Dal Nepal alla Groenlandia, dalla Mongolia al Congo: l’export conquista il mondo

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Dagli elettrodomestici in Nepal alle calzature in Groenlandia e in Mongolia. Dalle apparecchiature elettriche e di cablaggio in Congo ai mobili nell’isola di Aruba, paradiso turistico e fiscale dei Caraibi. Per reagire alla crisi, lo scorso anno gli imprenditori marchigiani hanno girato il mondo, portando i loro prodotti in 194 Paesi dei cinque continenti. Un’attività che ha consentito una crescita delle esportazioni marchigiane che tra il 2009 e il 2010 sono passate da 8 a 8,9 miliardi di euro. Un saldo positivo di 900 milioni di euro pari all’11,2 per cento. Sono alcuni dei dati contenuti nella quindicesima edizione del volume “Esportazioni e importazioni delle Marche”, realizzato dal Centro Studi Unioncamere delle Marche.

La pubblicazione mette a confronto le esportazioni e le importazioni del sistema produttivo regionale negli ultimi due anni. Ne emerge un sistema solido, con una bilancia commerciali in attivo per 3,4 miliardi di euro grazie agli 8,9 miliardi di export ed ai 6,5 miliardi di import. realizzati nel 2010. “Alla crescita delle esportazioni” commenta il presidente Unioncamere Marche Alberto Drudi “ha sicuramente contribuito il ruolo avuto dal sistema camerale marchigiano e dalle sue aziende speciali, che lo scorso anno si sono impegnate per il rafforzamento della presenza delle nostre imprese sui mercati esteri, con fiere, iniziative, Workshop e con una complessiva politica per l’internazionalizzazione del sistema produttivo marchigiano, sia sui mercati tradizionali europei sia verso altre realtà come la Russia, la Cina e altri mercati emergenti, a cominciare dall’Arabia Saudita e dai Paesi del Golfo”. Il mercato di riferimento dei prodotti marchigiani, secondo lo studio dell’Unioncamere, rimane quello dell’Unione Europea, dove lo scorso anno sono state vendute merci per 5,4 miliardi di euro, pari al 62,5 per cento di tutto l’export regionale.

A guidare la graduatoria dei Paesi amanti del “made in Marche” è la Francia con 975 milioni di euro di acquisti. Seguono la Germania con 822 milioni ed il Belgio con 678 (ma in calo dell’8,8 per cento rispetto al 2009). Impetuosa è stata invece la crescita delle esportazioni verso la Russia (da 429 a 569 milioni di euro con un incremento del 32,5 per cento) che precede Spagna, Regno Unito e Polonia. Dopo un paio d’anni di difficoltà torna a salire (+7,4) anche l’export verso gli Stati Uniti che sono il nostro ottavo mercato, seguito da Romania e Olanda. Buoni anche i risultati dell’export delle imprese marchigiane verso l’India (+27,6 per cento e 120 milioni di euro di merce venduta), la Cina (+36,6 e 112 milioni) e l’Arabia Saudita (+ 21,3 e 66 milioni di euro merce venduta ). E’ il Brasile l’unico, tra i grandi Paesi dove esportiamo, dove perdiamo quote di mercato (-10,3 per cento e 57 milioni di export). Guardando ai settori dell’export marchigiano, si ha la conferma che la moda è il nostro fiore all’occhiello.
Da tessile, abbigliamento e calzature viene un quarto di tutto l’export marchigiano (2,2 miliardi con una crescita del 13 per cento). Notevole anche il peso degli apparecchi elettrici (1,3 miliardi di euro), della meccanica ( 1,2 miliardi), dei metalli (920 milioni di euro) e del mobile (710 milioni): tutti settori in crescita. Superano i 500 milioni di euro di merce esportata la farmaceutica, (anche se in calo del 13,8 per cento), e la gomma e plastica (+14,7). Per quanto riguarda il territorio marchigiano, i risultati migliori sono arrivati dalla provincia di Macerata, con un incremento dell’export del 16,4 per cento, grazie soprattutto ai prodotti del sistema moda, in particolare le calzature (da 605 a 700 milioni di euro). Buoni anche i risultati di Pesaro Urbino (+11,4 per cento) con la meccanica passata da 306 a 419 milioni di euro, e di Ancona (+11 per cento grazie a meccanica ed apparecchi elettrici). In crescita, anche se meno delle altre province, Ascoli e Fermo che insieme vedono l’export aumentare dell’8,7 per cento. Divise, nel 2010 hanno visto le imprese ascolane esportare prodotti per 1,5 miliardi di euro e quelle del fermano per 965 milioni di euro.

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