Alluvione, la Giunta regionale ricorre al Tar del Lazio . Chiesto l’annullamento della direttiva che impone la “tassa sulle disgrazie”

468

Dopo il ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Milleproroghe, la Giunta regionale delle Marche impugna la direttiva attuativa del presidente del Consiglio dei ministri che impone alla Regione la cosiddetta “tassa sulle disgrazie” per ripianare i danni causati dall’alluvione dello scorso mese di marzo. L’esecutivo ha incaricato il prof. Stefano Grassi, del Foro di Firenze, di ricorrere al Tar del Lazio contro la direttiva Berlusconi sul reperimento obbligatorio delle risorse regionali, attraverso una manovra di bilancio, interventi sulle aliquote Irpef e Irap, un incremento dell’accisa sulla benzina. Il ricorso amministrativo riguarda anche la nota del dipartimento nazionale della Protezione civile del 31 marzo 2011 (inviata all’Abruzzo, Basilicata e Marche) che interpreta le nuove norme del Milleproroghe, imputando alle Regioni gli oneri finanziari per la gestione delle emergenze, senza poter accedere direttamente al Fondo nazionale, come in passato.

“Attraverso il ricorso al Tar del Lazio – sottolinea il presidente della Regione, Gian Mario Spacca – diamo continuazione a quanto stabilito dall’Assemblea legislativa delle Marche, che ha impegnato la Giunta regionale a impugnare davanti al giudice amministrativo la direttiva del presidente del Consiglio dei ministri. Tutti gli spazi di confronto con il governo nazionale si sono esauriti e le richieste che provengono dai territori marchigiani devastati rimangono senza risposta da parte del governo nazionale. Noi crediamo che la solidarietà dello Stato non possa mancare dopo la sua stessa dichiarazione di ‘emergenza nazionale’ cui non è seguita l’ordinanza, come sempre in precedenza era avvenuto. Percorreremo tutte le strade che la legge ci consente per far valere le nostre ragioni e per dare risposte a un territorio che ha subito 610 milioni di danni”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here