondi, così da innalzare l’effetto e l’efficacia dei prossimi investimenti. Occorre considerare che si trattò di una decisione davvero nuova e che la sua piena attuazione richiede in primo luogo una profonda evoluzione culturale: nella logica degli investimenti della pubblica amministrazione come dei privati. Nonostante queste difficoltà e nonostante i colpevoli ritardi del governo nazionale nel trasmettere alle Regioni le risorse del FAS, Fondo per le Aree Sottoutilizzate, a totale finanziamento nazionale, uno dei Fondi che compongono la trama della programmazione unitaria, direi che segnali importanti di cambiamento ci sono. E probabilmente risultati ancor più evidenti emergeranno nel breve periodo. La scelta di privilegiare misure decisamente innovative è stata trasversale ai Fondi, nello sviluppo rurale e agricolo come nella gestione del Fondo Sociale e di quello per lo Sviluppo Regionale. I massicci investimenti per la “banda larga” pescano risorse un po’ in tutti i Fondi, gli strumenti nuovi dell’ingegneria finanziaria si avvalgono dell’impegno convergente di FESR e FSE, c’è complementarità fra le risorse di questi due Fondi nel sostenere da una parte le micro-imprese e, dall’altra, l’innovazione a livello di filiera, su cui spingiamo decisamente anche in agricoltura. E vediamo che il sistema delle autonomie locali si appresta con determinazione a gestire questa visione integrata degli
strumenti di sviluppo. Pur a fronte di tante difficoltà credo che abbiamo seminato davvero bene e che ne
potranno venire frutti davvero significativi per la programmazione e la realizzazione dello sviluppo futuro”.

Marches 2020 strategies
On 18th November has taken place a meeting of Marches region, titled “The knowledge in order to
compete”. Is this another term in order to indicate the society of the information? In which way Europe will able to face to the next planning in the optical of 2020? Tthe vice president of the Region, Paolo Petrini has affirmed that we need to diffuse and use more knowledge both in Europe and in the Marches region. Following the document Europe 2020 the strategies are linked to employment, innovation, education, social inclusion and climate/energy. In the document the world competition after economic crisis is very important so, the EU must decides all the strategies to reach the aims previewed in order to growth. Today, people talk about soft economy, green economy, bio economy, but would be better to talk about human economy that includes the respect for humanity, the safeguard of resources. About this matter Petrini has declared that the Marches region could be considered as an important place of reference, in fact as Giorgio Fuà teach us, the important thing in order to calculate the GDP is not only the consideration of economy and employment but also the value given at environment, public services, overall the general condition of life. Moreover the vice president has added that our region must invest in the future following the right Europe guidelines and at the same time be in line with the features of our region that must support the evolution on international, world and European context. As confirmed by Petrini, in the single document made by regional unitary planning there is a single fund both European regional funds and the national ones, following the regional planning 2007-2013 will be possible in fact, to favour innovative measures in the rural and agricultural development as in the management of the Social funds and the fund for regional development in this way all funds become complementary.

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