“L’Italia del riciclo” si piega ma non si spezza!

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L’impatto della crisi negli ultimi due anni è stato rilevante anche nel comparto del riciclo, ma la buona strutturazione in Consorzi e altre organizzazioni di filiera ha consentito di attenuare gli effetti della congiuntura negativa e intravedere buone prospettive fin dall’inizio del 2010. E’ quanto evidenziato dall’edizione 2010 della ricerca “L’Italia del riciclo” promossa da FISE Unire (associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Considerando i sei principali flussi di materiali (rottami ferrosi, alluminio, carta, legno plastica, vetro) destinati al riciclo, alla fine del 2009 si è registrata una consistente flessione dei quantitativi trattati, pari al 24,7% (dai 31 milioni di tonnellate del 2008 ai 24 del 2009): tale riduzione è dovuta principalmente al forte calo dell’industria
siderurgica e quindi dell’impiego di rottami ferrosi che è diminuito di 6,7 milioni di tonnellate, pari al -34,4%.
L’alluminio avviato al riciclo nel 2009 è calato del 27,9%, così come anche il riciclo di altri materiali: del 10% quello della carta, del 4,4% quello del legno, del 9,9% quello della plastica e del 3,2% quello del vetro. A fronte di questo calo, tutti i settori (con la sola eccezione dell’alluminio, -8%) nel 2009 hanno visto aumentare le percentuali di riciclo sull’immesso al consumo con risultati, in alcuni casi, vicini all’80% (carta e acciaio). Il settore del
recupero si conferma pilastro della green economy e prezioso supporto dell’industria nazionale. Fatta eccezione per la carta da macero, l’Italia nel 2009 ha importato 6 milioni di materiali da destinare al riciclo, registrando un ancor più evidente saldo negativo nel rapporto export-import, pari a 6,17 milioni di tonnellate contro i 2,44 milioni di tonnellate in negativo del 2008 (-60,5%). Le esportazioni soprattutto verso il Far East asiatico sono state favorite dai bassi costi di trasporto dei materiali, dall’effetto dumping (in particolar modo in Cina) e in
alcuni casi dall’insufficienza dei mercati interni. Va segnalato, infine, il decollo del sistema di raccolta e avvio al recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), la cui raccolta nel 2009 (primo vero anno di operatività completa del Sistema RAEE domestico, salvo quello della distribuzione) ha fatto registrare una forte crescita. Se nel 2008 il totale raccolto ammontava a 126mila tonnellate, loscorso anno si è toccato quota 193mila tonnellate.

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