Massima condivisione tra istituzioni e agenzie locali per la promozione e lo sviluppo integrato del territorio. É l’impegno dichiarato dai partecipanti all’incontro dal titolo “Approccio Leader ed integrazione locale: il valore aggiunto delle Marche” tenutosi lo scorso 19 aprile al “ridotto” del Teatro delle Muse di Ancona. Si è parlato degli strumenti di programmazione delle aree rurali e delle piccole comunità ed è apparsa chiara la volontà di lavorare insieme superando gli ostacoli di ordine burocratico tra i diversi soggetti interessati: Regione, Gal, Province (per la prima volta), Comuni, Comunità Montane e associazioni di categoria. E’ stato un incontro di particolare rilevanza capace di porre le basi per uno sviluppo prossimo in un contesto di criticità che attanaglia l’economia del mondo rurale, delle piccole comunità del territorio e delle istituzioni chiamate a programmarne il futuro. “Quello di oggi è un momento di riflessione – ha dichiarato il vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche Paolo Petrini – che deve portare alla necessaria integrazione tra Regione, Gal, Province, Comuni e tutti gli attori coinvolti dal Leader. Non si può e non ci interessa proporre un consumo che insegua il mito dell’abbondanza, dobbiamo invece lavorare per la qualità, per una fruizione consapevole dei prodotti, per valorizzare le peculiarità del territorio. L’esperienza dei Gal ha portato sviluppo, mobilitato risorse e investimenti, creato opportunità. Insieme alle agenzie del territorio ci proponiamo di valorizzare lo spazio rurale quale luogo e patrimonio della comunità cercando di superare quelle criticità burocratiche che hanno provocato a volte problemi e rallentamenti”.
L’incontro si è aperto con i qualificati interventi di Valentina Spinelli del Ministero dell’Agricoltura e dagli esperti della Rete Rurale Nazionale Raffaella Di Napoli e Dario Cacace che hanno inquadrato lo scenario di riferimento europeo e nazionale per quanto riguarda le politiche agricole comunitarie e in particolare i Leader. La Spinelli ha inquadrato la nuova Pac 2020 – Politica Agricola Comunitaria – sottolineando che “tende a garantire l’approvvigionamento alimentare, ad affrontare il problema dei prezzi e la crisi economica, ad accogliere sfide ambientali e di gestione, la salvaguardia della biodiversità, il mantenimento e la vitalità delle aree rurali, le diversità. Mira ad una crescita intelligente che preservi e migliori il tessuto sociale, contribuisca a migliorare il reddito agricolo, a proteggere gli imprenditori dalle fluttuazioni dei mercati, ad aumentare la percentuale del valore del comparto agricolo e a proteggere gli operatori situati in aree svantaggiate”. E a proposito dell’applicazione dell’approccio Leader per il futuro, prosegue la Spinelli, “la Pac prevede un maggior coinvolgimento delle autorità e degli attori locali facendo fronte alle esigenze del territorio. I Gal avranno il compito di realizzare gli obiettivi Leader ed assicurare una sana gestione finanziaria con l’obiettivo condiviso di raggiungere pienamente il potenziale delle comunità locali”. Tutto ciò interagisce con i Leader che sono strumenti di promozione e sviluppo territoriale. “L’approccio Leader – spiega Raffaella di Napoli – parte dall’idea che la sommatoria delle varie realtà integrate hanno valori e risultati maggiori rispetto alla sola sommatoria delle realtà singole.
Questo approccio contribuisce a sviluppare modelli virtuosi. Attualmente l’approccio Leader ha permesso di conseguire alcuni obiettivi ma con l’inserimento nel Psr il metodo risulta “piegato” alle procedure ed ai vincoli della regolamentazione comunitaria. Si sono così aggiunte delle difficoltà a livello organizzativo e le regioni, in assenza di indirizzi comunitari specifici, hanno fornito disposizioni diverse nell’ambito del territorio europeo. Le nuove politiche introducono principi molto forti di equità, partecipazione, interdipendenza a cui si associa un nuovo punto: il decentramento amministrativo e finanziario. Un punto importante anche per le Marche e per i Gal come agenzia autonoma di sviluppo locale”. Dario Cacace ha illustrato lo stato dei Leader nelle Regioni italiane evidenziando differenze anche sostanziali e difficoltà dovute all’inserimento del Leader all’interno dei Psr che ha anche prodotto un quadro molto eterogeneo di modelli di attuazione. “Si possono cosi verificare – aggiunge Cacace – diverse interpretazioni, e a seconda dei casi, possono cambiare l’autonomia decisionale dei Gal, la scelta dei territori, i vincoli amministrativi dei vari enti, le misure attivabili”.
E a proposito delle diverse scelte e graduatorie che individuano le differenze tra regione e regione, l’analisi di Cacace segnala le Marche come una delle regioni nelle quali con maggiore credibilità ed efficacia si è data la possibilità ai Gal di esprimere il valore aggiunto dei Leader. Dopo l’analisi generale, e valutato il posizionamento della Regione Marche nel contesto nazionale, si è aperta la tavola rotonda cui hanno partecipato Patrizia Barocci – Servizio Agricoltura Regione Marche, Fabrizio Giuliani – vice presidente Uncem Marche, Riccardo Maderloni – presidente Gal Colli Esini, Marina Valentini – direttore Gal Piceno, Tarcisio Porto – assessore all’ambiente Provincia di Pesaro Urbino, Luciano Neri – UPI regionale, Claudio Gagliadini ed Evasio Sebastianelli rappresentanti delle associazioni di categoria CIA – Coldiretti – Confagricoltura – Copagri. Il confronto, ricco di spunti e sollecitazioni ha portato i componenti ad esprimersi in concreto sulle difficoltà sin qui incontrate, primo passo indispensabile per affrontare insieme “quell’officina dei lavori” suggerita come efficace immagine di laboratorio dalla coordinatrice della tavola rotonda Michela Pallonari.
A tirare le conclusioni dell’incontro è stata Cristina Martellini – dirigente Servizio Agricoltura Regione Marche. “Il sistema previsto dal Psr per il Leader – ha sostenuto la Martellini – ci ha messo in difficoltà tutti. Per una serie di questioni legate alla politica comunitaria abbiamo dovuto affrontare il problema venendoci incontro e collaborando nel miglior modo possibile. Ma mi chiedo se il Leader deve per forza essere all’interno del Psr. Ritengo che le regole del Programma di Sviluppo Rurale non siano adatte all’esperienza dei Gal, il carico di queste regole non pare sostenibile dalle strutture dei Gal regionali. Penso sia necessaria una forte azione politica per chiedere autonomia dei Leader dal Psr”.